5 minuti con Gesù

Commento al Vangelo del giorno a cura di P. Antonio Maria Carfì

30 Gennaio 2025 - Giovedì

30 Gennaio 2025 - Giovedì

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

Gesù questa mattina dice anche a noi: «Fate attenzione a quello che ascoltate». Anche nel Vangelo di ieri (la parabola del Seminatore) ricorreva più volte l’invito all’ascolto, necessario per conoscere veramente Gesù. Se Gesù avesse detto: “Guardate i miracoli che ho fatto” ci metterebbe in difficoltà, perché li ha compiuti duemila anni fa… e non eravamo presenti… Ci invita invece a porre attenzione alla Sua Parola che anche oggi è viva, calorosa, rivolta alla comunità e ad ognuno di noi personalmente. È espressione della presenza del Risorto che accompagna la Sua Chiesa sino alla fine dei tempi. È potenza divina, questa Parola, un vero e proprio bisturi che raggiunge le nostre malattie, anche le più profonde e semina speranza, gioia, carità, bellezza, desiderio di porre la propria via a servizio dell’Amore. Così l’Autore della Lettera gli Ebrei definisce la Parola: «Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto» (4,12-13). Non suoni una minaccia questa espressione: «agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto», perché Colui al quale “renderemo conto” è il Dio Amore. E nell’Amore e nell’amarsi nella verità dell’Amore non c’è più alcuna paura di mostrare le proprie nudità/fragilità/povertà umane. Gesù non è venuto a cercare in noi la perfezione! Altrimenti perché avrebbe detto: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Marco 2,17)? A Lui non interessa ciò che “facciamo”, ma ciò che “siamo”: figli amati dal Padre, Suo e nostro, e per salvare i quali, il Padre stesso ha mandato il Figlio Unigenito nel mondo per caricarsi come Agnello ogni peccato e spezza per sempre le catene della morte. Ecco allora che Gesù stamattina ci ricorda la nostra vocazione di battezzati: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro?». È Lui la luce del mondo (cfr. Giovanni 8,12). E tuttavia, pur conoscendo le nostre fragilità (proprio perché fosse manifesto che la Luce è Lui e non noi!) ha scelto il popolo dei battezzati per continuare a splendere nel mondo: «Voi siete la luce del mondo» (Matteo 5,13). È bellissimo sapere che la Luce ci “illumina” (questo è uno dei significati antichi attribuiti al Battesimo) per irradiare intorno a noi il calore, l’amore, la bellezza, la speranza in Dio. Giustamente c’è da esaltarsi… Ma attenzione: è necessario entrare nella logica di Dio, nella Sua follia d’Amore, l’unica capace di guarire le nostre pazzie umane se vogliamo davvero essere luce per il mondo. Infatti sembra addirittura che Gesù stesso contraddica ciò che ha detto, perché non ha fatto nulla per farsi “pubblicità” e quando lo cercavano per farlo re, Lui si nascondeva: «Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo» (Giovanni 6,15). E come se non bastasse scoraggiava alcuni che volevano seguirLo attratti dai miracoli (cfr. Matteo 8,20) e più volte proibiva ai miracolati di diffondere la notizia (Marco 1,40-45). Perché? La risposta è nell’oggetto che Gesù indica come luogo ideale dove porre la luce: «sul candelabro». Questo Candelabro sarà la Croce! È il luogo per eccellenza dove si rivelerà la Sua divinità, anche per i pagani. È la Croce il legno maturo, ideale per fare ardere quella Luce che attira a Sé ogni cosa: «Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato» (Giovanni 8,28). Per questo il centurione pagano cadrà in ginocchio ai piedi della Croce ed esclamerà: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!» (Marco 15,39). Sulla Croce, dunque, si manifesterà palesemente il segreto profondo di Dio: è Amore e misericordia infinita per l’Uomo. E pertanto ogni menzogna su di Lui è smascherata per sempre! Lo rivelano queste parole: «Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce». L’opera che il Maligno svolge “in segreto” per deformare in noi l’immagine di Dio presentandocelo come geloso, avversario, nemico delle nostre “felicità”, ora, sulla Croce, è smascherata e smentita per sempre. Dio è Amore (cfr. 1Giovanni 4,8) e ha mandato il Figlio nel mondo non per condannare il mondo, ma per salvarlo (cfr. Giovanni 12,47). Sarà a partire da questa esperienza – che diventa professione di fede e di vita vissuta – che dovremo imparare a “misurare” la nostra vita e quella degli altri. E per non cadere nel giudizio e negli errori di valutazione sarà bene che continuiamo per tutta la vita “a fare attenzione a ciò che ascoltiamo” perché sarà la Parola di Dio ascoltata col cuore, amata, pregata, celebrata che ci fornirà l’unità di misura corretta per misurare ogni cosa: la misericordia! Se la giustizia infatti consiste nel dare a ciascuno secondo il suo diritto, la misericordia consiste nel dare a ciascuno secondo… il suo bisogno! È quello che fa Dio per noi. Conclusione: Gesù dice: «Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha». Possiamo tradurre così: “A chi ha costruito la propria vita sulla fede, la speranza e la carità gli sarà dato il centuplo” (ricordate, nel Vangelo di ieri, la proporzione del seme gettato nel terreno che è Gesù stesso e che produce). Perché non costruire sull’Amore di Dio vuol dire illudersi di creare qualcosa di bello e duraturo. Ritorna il riferimento alla Parola: «Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande» (Matteo 7,24-27).

Caro Gesù,
lo sai che ci piace molto
metterci in mostra,
innalzarci sopra gli altri,
essere ammirati.
La vanità...
E Tu che sei “furbo”
e fai di tutto per conquistarci
offri anche a noi
la possibilità di essere “innalzati”,
per diventare “candelabri”,
pieni di luce,
utili agli altri, ammirati.
Ma la Luce non è nostra:
la Luce sei Tu!
A noi chiedi solo di permetterTi
di accenderli questi candelabri,
questi cuori creati per Te
che sei Dio da Dio,
Luce da Luce.
Ciò che ci “spegne”
è l’illusione di poter essere ricchi
costruendo relazioni e progetti
sul nostro “io” obeso e presuntuoso,
sui nostri giudizi tanto miopi
quanto taglienti,
senza fede, speranza e carità.
Donaci allora di ascoltare
col cuore la Tua Parola,
con la sete dei pellegrini nel deserto.
Donaci la fede autentica e adulta
che diventa il fattore che moltiplica
le risorse, le forze, le speranze.
Aiutaci a comprendere che
il luogo più “alto” da dove
osservare il mondo e noi stessi
è la Croce!
La Tua e le nostre.
Legni genuini e profumati
coi quali accendere speranze
e nuovi slanci d’amore;
quel Fuoco che riscalda e illumina
senza consumare.
E capiremo che anche le nostre croci
hanno un senso...

Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!

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