Siamo giunti al mese di agosto. Il mese delle stelle! In cui volentieri solleviamo i nostri sguardi verso il cielo stellato, per scorgere qualche stella cadente. Anche la Parola di Dio ci invita a volgere lo sguardo al Cielo. Cioè all’essenziale. A tutto ciò che non passa. A tutto ciò che è eterno. A tutto ciò che è vera ricchezza: la presenza di Gesù nella nostra vita. Tutto ciò che è di questa terra, passa. L’amore di Dio è eterno. E non passa mai! Siamo in cammino per lasciare tutto ciò che è peccato, tutto ciò che riveste l’uomo vecchio. Per rivestire l’uomo nuovo. Di cosa? Di una vita nuova nello spirito. È vivere in pienezza la realtà del Battesimo. Essere parte della Chiesa Madre. Sperimentare la bellezza di essere figli di Dio. Sentirci già cittadini del Cielo!

È forte il richiamo che Gesù nel Vangelo rivolge all’uomo ricco. Che pensa ad accumulare tesori sulla terra. “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?” (Lc 12, 20). È un richiamo rivolto a ciascuno di noi. A quella parte di noi che grida il possesso dei beni terreni. Che spesso si fa prendere da ansie e paure, per paura di perdere beni caduchi. È l’invito a spiccare il volo, tagliando ogni legame che ci incatena. Sì, perché ci sono catene esteriori, ma ci sono anche catene invisibili. Essere liberi per vivere una vita in Dio, con Dio e per Dio. E allora sì che sperimenteremo la bellezza del Cielo già da questa terra!



Alla luce di tutto questo alla Cittadella abbiamo vissuto momenti intensi di preghiera. Domenica 3 agosto abbiamo celebrato Maria con il dolce titolo di S. Maria del Suffragio. Che cosa significa? Ce lo ha spiegato p. Francesco Iermito: “Significa proclamare una verità: che l’amore è più forte della morte”. Abbiamo pregato per chi non può più pregare per sé: i nostri cari defunti. E allora quale atto di amore più bello verso di loro! La santa Messa preceduta dalla preghiera di adorazione eucaristica offerta per le anime del Purgatorio. E durante il Rosario, ad ogni Ave Maria il nostro cuore si innalzava verso il Cielo, portando consolazione a chi attende di risplendere al più presto della luce di Dio. Infine, la processione verso la Cappella delle anime del Purgatorio tra canti e preghiere. Per essere consapevoli sempre più di una grande verità: siamo fatti per il Cielo!



Siamo su questa Terra e possiamo già vivere la comunione dei santi. La comunione con le realtà celesti. Il 2 agosto abbiamo celebrato la festa del Perdono di Assisi. Un dono grande che San Francesco ha fatto alla Chiesa. Una notte nel 1216 era immerso nella preghiera nella chiesetta della Porziuncola. Improvvisamente dilagò una vivissima luce e Francesco vide sopra l’altare il Cristo rivestito di luce, e alla sua destra la sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di angeli. Gli chiesero che cosa desiderasse per la salvezza delle anime. E la risposta di Francesco fu immediata: «Santissimo Padre, benchè io sia misero e peccatore, ti prego che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe». Il Signore gli disse: «Quello che tu chiedi, o Frate Francesco, è grande, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia questa indulgenza».

E Francesco si presentò subito al Pontefice Onorio III. Il Papa lo ascoltò e dette la sua approvazione. Qualche giorno più tardi, insieme ai Vescovi dell’Umbria, al popolo convenuto alla Porziuncola, Francesco disse tra le lacrime: «Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso». Parole ricche di commozione. Di chi ha sperimentato il Paradiso, l’Amore di Dio già su questa terra. E vuole che tutte le anime godano di questa luce. Di questa pace. Di questo Amore.


I Piccoli Fratelli e Sorelle dell’Immacolata accolgono questo invito. E scelgono di portare in pellegrinaggio ad Assisi il gruppo Giovani e il gruppo dei giovani Ministranti della parrocchia di Santa Maria di Porto Salvo di Cannitello, del nostro p. Antonio Maria Carfì. P. Francesco Vivona, fra Francesco, sor. Lella e sor. Manuela hanno accompagnato questi giovani a vivere un tempo di grazia. Giorni trascorsi intensamente.




La visita a Santa Maria degli Angeli e a San Damiano, accompagnata dall’ascolto di testimonianze, per immergersi nello spirito francescano. La salita al monte Subasio, il punto da cui Francesco ammirava il sole, le stelle. Il punto in cui si trova l’Eremo delle Carceri, luogo di silenzio e di contemplazione. Qui tante riflessioni hanno accompagnato i nostri giovani. Che si sono interrogati sul loro modo di guardare le cose e le persone che li circondano.




Poi la visita ai luoghi di Santa Chiara, alla Basilica della Spogliazione, luogo legato al momento cruciale della vita di Francesco: l’abbandono dell’uomo vecchio e l’inizio di una vita nuova. Nella stessa chiesa, la tomba del Beato Carlo Acutis. Un giovane che dal Cielo indica la strada della vera felicità: consegnare la propria vita a Gesù. “L’Eucaristia è la mia autostrada per il Cielo”. Questo il testamento che ha lasciato ai giovani e a ciascuno di noi.



Sì, agosto è il mese delle stelle. E le nostre stelle sono i santi! Così, siamo passati da un santo all’altro: da s. Francesco e s. Chiara al beato Carlo Acutis, fino al grande s. Domenico. Che per noi ha un’importanza speciale in quanto inventore del s. Rosario e patrono dell’Associazione del Rosario Perpetuo.

Così, domenica scorsa, la Liturgia domenicale è stata arricchita dalla spiritualità domenicana. Fatta soprattutto di annuncio del Vangelo e di amore a Maria. Come profetizzarono vari sogni che Giovanna, mamma del santo, fece durante la gravidanza: un cagnolino, simbolo di fedeltà a Cristo, e una stella, preannuncio della grande luce che il futuro predicatore avrebbe portato in tutta l’Europa.


E durante la celebrazione, un altro segno importante: la benedizione e unzione dei rosari personali di ogni fedele con l’olio di nardo. Segno della nostra preghiera che come profumo soave incessantemente sale a Dio (cfr. Sal 141,2). Ma anche dell’impegno a portare, attraverso la propagazione del Rosario, il “profumo di Cristo” (cfr. 2Cor 2,16) in ogni ambiente.



Sì, la Cittadella è una grande famiglia. Unita dall’amore di Dio attraverso l’Immacolata. Animata da noi, Piccoli Fratelli e Sorelle dell’Immacolata. Che offre a tutti la possibilità di un viaggio straordinario. Quello dalla Terra al Cielo. “Conquistare il mondo intero, tutti i cuori e ognuno singolarmente per la Regina non solo del cielo ma anche della terra; dare la felicità vera a quei poveri fratelli che la cercano solo nei piaceri effimeri di questo mondo: ecco il nostro scopo”.

Così scriveva il nostro amato s. Massimiliano Kolbe. Domani lo celebreremo con grande solennità. Con una gioia che quest’anno si moltiplica! Perché sotto la stella luminosissima di p. Kolbe sei nostri fratelli e sorelle professeranno i voti solenni. Impegnandosi ad essere sempre più stelle luminose nel firmamento della Chiesa. Per indicare a tutti la via del Cielo!
