5 minuti con Gesù

Commento al Vangelo del giorno a cura di P. Antonio Maria Carfì

25 Novembre 2023 - Sabato

25 Novembre 2023 - Sabato

 

Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!

Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:

Dal Vangelo secondo Luca – 20,27-40

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

I sadducei – appartenenti ad uno dei partiti del giudaismo, molto potenti e influenti – al contrario dei farisei, non credevano alla risurrezione dei morti e provocano Gesù proponendogli quello che era un classico delle discussioni morali di quel tempo: la donna che su questa terra ha avuto sette mariti di quale dei sette sarà sposa nel Regno dei Cieli? È chiaro che si tratta di una domanda faziosa e carica di insidie per ridicolizzare la predicazione di Gesù. La risposta è lapidaria, come una folgore che attraversa la notte dei nostri dubbi e delle nostre paure per illuminare le nostri fragili vite: «Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui»!
Gesù ci sta rivelando ancora una volta chi è Dio: è il Padre, l’origine e la fonte di tutto. È un Padre che non solo è la Vita, ma vuole condividerla con noi, i Suoi figli! E poi ci dice che «tutti vivono per lui»: che significa due cose. Innanzitutto tutti riceviamo la Vita da Lui e da ciò deve scaturire la nostra gratitudine e se ci dovessero mancare le parole, le possiamo prendere in prestito dal Magnificat di Maria. Dovremmo vivere in uno stato di continuo ringraziamento, anche quando la sofferenza bussa alla porta di casa nostra, perché siamo figli della Vita, la Vita di Dio scorre nelle nostre vene ed è un flusso così forte ed inarrestabile che travolgerà un giorno anche l’argine umanamente invalicabile della morte per farci ritornare tra le braccia del Padre. Questo invito alla lode e alla gratitudine San Paolo lo esprimeva così: «Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù» (Filippesi 4,4-7).
C’è un secondo significato nel «tutti vivono per lui»: la consapevolezza che la nostra vita proviene da Lui non può non suscitare in noi il desiderio di fare qualcosa di bello del nostro tempo terreno, cioè di vivere senza egoismi, ma ponendoci ogni giorno al servizio dell’Amore in tutte le sue forme così come la quotidianità ce ne offre la possibilità. Siamo dunque figli del Dio Amante della vita. Questa immagine deve essere ben impressa nei nostri cuori perché è la vera immagine di Dio!
Dovremo ricordarcene quando la fragilità della natura umana ci presenterà il conto della sofferenza, della malattia, delle contraddizioni, degli insuccessi e si presenterà inesorabilmente il Maligno a dirci che è tutta colpa di Dio, che non ci ama altrimenti non ci farebbe soffrire, che non si prende cura di noi, che ci abbandona al nostro destino di morte. In questi momenti siamo chiamati ad alzare la testa e il cuore e a gridare, anche se talora col volto rigato dalle lacrime, che Dio è il Dio dei vivi e non dei morti e che è nostro Padre e che ci ha già donato la vita che non finisce perché siamo figli Suoi, fratelli del Risorto, figli del Dio vivo che dà la vita per sempre.

Caro Gesù,
la Tua Parola oggi
ci mette a confronto con ciò
che ci fa più paura
e ci fa sentire inesorabilmente impotenti: la morte!
È Parola che toglie il velo dai nostri occhi
su chi siamo e su cosa ci attende
al termine di questa avventura terrena.
Siamo figli del Padre che è la Vita!
Siamo fratelli Tuoi che hai donato
la Tua Vita per noi.
Grazie perché ci riveli che Tu e il Padre
siete la Vita, Amanti della Vita,
che avete voluto condividere con noi!
Grazie perché ci dici
che il senso della nostra esistenza terrena
lo troveremo solo “vivendo per Te”,
con gratitudine per ciò che abbiamo
e anche per ciò che ci manca
perché ci fidiamo di Te!
“Vivendo per Te”: a servizio dell’Amore
in tutte le forme che la Provvidenza disporrà per noi!
Grazie Gesù perché siamo nati
per non morire mai più!
E ogni lacrima sarà asciugata,
ogni paura sarà vinta,
ogni dubbio sarà fugato:
ha vinto la Vita, ha vinto l’Amore!

Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!

Appuntamenti

Orari

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10.30
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Preghiera quotidiana

La Fraternità accoglie quanti desiderano unirsi
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(Lunedì ore 7.00)
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