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Ha vinto l'amore

Ha vinto l'amore

La Passione di Gesù è fuoco d’amore. Un fuoco potentissimo. Che ha consumato il suo corpo sull’altare della Croce. Facendo elevare al Cielo il profumo inebriante dell’incenso gradito al Padre (cfr. Ef 5,2). Ecco cos’è la resurrezione di Gesù! Frutto dolcissimo della sua amarissima Passione. Vittoria dell’Amore divino sulla durezza del cuore umano, avvelenato dal peccato originale. Ora tutto è luce. Tutto è grazia. E, per chi accoglie l’Amore, per chi sceglie di amare l’Amore, la vita ricomincia. E canta senza posa, già da questa Terra, l’Alleluia pasquale.

Fuoco che consuma. "Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi” (Lc 22,15). Questa è la chiave per entrare nella Passione di Cristo: il suo ardente desiderio di salvarci. Prima di immergerci nella splendida liturgia del Giovedì Santo, a pranzo è stata festa grande per i dieci sacerdoti della nostra Fraternità. Un momento di gratitudine rallegrato anche dal traguardo lavorativo di sor. Mariaconcetta Aronica, che ha concluso il suo percorso presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia cognitivo-comportamentale.

Nella Messa vespertina in Coena Domini, l’austero viola quaresimale ha lasciato spazio al fulgore dell’oro e del bianco. Il canto del Gloria ha anticipato l’imminente esultanza pasquale. Nella solenne concelebrazione, p. Santo Donato ha ricordato i tre doni di Gesù in questo giorno santo: l’Eucarestia, il sacerdozio cattolico e il comandamento della carità fraterna.

E in particolare sul sacerdozio ha osservato: «I preti sono l’invenzione più bella di Gesù. Sono le pupille della Madonna. Chi è il prete? È come certi alberi. Dall’esterno ne vediamo solo la corteccia, a volte un po’ ruvida. E dimentichiamo che all’interno c’è la linfa!». Un invito chiaro a rinnovare il rispetto soprannaturale per ogni sacerdote, e ad usare misericordia per le sue fragilità umane. Il gesto eloquente della lavanda dei piedi ha coronato la celebrazione. Ricordandoci ancora una volta l’incomprensibile umiltà di un Dio che si abbassa. Per insegnarci che si è felici solo facendosi servi dei fratelli (cfr. Gv 13,13-15).

Prima della consegna del tradizionale pane benedetto, gli “apostoli” si sono stretti in un grande cerchio attorno all’altare. Un gesto eloquente che ci ricorda il primato dell’unità nella Chiesa. Poi, in un’atmosfera di profondo raccoglimento, l’assemblea si è sciolta. Per lasciare spazio all’adorazione silenziosa di Gesù nel tabernacolo. Alle 22.00 la cappella si è nuovamente riempita di fedeli per l’Ora Santa. Un tempo prezioso per far compagnia a Gesù nella sua agonia al Getsemani. Per chiedere perdono, riparare e consolare il suo Cuore, afflitto ancora oggi dagli innumerevoli peccati dei suoi figli.

E nel Venerdì Santo il fuoco dell’Amore ha iniziato ad ardere con più forza. L’apparente sconfitta di Gesù è stata la sua vittoria. «La croce è stata un grande tranello», ci ha ricordato p. Francesco, attingendo al ricco patrimonio dei Padri della Chiesa. Sì, una sorta di “amo” per adescare il demonio. «Che solo per un attimo ha esultato, illudendosi di aver ingoiato per sempre l’umanità del Cristo. Senza accorgersi che insieme all’umanità aveva divorato anche la sua divinità. Quella divinità che presto avrebbe trionfato definitivamente, sconfiggendolo per sempre».

All’intensa Liturgia della Croce abbiamo unito una fervente preghiera per i nostri cari defunti, nell’ultimo venerdì del mese a loro dedicato. Il tutto è stato coronato da un commovente momento di preghiera con l’Addolorata. Abbiamo accolto la sua statua nella cappella ormai disadorna. Segno della triste – seppur temporanea – assenza dello Sposo (cfr. Mc 2,20).

Un’assenza davvero breve. Perché poco più di ventiquattro ore dopo, i nostri cuori erano già pronti a cantare la vittoria dell’Amore. Partecipatissima quest’anno la solenne Veglia pasquale. In cui abbiamo accolto il Cero, segno del Risorto, con la triplice acclamazione “Lumen Christi!”. Poi, immersi nelle tenebre, abbiamo ripercorso le promesse dell’Antico Testamento. Lasciando risuonare il primo canto di trionfo: “Cantiamo al Signore, stupenda è la sua vittoria!” (cfr. Es 15,1-18). Che si è sciolto con più forza nel Gloria, e infine nella piena esultanza dell’Alleluia pasquale. Sì, abbiamo visto il sepolcro vuoto! (cfr. Mc 16,4). E la gioia piena si è prolungata nell’agape. In cui ci siamo sentiti ancora più fratelli. Perché rinnovati nella nostra dignità di figli di Dio, rigenerati dalla vittoria del suo Figlio (cfr. 1Pt 1,22-23).

Col sole fulgido della Domenica di Resurrezione, letizia e pace hanno pervaso i cuori. Le liturgie solennissime e gioiose sono state partecipatissime. Con la presenza di fedeli provenienti da vicino e da lontano. P. Santo Donato, nell’omelia, ci ha ricordato che «Pasqua significa passaggio, guarigione, luce». E ha proseguito: «Grazie Gesù, perché sei risorto. Grazie perché è tutto vero. Grazie perché con la tua risurrezione fai risorgere la mia vita dal torpore, dalla stanchezza. Grazie Signore, perché alla tua luce vediamo la luce (Sal 36,10)».

E p. Francesco ha ripreso il tema della vittoria: «Vince davvero non chi riesce a sopraffare l’altro, come ci dice la mentalità del mondo. Ma vince colui che domina il proprio egoismo ed impara ad amare. Diventando un riflesso di Gesù crocifisso e risorto».

E allora, gustiamo il frutto della Sua Vittoria! Viviamo questo lungo e meraviglioso tempo di Pasqua col cuore lieto e luminoso. «Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra» (cfr. Col 3,1). Saranno infranti i sigilli di ogni sepolcro. E vinceremo con Lui. Se sapremo vincere nell’Amore. Vivendo ogni attimo con una sola preoccupazione. Amare tutti. Amare sempre. Amare come Lui.

Orari

Sante Messe Domenicali

8.30
10.30
18.00


Preghiera quotidiana

La Fraternità accoglie quanti desiderano unirsi
alla preghiera comunitaria

6.15 Lodi e Santa Messa (6.30 Sabato)
12.00 Ora media e Santo Rosario
16.30 Vespri, Adorazione eucaristica e Santo Rosario

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