Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 10,1-10
In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
Già ieri dicevamo che il Pastore Buono e Bello conosce le Sue pecorelle. Ma oggi, Gesù approfondisce la natura di questa conoscenza rivelando un particolare che dovrebbe farci venire i brividi: “Conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre”. Quindi la conoscenza che Gesù ha di ognuno di noi è la stessa con la quale il Padre conosce il Figlio e viceversa!
Siamo dunque dentro una conoscenza che è solo e puro Amore perché ‘conoscere’ significa ‘amare’ e quindi il Padre conosce/ama il Figlio e il Figlio conosce/ama il Padre. E fin qui, tutto è logico, dal momento che Dio è Amore. Ma attenzione, ora arriva il bello! Infatti Gesù dice anche: “le mie pecore conoscono me”: questo significa che anche a noi è data la possibilità di conoscere/amare Gesù “così come il Padre conosce Gesù e Gesù conosce il Padre”. Cioè, grazie al dono dello Spirito Santo possiamo amare Dio col Suo stesso Amore. Non devo inventarmi nulla! Devo solo accogliere l’Amore di Dio.
Immagino la domanda: e come si fa? Ci aiuta a comprenderlo l’Apostolo Paolo: “La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Romani 5,5). È già in noi l’Amore, dal giorno del nostro Battesimo! È fondamentale il nostro Battesimo, la cui data dovremmo ricordare più del nostro compleanno, perché con quest’ultimo ricordiamo la vita che abbiamo ricevuto dai nostri genitori, ma è una vita destinata a morire. Col Battesimo invece ricordiamo il dono della Vita stessa di Dio che è stata riversata per sempre nei nostri cuori: ed è una Vita che niente può far morire.
È Dio, dunque, che prende l’iniziativa. Ascolta cosa dice l’Apostolo Giovanni: “In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” (1Giovanni 4,10). Questa è la prima cosa stupenda che ci viene donata oggi: siamo ammessi alla conoscenza di Dio, a quella stessa intimità che c’è tra il Padre e il Figlio!
Il secondo dono che ci viene offerto dal Vangelo di oggi riguarda ciò che il Pastore Buono e Bello ha fatto per noi: “Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio”. E allora la morte in Croce di Gesù non è stata un incidente di percorso, una défaillance momentanea di Dio, una sconfitta, seppure per poche ore. È stata una scelta d’Amore, un atto di offerta, libera, consapevole e amante che il Figlio ha fatto per noi, per liberarci dal potere del peccato e della morte. E lo ha fatto per obbedienza al comando ricevuto dal Padre.
E cosa gli ha comandato il Padre, di morire? Questo è quello che pensiamo noi, come se Dio fosse, sì, un essere onnipotente, ma assetato di sangue e di dolore, la cui ira si può placare solo con fiumi di lacrime e di sofferenze… È quello che pensano in molti! No! Il Padre non ha comandato al Figlio di morire, ma di dare la vita! È diverso. La morte di Gesù è un inesprimibile, indescrivibile ed incomprensibile atto di amore per noi. Per me e per te!
E allora è definitivamente smontata la credenza (che diventa a volte paura) che Dio viene a chiederci qualcosa: preghiere, offerte, sacrifici, penitenze… Dio non ci chiede nulla, ma, al contrario, ci dona tutto perché donandoci il Figlio per amore ci ha donato tutto, senza chiedere nulla in cambio! A questa generosità amante e condiscendente va offerta solo, con infinita gratitudine, la nostra fede.
Caro Gesù,
grazie per l’immensità delle verità
che ci hai rivelato oggi!
Grazie, perché a noi che siamo così fragili e limitati,
offri la possibilità di entrare
nella stessa intimità
che Tu vivi col Padre, nello Spirito Santo.
Non riusciamo ad immaginare un dono più grande.
La Vostra intimità divina
ci è offerta in puro dono,
distruggendo per sempre
la suggestione dell’antico Avversario
che volle farci credere
che Dio era geloso e nemico dell’Uomo.
Grazie Gesù, perché affinché ciò si realizzasse
Tu hai dato la vita per noi!
Nessuno può togliertela.
Si era illusa la Morte
di poterti trattenere per sempre.
Niente è più forte dell’Amore!
Nessuno può uccidere l’Amore
perché la Sua Misericordia ridona vita,
incessantemente ad ogni cosa
buona e bella che Tu hai creato.
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!