5 minuti con Gesù

Commento al Vangelo del giorno a cura di P. Antonio Maria Carfì

27 Settembre 2023 - Mercoledì

27 Settembre 2023 - Mercoledì

 

Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!

Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:

Dal Vangelo secondo Luca – 9,1-6

In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro».
Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.

Questi pochi versetti contengono la carta d’identità del vero discepolo di Gesù. Già ieri abbiamo visto come la condizione fondamentale per seguire Gesù sia l’ascolto della Parola. Oggi Gesù specifica le caratteristiche di coloro che sono inviati nel mondo per annunciare la Buona Novella che ormai lo sappiamo non è semplicemente un bel racconto, ma è la Persona stessa di Gesù. Quindi non c’è in gioco l’oggetto dell’annuncio, ma il “come” Gesù vada annunciato. E questo non riguarda solo i consacrati, i missionari, i preti o le suore, ma tutti i battezzati! Gli inviati devono mostrare gli stessi lineamenti di Colui che li invia, come nella vita umana i figli assomigliano morfologicamente ai genitori!
Vediamo brevemente un po’ più da vicino ciò che Gesù esige dai suoi annunciatori. Innanzitutto, giusto per fari comprendere che non dipende dalla nostra bravura, Gesù dona ai suoi discepoli di ogni tempo «forza e potere su tutti i demoni e di guarire le malattie». La “forza” è il dono dello Spirito Santo, dell’Amore con la quale si vince il male e si curano le malattie. Il pensiero va subito ai miracoli, ma il discorso di Gesù è molto più ampio. Solo alcuni infatti nel corso dei secoli hanno avuto il carisma di operare guarigioni e miracoli anche fisici (Sant’Antonio di Padova, San Francesco di Paola, San Pio da Pietrelcina, San Charbel per citarne solo alcuni di una lunghissima schiera), mentre tutti invece possiamo “curare” ogni sorta di malattie. Sì, perché esistono malattie inguaribili che conducono inesorabilmente alla morte, ma nessuna malattia è “incurabile”, nel senso che non possiamo “prendercene cura” con la carità, la vicinanza, il ministero della consolazione.
E poi Gesù parla di un “potere” che Lui dona. Parola sempre affascinante per noi uomini. Ma di quale potere si tratta? Lo annuncia Giovanni nel suo Prologo: «Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio» (1,11-12). È il potere di essere figli di Dio! È l’unico modo per realizzare veramente la nostra identità e la nostra vita: essere figli di Dio e fratelli di tutti! E poi lo statuto del discepolo contiene un invito molto forte alla povertà, all'essere poveri che nel Discorso della Montagna diventa addirittura una beatitudine: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Matteo 5,3). Lo spirito della povertà evangelica è fondamentale per essere veramente di Gesù e Suoi annunciatori perché guarisce l’umanità da una delle prime conseguenze del peccato originale: prendere, avere, accumulare il più possibile su questa terra nell’illusione di allontanare lo spettro di sorella Morte. Con tutte le conseguenze che questo atteggiamento porta con sé: avidità, cupidigia, possesso, invidia, egoismo ed individualismo, orgoglio per ciò che si ha… e potremmo continuare a lungo.
Lo spirito di povertà richiesto da Gesù invece è medicina che ci rende capaci di amare con un cuore ancora più libero perché se abbiamo tante cose diamo le cose, ma se non abbiamo nulla diamo finalmente noi stessi! La povertà intesa come sobrietà è segno della nostra fede nel Dio Padre del Signore nostro Gesù Cristo e non nel dio di questo mondo: mammona, il denaro. In fondo si tratta sempre di fare una scelta di fede: o credere nel Dio Uno e Trino oppure nel dio uno e… quattrino! Idolo che dispensa solo false illusioni di felicità e diventa piuttosto fonte di disperazione. E poi diamo una lettura velocissima a cosa non bisogna portare con sé. Per motivi di brevità mi limiterò soltanto a qualche breve accenno:
«Né bastone»: anticamente strumento fondamentale per appoggiarsi e per difendersi. Rinunciando al “bastone” stiamo dicendo che solo Dio è il nostro appoggio e la nostra difesa e che se proprio di un legno abbiamo bisogno ci viene offerto il Legno della Croce. Così recita il Salmo 23: «Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza» (23,4b);
«Né bisaccia»: borsa per conservare le provviste. La rinuncia è segno di una fiducia piena nella Provvidenza di Dio! Il che non significa ovviamente rinunciare a programmare o a mettere qualcosa da parte (è ciò che si deve fare in una famiglia o per chi vive nel mondo). Intendiamo dire che la bisaccia inesauribile del discepolo è la misericordia di Dio;
«Né pane»: «Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio», così Gesù ha allontanato la tentazione della fame nel deserto. Il pane del discepolo di ogni tempo è l'Eucaristia;
«Né denaro»: la vita del discepolo non può essere costruita sul denaro, sulla sicurezza economica che spesso finisce per indurire il cuore e renderci avari e attaccati morbosamente alle cose, ma sulla gratuità dell’Amore che Dio vuole donare al mondo grazie anche alla nostra disponibilità a fidarci radicalmente di Lui;
«Né due tuniche»: a noi basta una sola Tunica, l’essere immagine e somiglianza di Dio! Basta quella tunica battesimale che rappresenta la nostra appartenenza filiale al Padre attraverso la mediazione del Figlio.

Caro Gesù,
è bello sapere
che ci ha resi forti e potenti!
Di quella forza che è frutto
e dono dello Spirito che è Amore
e allora vuol dire che siamo capaci di un Amore
più grande dei nostri affetti naturali.
Di quella potenza che non è esibizione
di muscoli umani o di dominio,
ma che è frutto del potere che doni
a quanti Ti accolgono:
è il potere di diventare figli di Dio
e fratelli tra di noi.
Figli e fratelli: le uniche categorie
che definiscono e motivano
la nostra identità umana.
Grazie perché ci chiedi di essere Tu
il Bastone sul quale appoggiare le nostre debolezze.
Grazie perché Ti offri a noi come la Bisaccia
dal fondo inesauribile da cui attingere
in ogni tempo i tesori infiniti della Tua misericordia.
Grazie perché Ti fai Pane di Vita
che sazia in profondità la nostra fame di amore e di senso.
Grazie perché sei Tu il nostro Denaro!
È il Tuo Sangue la moneta con la quale ci hai riscattati
dal possesso del Maligno
e che ci rende liberi nel cuore
perché allenati alla gratuità.
Grazie perché ai nostri guardaroba super forniti,
Ti offri come la Tunica più bella,
con la quale copri le nostre miserie umane,
quella che fa risplendere
sui nostri corpi e sui nostri volti
l’inimitabile eleganza divina,
fatta di Gioia e di Bellezza incontaminata.

 

Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!

Liturgia

Orari

Sante Messe Domenicali

8.30
10.30
18.00


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La Fraternità accoglie quanti desiderano unirsi
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6.15 Lodi e Santa Messa (6.30 Sabato)
12.00 Ora media e Santo Rosario
16.30 Vespri, Adorazione eucaristica e Santo Rosario

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