Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 16,20-23
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».
La Passione è un vero e proprio ‘parto’ per mezzo del quale il Figlio di Dio ci fa venire alla Luce ossia ci fa rinascere nella Sua stessa Vita divina. Siamo dinanzi ad uno dei tanti paradossi del cristianesimo: per mezzo della morte si giunge alla Vita; dalle tenebre alla Luce, dal peccato all’amicizia con Dio…
I Padri della Chiesa erano già ricorsi a questa immagine: Adamo ed Eva ci hanno partoriti alla vita che finisce; Cristo e Maria ci partoriscono alla Vita di Dio che non finisce mai! Alcune antichissime icone dell’area siriaca rappresentavano la Natività come preannuncio della morte del Figlio di Dio. Infatti ritraevano il Bambino all’interno di una culla che sembra più che altro un piccolo sepolcro; e le fasce che lo avvolgono rimandano più ai sudari nei quali venivano avvolte le salme che alle fasce dei neonati.
Gesù nasce per prendere su di Sé il peccato del mondo e ridonare a noi la grazia perduta col peccato delle origini. La Sua vicenda storica assomiglia davvero ad un parto: doloroso nelle sue dinamiche fisiologiche, ma al termine del quale giunge la gioia indescrivibile della Vita che spezza per sempre le catene terribili della morte. Questo ‘parto’ del Cristo sarà anche quello dei Suoi discepoli di ogni tempo.
È importante per noi sapere che le sofferenze che viviamo, di qualsiasi natura siano (fisiche, morali, psicologiche, spirituali) sono una sorta di ‘parto’, nel senso che se le viviamo con fede e con la certezza che la nostra vita è saldamente nelle mani di Dio, qualsiasi cosa ci accada, esse ci fanno ‘nascere’ ad una comprensione nuova delle cose e del senso stesso della vita. Grazie all’Amore che il Signore riversa nei nostri cuori non esiste nessun dolore che non diventi un ‘parto’, cioè l’inizio di qualcosa di nuovo.
Questo è il frutto della fede ed anche la forza della speranza. Cosa vuol dire sperare? La speranza è quella virtù che ci permette, laddove tutti vedono un chicco di grano che viene messo sotto terra e scompare alla vista del contadino, di ‘vedere’ già la spiga di grano pronta per la mietitura. È una virtù che non ha nulla a che vedere con l’ottimismo. Non è la convinzione che qualcosa andrà bene, ma la certezza che qualcosa ha un senso, indipendentemente da come finirà.
Perché ci fidiamo di Lui! Perché è salito sulla Croce per noi! Perché ha affrontato la Morte a faccia a faccia per noi. E ha vinto! Questo è il motivo per cui Gesù assicura che dopo la tristezza viene sempre la gioia. E che dopo l’esperienza della Sua presenza nella nostra vita, anche noi come gli Apostoli, non avremo più nulla da domandare al Signore. Perché finalmente avremo imparato a fidarci di Lui.
Caro Gesù,
grazie, per questa bellissima immagine
che ci doni oggi:
quella del ‘parto’,
colma di tenerezza e di vita,
di speranza e di futuro.
Essa è davvero una chiave di lettura
che ci permette di guardare alla sofferenza
senza più paura e angoscia.
Sì, perché abbiamo sperimentato molte volte
che il dolore, in tante sue forme,
è nostro compagno di viaggio.
E se ci mancasse una visione cristiana della vita,
penseremmo che la sofferenza ci tarpa le ali,
ci impedisce di essere felici,
di realizzarci come avevamo sognato.
Invece Tu ci dici altro:
qualsiasi dolore è sempre un parto,
poiché è principio di una vita nuova,
di un nuovo modo di vedere le cose,
di una nostra trasformazione interiore.
Dopo la Tua Passione,
nessun dolore è fine a sé stesso,
ma tutto rientra in un disegno d’Amore
che si compirà quando la Provvidenza divina
ci partorirà alla Vita eterna.
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!