Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 16,24-28
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni.
In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno».
Il Vangelo di oggi sembra utilizzare un linguaggio urticante rispetto ai dogmi del mondo di oggi: “Sii te stesso”, “Fai solo ciò che ti piace”, “Sentiti libero da ogni legame”, “Pensa prima a te” … Potremmo continuare a lungo. Queste espressioni non sono totalmente sbagliate, ma sono molto limitate. Proviamo a vedere perché. “Sii te stesso”: già, bella esortazione, ma come mai oggi sono in tanti, piccoli e grandi a vivere profonde crisi di identità? È sempre più urgente la domanda: ma io, chi sono davvero? Cosa voglio? Quali sono i miei desideri più profondi? Dobbiamo riconoscere con onestà intellettuale che il mondo liquido di oggi sta generando identità fragili e questa fragilità si sta riversando in modo particolare sul mondo della famiglia e delle relazioni. Altro dogma di oggi: “Fai solo ciò che ti piace”: sì, è vero, è importante e a volte anche terapeutico dedicarsi a fare cose che ci piacciono, ma se questa inclinazione diventa l’unico mio criterio di scelta, che succederà quando la vita mi presenterà il conto salato delle difficoltà, dei sacrifici, delle scelte necessarie seppure dolorose? Ancora un altro dogma moderno: “Sentiti libero da ogni legame!”. Il mondo liquido di cui parlavamo precedentemente sta educando (?) i nostri giovani a costruire relazioni molto forti dal punto di vita emotivo, ma brevi nel tempo e senza nessun legame o responsabilità. Non siamo forse nell’epoca in cui anche la fine di legami importanti viene affidata ad un messaggino su whatsapp? Non accade forse sempre più spesso che in una coppia (con pochi o tanti anni di matrimonio, ormai pare non ci sia più molta differenza) il partner una mattina si alza e dice: “Non sento più niente”, “Non so più cosa provo per te” e magari anni di amore, di matrimonio e di sacrifici finiscono con separazioni dolorose per sé stessi e per i figli. Infine l’ultima delle frasi tipiche di oggi: “Pensa prima a te e fregatene di tutto e di tutti”. Certo è giusto avere attenzione per sé stessi, lo dice anche il grande Comandamento dell’Amore: “Ama il prossimo tuo, come te stesso”. Quindi devo amarmi per poter amare anche gli altri. Ma un conto è essere egoisti e mettere il proprio “Io” sempre più obeso dinanzi a tutto. Altra cosa è avere cura di sé per imparare ad amare gli altri; atteggiamento che ci colloca in perfetta linea evangelica. Abbiamo necessità dunque di ritrovare la nostra vera identità di figli di Dio e gli unici specchi autentici nei quali possiamo vederla specchiata è la Parola di Dio e la carità! Solo se accetteremo la logica evangelica del chicco di grano – che deve “morire” per dare frutto (cfr. Giovanni 12,24) – potremo “salvare” davvero la nostra vita, cioè conservarla in quella dinamica del dono che è il fondamento della gioia e delle relazioni libere e liberanti. Ciò che ci toglie la gioia ed intristisce la nostra vita è l’egoismo, l’autoreferenzialità, l’autosufficienza. Per questo l’Autore sacro ci ricorda la preoccupazione del Dio Amore all’origine della Creazione: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda» (Genesi 2,18). Sì, la nostra vita intesa come dono gratuito che Dio ha fatto a ciascuno di noi, ha un valore inestimabile, non negoziabile, che nessun “bene” terreno potrà mai eguagliare: «Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?». Questo monito di Gesù non vuole essere un invito a disprezzare le cose terrene, ma a valutarle secondo un punto di osservazione che è la Vita eterna che ci permetterà sempre di non confondere l’oro col piombo e di assegnare ad ogni cosa e situazione il giusto valore, il peso reale. Solo così potremo godere dei beni materiali senza che essi diventino mai degli idoli capaci di prendere il posto di Dio nel nostro cuore.
Caro Gesù,
coi nostri stili di vita
non sempre dimostriamo
di aver compreso davvero
il motivo per cui siamo su questa Terra,
il dono che è la nostra vita.
Il Tuo monito a “rinnegare” noi stessi
non è un invito a rinunciare
alle nostre identità e personalità,
quanto piuttosto l’invito
a liberarci di tutto ciò
che è fonte di sofferenza
per noi e per gli altri:
l’egoismo, l’orgoglio, il rancore,
la cupidigia, la lussuria, la prepotenza…
Perché in realtà desideri
che riscopriamo la vera natura
della nostra umanità:
l’attitudine al dono, alla gratuità,
alle relazioni sincere, a quella prossimità
che scioglie il gelo delle indifferenze,
che abbatte i muri per costruire ponti,
che rende autenticamente umana
la nostra esistenza e quella
di chi ci vive accanto.
Nella Tua logica d’Amore
hai ribaltato per sempre
la scala dei valori umani,
hai scritto col Tuo Sangue
un nuovo alfabeto della vita
nel quale “morire” significa vivere,
“perdere” vuol dire ritrovare,
“spogliarsi” delle cose
significa rivestirsi di Luce e di gioia vera.
Aiutaci Gesù a non opporre più resistenza
alla Tua Parola, l’unica capace
di insegnarci a vivere bene su questa Terra
per poi godere per sempre
del Tuo Amore e della Tua Amicizia,
in quel Regno che hai preparato per noi
dove l’unica moneta
che avrà sempre corso
sarà solo la carità!
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!

