5 minuti con Gesù

Commento al Vangelo del giorno a cura di P. Antonio Maria Carfì

23 Aprile 2025 - Mercoledì

23 Aprile 2025 - Mercoledì

Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!

Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:

Dal Vangelo secondo Luca - Lc 24,13-35

Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana], due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.
Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

I discepoli di Emmaus, dopo la Passione, stanno tornando al loro paese, tristi e delusi. Gesù si affianca loro senza farsi riconoscere e chiede di che cosa stanno discutendo: «Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: “Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?”». Pensano infatti che tutto ormai sia finito e che Gesù abbia concluso la Sua esperienza terrena con la morte. Il Vangelo mette in evidenza come la loro tristezza sia la conseguenza del fatto che stanno parlando di ciò che è accaduto raccontandolo come un fatto del passato. Spesso anche per noi la tristezza nasce quando i nostri pensieri si fissano su ciò che è accaduto nel passato: errori fatti, rimpianti, dispiaceri, ferite ricevute e provocate. E così mentre il nostro orologio biologico va in avanti, la nostra psiche rimane bloccata. E nasce in noi tanta sofferenza. Un secondo motivo di sofferenza è legato alle attese che si erano fatte su Gesù: «Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute». E noi, cosa ci aspettiamo dal Signore? Chissà quante volte ha “deluso” anche noi! Preghiere non esaudite, grazie non ricevute, sconfitte nella vita, perdite importanti… Il punto è proprio questo! Anche noi come i discepoli di Emmaus forse abbiamo sperato che Gesù ci liberasse dalla sofferenza, dai problemi, dalle tribolazioni. E questo perché non abbiamo capito che Dio non ci libera ‘dalle’ sofferenze, ma ‘nelle’ sofferenze; non ci libera ‘dalla’ morte, ma ‘attraverso’ la morte. E infatti Gesù comincia a spiegare ai due discepoli tutto ciò che nelle Scritture profetizzava di un Messia che avrebbe sofferto per amore prima di entrare nella gloria. L’effetto di questo dialogo con questo misterioso personaggio lo rivelano gli stessi discepoli: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Questo è l’effetto che fa anche a noi la Parola di Dio quando non ci limitiamo a leggerla con gli occhi, ma col cuore; quando passiamo dal “sentirla” con gli orecchi all’“ascoltarla” col cuore, facendola scendere nelle profondità della nostra coscienza. Essa ci incendia, ci fa ardere il cuore; è un fuoco che brucia le nostre freddezze ed apatie, le nostre noie e quegli atteggiamenti un po’ chic che assumiamo quando, davanti ad un Vangelo che conosciamo, quasi sbuffiamo dicendo: “eh vabbè, questo l’ho già sentito tante volte…”, dimenticando che la Parola di Dio è viva ed efficace e penetra fino al punto di divisione dello spirito e dell’anima e che fa nuove tutte le cose (cfr. Ebrei 4,12). Essa infatti ci rinnova, ci ri-crea costantemente poiché è la Parola del Creatore: «Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu» (Genesi 1,3). Ma quando finalmente i discepoli di Emmaus riconosceranno il Signore? Quando, fermatisi per riposare, Gesù compie alcuni gesti: «Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: “Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto”. Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista». Lo riconobbero “allo spezzare del pane”: ossia nell’Eucaristia! Ecco dunque dove possiamo incontrare sempre il Vivente: nella Parola di Dio e nell’Eucaristia! Ormai è sempre con noi, ovunque! Ed in modo del tutto speciale nella Scrittura e nel Sacramento dell’Amore. Sì, perché non dobbiamo dimenticare la lettura che farà l’evangelista Giovanni dell’Eucaristia attraverso la lavanda dei piedi (cfr. Giovanni 13): l’Eucaristia alimenta in noi la carità! Poi Gesù sparisce: sì, perché noi tenteremmo di fermarlo, di impossessarci di Lui, di “asservirLo” a noi piuttosto che di renderci disponibili a “servire Lui”. E così ‘scompare’ semplicemente perché dobbiamo cercarLo ogni giorno. Come gli amanti del Cantico dei Cantici che fanno di questa ricerca il senso della loro vita. Un’ultima osservazione: l’esperienza dell’Eucaristia fa aprire gli occhi ai discepoli di Emmaus e ai discepoli di ogni tempo. Con la Pasqua si è chiuso il cerchio: quando Adamo ed Eva peccarono accade questo: «Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi» (Genesi 3,7). Il peccato ci fa aprire gli occhi sulla nostra realtà umana fragile e mortale; l’Eucaristia mi fa aprire gli occhi del cuore sull’Amore con cui Gesù mi perdona, mi salva e mi ama. Così non vediamo più la nostra miseria, ma la misericordia di Dio sulla nostra vita!

Caro Gesù,
anche noi Ti diciamo:
resta con noi!
Sì, perché abbiamo fatto tanta strada,
tante esperienze, tanti incontri,
ma la bilancia della delusione è sempre lì,
a segnare il peso che la vita
ci ha scaricato addosso.
E il cuore rimane dubbioso,
talvolta sanguinante, ancorato ad un passato
rispetto al quale non possiamo più fare niente.
Solo la Tua Parola, Gesù,
ha riacceso qualcosa in noi!
L’abbiamo sentita come una carezza personale,
ma anche come una sferzata
che ci ha risvegliati dal sonno della coscienza.
E all’improvviso ci siamo accorti
che attraverso la Tua Parola
ci dai del ‘tu’!
Entri in confidenza con noi come un Amico
e, come il roveto ardente,
riscaldi tutto ciò che muore per il freddo e l’indifferenza
e bruci tutto ciò
che ci impedisce di essere veramente felici.
Sì, Gesù, resta con noi
perché abbiamo già conosciuto tante “sere”
nella nostra vita e altre ne verranno,
ma se Ti fermerai con noi,
non temeremo più nulla.
Perché l’Amore respinge e vince ogni paura!

Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!

Liturgia

Orari

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