Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Marco – Mc 8,14-21
In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora Gesù li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane.
Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?».
L’ultima domanda del Vangelo di oggi raggiunge e interroga anche noi: «Non comprendete ancora?». Ammettiamolo con sincerità: anche noi, sebbene siano trascorsi duemila anni dalla Pasqua di Gesù e questi millenni siano stati arricchiti dalla testimonianza dei Santi e dei Martiri, anche noi continuiamo a fare fatica nel comprendere il mistero di un Dio che si fa Uomo e che rimane con noi nel Pane Eucaristico!
Nello spiegare la vocazione dei battezzati di ogni tempo Gesù aveva detto ai Suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata» (Matteo 13,33). Noi siamo lievito per far fermentare la pasta del mondo verso Dio. Ma per esserlo davvero dobbiamo stare attenti – è il monito di oggi – a non essere come il lievito di Erode e dei farisei.
Il lievito a differenza del seme si gonfia di morte e non di vita ed è un principio di corruzione che rovina la farina. Ora il lievito di Erode è la metafora di chi cerca la salvezza nel potere umano, nei beni materiali, nell’apparire piuttosto che nell’essere.
Mentre il lievito dei farisei rappresenta la ricerca nel mondo religioso della salvezza attraverso l’osservanza della legge, ossia in sé stessi piuttosto che nella grazia di Dio. Ed ecco che Gesù smaschera il pericolo che si annida nel non essere lievito evangelico: la durezza del cuore che porta ad avere orecchi che non ascoltano più la Parola di Dio ed occhi che non vedono la Sua presenza reale in mezzo a noi e in noi.
Oppure peggio ancora: ascoltiamo anche quantità industriali di Parola di Dio, ma ce la lasciamo scivolare addosso senza che neanche una sillaba di Essa incida ed orienti i nostri stili di vita.
Oppure “vediamo” nel senso che assistiamo/partecipiamo a tanti riti religiosi, perfino alla stessa Messa, ma non ci decidiamo mai per la conversione e semmai la invochiamo e pretendiamo sempre dagli altri. Per questo non comprendiamo il Pane, l’unico che dà la vita vera (rileggiamo per intero il capitolo 6 del Vangelo di Giovanni). Da dove ripartire? Dalla consapevolezza di essere ancora sordi e ciechi perché il Signore ci aiuti a purificarci dal lievito del mondo che fa fermentare in noi l’orgoglio e la lussuria e diviene principio di divisione, per nutrirci con fede dell’Eucaristia, Pane di Vita che diventa principio di comunione e di condivisione.
Gesù è il vero Pane nutrendoci del quale diventiamo capaci di diventare anche noi “cibo eucaristico” per il mondo attraverso la carità, la solidarietà, la disponibilità a mettere la nostra vita, qualsiasi sia la vocazione personale, a servizio dell’Amore.
Caro Gesù,
è proprio vero,
anche noi come i Tuoi discepoli
non comprendiamo ancora oggi
il mistero del Tuo Amore.
Facciamo fatica a pensare
che nel Pane eucaristico
troviamo veramente Te,
il Tuo Corpo e il Tuo Sangue.
Ci sembra impossibile!
Un po’ di pane e un po’ di vino
e Tu lì dentro?
Troppo piccoli e fragili, l’uno e l’altro!
Forse perché dimentichiamo
che Tu ami le cose piccole piene di amore:
come il Bambino di Betlemme.
Già lì hai cominciato
a farTi “mangiare”
dai baci della Tua Mamma.
Forse perché dimentichiamo
che non c’è nulla di più fragile
di un Uomo crocifisso:
e già lì dal Tuo costato
hai donato sangue e acqua,
simboli dei Sacramenti.
Sì, perché Tu non sai chiedere,
sai solo donare!
E allora non ci stupisce
che Tu che conosci la nostra fame
di amore e di senso,
sei rimasto proprio nell’Eucaristia,
Pane di amore nella quotidianità
per parteciparci la capacità
di donarci e di fare della nostra vita
un capolavoro nelle Tue mani,
Maestro di Vita e di Bellezza infinita,
Amico degli uomini
che profumi ancora di Pane fresco,
appena sfornato dalla Fornace sempre accesa
del Tuo Amore per noi.
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!