5 minuti con Gesù

Commento al Vangelo del giorno a cura di P. Antonio Maria Carfì

12 Giugno 2025 - Giovedì

12 Giugno 2025 - Giovedì

Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!

Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:

Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 5,20-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

Siamo all’interno del Discorso della Montagna iniziato con le Beatitudini. In questa sezione Gesù rivela la volontà del Padre sui rapporti umani. Sono parole molto forti e umanamente impossibili da mettere in pratica. Tuttavia la chiave di lettura è in un versetto che non è presente nel Vangelo di oggi: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento». Questo è il punto di partenza. Queste parole roventi (perché bruciano dell’Amore di Dio per noi) sono già state tutte “compiute” cioè vissute da Gesù. Le ha compiute per amore del Padre e quindi con quello spirito filiale che ora partecipa a noi. E vivendole e compiendole nella Sua vita ha restituito alla Legge quel cuore e quella pienezza d’amore che nei secoli era venuta meno. Siamo dentro un paradosso: più sono difficili da compiere queste parole e più è evidente come Gesù rende grande il nostro cuore. Non dobbiamo guardare alla difficoltà delle richieste, ne resteremmo scoraggiati e paralizzati. Piuttosto dobbiamo guardare a come Cristo dilata il nostro cuore e lo rende così grande da amare come ama Lui! Più grande è la difficoltà dell’azione che devo compiere, più grande diventerà il mio cuore. È stupendo! Questo è il cuore della riflessione di oggi che ci riempie di gioia e di carità e di forza. Se l’antica Legge indicava il confine oltre il quale si sarebbe commesso il male, Gesù invece mostra che non basta solo non fare il male, ma che siamo chiamati a fare il bene più grande possibile. A chi? Per ben quattro volte in pochi versetti ricorre la parola “fratello”! Non esiste altra categoria con la quale posso pensare agli altri: siamo tutti figli dello stesso Padre. Ecco perché non basta “non uccidere”: devo stare attento perché anche con le parole posso ferire a morte qualcuno! Questa è la delicatezza della carità che Cristo ci comunica e ci chiede di vivere nelle relazioni quotidiane. L’attenzione all’altro, perché qualsiasi cosa facciamo a chiunque la facciamo personalmente a Lui! Sono dunque Parole che ci consentono di vivere la nostra figliolanza verso il Padre e di conseguenza la fraternità universale. Non sono un codice di leggi utopistiche e impossibili, ma una vera rivelazione e dono della stessa vita di Dio per noi. Sono lo specchio terso e limpido che ci rimanda l’unica immagine vera di noi stessi: figli del Padre e fratelli fra di noi. All’infuori di queste parole la nostra identità si offusca e non sappiamo più chi siamo e per questo ci difenderemo con la violenza da chi non vedrò come mio fratello.

Caro Gesù,
sarebbe più comodo per me
vivere il rapporto ‘solo’ con Te,
attraverso la preghiera e il silenzio
e tutti i riti che accompagnano
il cammino di fede.
Così avrei la ‘mia’ pace,
il ‘mio’ incontro con Te,
la ‘mia’ intimità col Tuo Amore.
Sarebbe molto più facile…
Ma Tu non mi lasci
in questa falsa tranquillità,
in questa diabolica illusione
di costruirmi un rapporto ‘solo’ con Te.
Mi spingi ad andare
incontro ai fratelli,
anche quelli che mi hanno fatto soffrire.
Mi disarmi infatti
del mio orgoglio
che soffia spesso
come scirocco rovente
sulle scintille delle mie recriminazioni,
e mi armi della Tua Parola,
l’unica capace di costruire ponti
laddove c’erano muri invalicabili;
Parola in grado di fare fiorire
i deserti più arroventati
dalle solitudini e dai rancori
e le croci più nude e dure;
l’unica che ha il potere di trasformare
la parola ‘nemico’ in ‘fratello’.
E mentre con fatica
mi accingo ad obbedirTi,
mi accorgo di essere diventato
figlio di Dio.
E la fatica dell’amare
lascia il posto alla gioia
del sentirmi amato da Te.
E questo mi basta.

Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!

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Orari

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