“Una Signora tutta vestita di bianco, più splendente del sole, che diffondeva una luce più chiara e intensa di un bicchiere di cristallo pieno di acqua pura, attraversato dai raggi del sole più ardente”. Così suor Lucia Dos Santos tentava di tradurre in parole ciò che aveva visto quel 13 maggio 1917 a Cova da Iria, Fatima. Ad un’umanità devastata dalla Prima Guerra Mondiale, la bella Signora rivolgeva questo accorato appello: “Recitate il rosario tutti i giorni per ottenere la pace per il mondo”. Solo qualche giorno prima papa Benedetto XV aveva aggiunto una nuova invocazione nelle Litanie Lauretane: “Regina della Pace”.
La pace. Dono prezioso dall’alto. Che nasce dal cuore del singolo uomo prima ancora che da sottili operazioni diplomatiche internazionali. Che nasce, anche, nel cuore della società umana. In quella cellula sacra e fondamentale che è la famiglia. Ancor prima: nella coppia. Una pace che non può fiorire senza il perdono.
“Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori (Mt 6,12): perdonare per… donarsi”. Ecco il titolo dell’incontro di questo mese per “Nozze di Cana”, l’itinerario offerto dalla Cittadella dell’Immacolata alle coppie di sposi. A partire da situazioni molto concrete di vita quotidiana, p. Antonio M. Carfì ha passato in rassegna i “linguaggi dell’amore”, strumenti privilegiati per imparare a chiedere e ad offrire il perdono al proprio coniuge. Saldamente radicati nella Parola di Dio: «Nel Padre nostro il perdono è l’unica richiesta “condizionata”. Il Signore desidera con forza che ci perdoniamo reciprocamente per poter ottenere il suo perdono».
Nel prezioso tempo di coppia, reso più fecondo dal meraviglioso scenario della Cittadella, gli sposi si sono interrogati sulle provocazioni emerse dalla catechesi. Per decidere insieme di ripartire, con la forza dello Spirito Santo, in una vita di autentica santità matrimoniale. Un confronto comunitario ha arricchito la riflessione attraverso domande, chiarimenti e testimonianze. Infine, tutti insieme davanti a Gesù-Sposo nell’adorazione eucaristica. Perché solo Lui può guarire le ferite del cuore, inferte o ricevute spesso proprio all’interno della coppia. È stato un momento forte di liberazione e consolazione. In cui gli sposi si sono “assolti” dalle reciproche mancanze, perché a loro volta perdonati e risollevati da Colui che è la nostra pace (cfr. Ef 2,14).
La pace. Dono offerto dal Cielo ad un’umanità in pericolo. Questa l’urgente necessità che ha spinto la Divina Provvidenza ad inviare Maria nella piccola località di Fatima. A un’umanità drammaticamente simile a quella odierna. Forte la richiesta di consacrare la Russia al Suo Cuore Immacolato. Forte la richiesta del Rosario quotidiano per la pace. Forte, come in tutte le apparizioni mariane, l’invito alla conversione. Non risuonano attualissimi questi desideri del Cielo oggi, in questo mondo minacciato da guerre, non solo “esterne”, ma anche “interne” al cuore dell’uomo?
Ecco perché alla Cittadella abbiamo voluto celebrare con particolare solennità la memoria delle apparizioni di Fatima. Che quest’anno coincideva, nella sua vigilia, con la gioiosa solennità dell’Ascensione. Quel Cielo in cui il Signore Risorto entra trionfante (cfr. Mt 16,15-20) è lo stesso Cielo additato dalla Madonna nel suo primo colloquio con Lucia: «Le chiesi: "Di dove siete Voi?". Rispose: "Sono del cielo". E la bella Signora alzò la mano ad indicare il cielo». E p. Francesco, nell’omelia, ci ha ricordato che anche noi siamo chiamati ad “ascendere al Cielo”, già da questa Terra. Attraverso un cammino di continua purificazione e conversione.
Alla concelebrazione ha partecipato anche don Francesco Cristofaro, con cui la nostra Fraternità ha stretto un legame di amicizia e collaborazione. Dopo la Messa, la piccola statua proveniente da Fatima, che custodiamo nel nostro convento, è stata portata in processione fino alla Cappella della Anime del Purgatorio. Scelta non casuale: nell’ultima apparizione, il 13 ottobre 1917, la Madonna si presentò con l’abito carmelitano. Una spiritualità profondamente legata al suffragio per i defunti. Così si è conclusa una giornata di intensa preghiera per la pace.
Tra i numerosi pellegrini di questi giorni, anche i Cresimandi di Cannitello (parrocchia Maria SS. di Porto Salvo), che hanno vissuto un ritiro in compagnia del parroco p. Antonio M. Carfì. Sì. In questi giorni di grazia, nel cuore del mese di maggio, abbiamo sperimentato la pace. Pace che nasce dalla presenza viva di Gesù in mezzo a noi: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Pace che nasce dalla presenza viva della nostra Madre Immacolata. Che cammina con noi, soffre con noi, spera con noi. E ci invita a diventare, a partire dalle nostre famiglie, attivi e coraggiosi costruttori di pace (cfr. Mt 5,9).