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Tra memoria e speranza

Tra memoria e speranza

Passato e futuro si fondono in armonia solo se viviamo bene il presente. La sapienza biblica ci invita a fare memoria delle grandi cose che Dio ha fatto per noi. E proietta i nostri sguardi alla speranza in un Oltre che dà senso al nostro tempo fugace. Ma fare memoria, per un’umanità ferita dal peccato originale, significa anche ripercorrere con doloroso pentimento gli errori compiuti. Per non ripeterli più. E colorare di nuova luce il futuro. Attraverso un impegno costante nel presente. A partire dalle piccole cose di ogni giorno.

Memoria e speranza hanno riempito il tempo di preghiera vissuto venerdì 26 gennaio alla Cittadella dell’Immacolata. Perché, come ogni mese, abbiamo ricordato i nostri defunti. Condividendo con loro la speranza di giungere presto in Paradiso. E quale modo migliore per farlo – ci ha ricordato p. Francesco – se non riscoprendo incessantemente l’alto valore contemplativo del rosario? Una preghiera che fa memoria del passato – la storia della salvezza – aprendo alla speranza dei nuovi cieli e nuova terra (cfr. Ap 21,1). Sotto lo sguardo materno di Maria, Madre del ricordo e della speranza.

Memoria e speranza si sono declinate in musica sabato 27 gennaio, Giornata della Memoria. Facendo risuonare note di preghiera per la pace nella chiesa Maria SS. di Porto Salvo a Cannitello (Villa san Giovanni, RC). Il concerto “Uniti nell’Amore”, realizzato dai nostri Fratelli e Sorelle per l’Associazione Fidapa, non è stato semplicemente un mesto ricordo degli orrori del passato. Né una sterile denuncia di quelli del presente. Ma memoria viva che apre alla speranza. Per implorare da Dio il dono della pace. In un mondo che dal suo tragico passato sembra aver imparato ben poco.

«Il 27 gennaio del 1945 le truppe sovietiche liberano il campo di concentramento di Aushwitz. L’umanità non può dimenticare le atrocità di cui è stata capace. Il 14 agosto del 1941 muore ad Aushwitz padre Massimiliano Maria Kolbe. Egli aveva liberato dalla morte un condannato prendendo il suo posto nel bunker della fame, e dalla disperazione i suoi nove compagni di sventura. L’umanità non può dimenticare la santità di cui è stata capace». Queste le emblematiche parole che hanno aperto il concerto. Mettendo in luminoso contrasto la memoria del male con quella del bene. Un male che sembrava assoluto, invincibile. E che invece è stato vinto, silenziosamente ma inesorabilmente. Dai tanti uomini e donne che hanno vissuto fino all’eroismo l’invito di san Paolo: “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene” (Rm 12,21). Tra di loro risplende il nostro amato padre Kolbe. A cui si ispirano molti dei brani eseguiti, tratti dall’omonimo musical di Daniele Ricci.

Vogliamo lasciar risuonare alcune delle parole di luce che hanno aiutato la numerosa assemblea a riflettere e pregare. “Il sangue è sempre seme d’immensa pace e bene nella Tua volontà. Per noi sarà perfetta letizia se saremo degni di donare anche la vita per Te”. “Se siamo uniti Gesù è tra noi, e questo è il sogno più impensabile di tutti i sogni. Vale più della speranza più segreta, al di là di ogni altra meta”. “Fate della vostra vita un dono per le mani di Lei. E ne farete qualcosa di grande, un canto d’amore che torna a Dio”. Al termine del concerto il parroco p. Antonio Carfì ha ringraziato la Presidente della Fidapa (sezione Villa san Giovanni) Michela Catanese e il sindaco Giusy Caminiti, che a loro volta hanno dimostrato profonda gratitudine per l’occasione unica di riflessione e preghiera offerta dalla nostra Fraternità.

Memoria e speranza hanno illuminato le pagine evangeliche di domenica 28 gennaio (Mc 1,21-28). Ampiamente approfondite da p. Santo Donato nell’omelia mattutina. Memoria di un passato segnato dal male: «L’uomo posseduto non ha nome. Questa persona sei tu, sono io. Perché dentro di noi c’è sempre lo spirito impuro, frutto del peccato originale. Io non voglio fare il male, ma mi ritrovo a farlo (cfr. Rm 7,19)». E allargando lo sguardo sulla tragica situazione del mondo attuale: «Guardate la storia di oggi. Si è toccato il fondo dell’odio, della violenza, dell’indifferenza! E si rinnova il dramma di Caino e Abele (cfr. Gen 4,15-25)».

In questo quadro fosco si fa strada una speranza: «Col nostro libero arbitrio abbiamo il potere di deciderci per il bene, una volta per sempre: “Voglio essere tutto di Gesù, costi quel che costi”. Allora la nostra vita si trasformerà in benedizione». Una speranza chiamata a rinnovarsi ogni giorno: «Non contare le tue cadute. Conta le tue rialzate. Non ti scoraggiare. E con l’aiuto del Signore sarai più forte di ogni male, dentro e fuori di te». Anche p. Francesco ci ha invitati ad identificarci con l’uomo posseduto. E ha osservato che il momento più doloroso per lui è proprio quello della liberazione: “E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui (Mc 1,26)”. «Lasciarci liberare dal peccato, dai nostri vizi, ha un prezzo, e soprattutto all’inizio ci procura sofferenza. Ma poi prevale la vera pace».

Memoria e speranza si intrecciano in un quadro armonico, sostenuto da un’autentica vita di fede. Che ci permette di guardare al passato con serenità, imparando dai nostri errori e immergendoli nell’infinita misericordia di Dio. E ci aiuta a illuminare il futuro di nuovi orizzonti di luce. Dono di un Dio tutto Amore, che per le sue creature non vuole altro che il bene. Impariamo dai santi, e soprattutto al nostro san Massimiliano, a diventare annunciatori e costruttori della vera pace: «L’odio divide, separa e distrugge, mentre al contrario l’amore unisce, dà pace ed edifica. La religione di Gesù Cristo è realmente questa religione dell’amore, dell’amore perfetto. Se questa religione si diffondesse nel mondo intero, esso diventerebbe un paradiso» (SK 1205).

Orari

Sante Messe Domenicali

10.30
18.00


Preghiera quotidiana

La Fraternità accoglie quanti desiderano unirsi
alla preghiera comunitaria

6.30 Lodi e Santa Messa
(Lunedì ore 7.00)
12.00 Ora media e Santo Rosario
16.30 Vespri, Adorazione eucaristica e Santo Rosario

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