Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 10,7-15
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città».
Dopo avere scelto i Dodici, Gesù illustra loro il contenuto della missione.
«Strada facendo»: se qualcuno dovesse pensare che il cristianesimo è una religione comoda e sedentaria si sbaglia di grosso. Intanto diciamo subito che non è una religione, ma la fede nel Cristo Figlio Dio, veramente nato, veramente morto per amore nostro, veramente risorto! Bisogna percorrere le strade del mondo per annunciare che Gesù è il Signore, che Dio è Amore e ci ama infinitamente. È l’immagine che gli ultimi Papi hanno delineato del popolo di Dio come una Chiesa- in-uscita, protesa ad incontrare il mondo non per giudicarlo, ma per donargli il Tesoro prezioso che essa possiede: Cristo, il Risorto. Tuttavia questo invito non riguarda solo la missione verso il grande mondo, ma anche verso quel piccolo mondo nel quale viviamo ogni giorno. La “strada” allora è anche la famiglia, la cerchia di parenti e amici, gli ambienti di lavoro, la nostra parrocchia.
«Predicate»: certamente questo imperativo riguarda innanzitutto l’opera di annuncio dei ministri del Vangelo, dei “predicatori” ai quali è affidato da Gesù stesso un compito importantissimo. Ce lo spiega San Paolo: «Dunque, la fede viene dall'ascolto e l'ascolto riguarda la parola di Cristo» (Romani 10,17). La fede nasce dall’ascolto della Parola di Dio che ha bisogno di essere annunciata, predicata ed interpretata dalla Chiesa. Tuttavia è anche vero che la vita di tutti i battezzati deve essere un annuncio della Parola di Dio in forza del munus profetico che abbiamo ricevuto col Battesimo. Non si tratta di indovinare il futuro, ma di sapere costruire la propria vita sulla Roccia della Sacra Scrittura (cfr. Matteo 7,24-27). Allora c’è la Parola di Dio predicata dalla Chiesa e c’è la Parola di Dio vissuta nel quotidiano da tanti laici che diventa più efficace a volte di mille prediche.
«Dicendo che il regno dei cieli è vicino»: come dicevamo anche ieri, ogni battezzato devo mostrare con la propria vita che il Regno dei Cieli non è una realtà che ci attende solo dopo la morte. Esso è invece il segno eloquente della presenza di Dio nella storia degli uomini. Si è già fatto vicino, questo regno: pensiamo al Natale. Si è dilatato per tutti questo Regno: pensiamo alla Pasqua durante la quale il Figlio di Dio muore e risorge per spalancare nuovamente le porte del Regno chiuse dal peccato delle origini. E si fa vicino a tutti attraverso la nostra carità, i nostri piccoli, quotidiani, apparentemente banali gesti di amore.
«Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni»: l’azione della Chiesa nel tempo sarà sempre quella di prendersi cura di chi soffre, nel corpo, nella mente, nello spirito. Così diventiamo sacramento dell’Amore di Dio per l’umanità. Fare il bene, tutto il bene possibile a chiunque, amici e nemici, è il cuore dell’annuncio evangelico. Perché se è vero che esistono malattie inguaribili, tuttavia nessuna malattia è incurabile nel senso che possiamo prendercene cura con la vicinanza e la solidarietà.
«Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date»: ecco l’antidoto contro il veleno del possesso e della cupidigia. Se ci ricordiamo ogni giorno che la vita è un dono che viene gratuitamente da Dio allora diventiamo capaci di una maggiore generosità. La vita non la realizzeremo se proveremo a “salvarla” con l’egoismo, l’orgoglio, l’avarizia, ma solo se la “perderemo” per amore: questa è la logica del Regno! Lo insegna Gesù: «Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà» (Matteo 16,25).
All’opera dunque: anche oggi siamo chiamati tutti ad essere costruttori credenti e credibili di una civiltà fondata sull’amore.
Caro Gesù,
siamo una generazione pigra,
capace di “essere presenti”
in tutto il mondo… con un click,
senza nemmeno uscire di casa.
Tu invece ci metti fretta!
Desideri che percorriamo
le grandi “strade” della vita
consapevoli che è un dono gratuito
da restituire a Te
diventando noi stessi dono per gli altri.
E sentiamo pian piano cadere
una dopo l’altra
le pesanti catene dell’egoismo,
sentiamo che il passo
torna ad essere leggero
e lo sguardo del cuore
si spinge oltre le barriere e i muri
che ci siamo costruiti
per paura di vivere e di amare.
Grazie Gesù perché ci chiami
a prenderci cura di questo povero mondo
malato di paure e di solitudini,
e ci chiedi di offrire la carità
che si prede cura di ogni malessere
e la compagnia solidale
che trasforma i deserti dell’esistenza
in giardini profumati
dalla bellezza dell’amicizia.
Grazie perché ci chiedi di “risuscitare i morti”:
quelle persone
morte nel cuore per le delusioni,
per le emorragie dell’anima,
tutti coloro che non si sentono amati
o hanno perso la speranza nell’amore,
annunciando loro che Tu li stai cercando
per riempire i loro cuori
di pace e di gioia, fino all’orlo
come le giare vuote delle nozze di Cana.
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!

