Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 16,16-20
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».
Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».
Anche a noi, discepoli del terzo millennio, capita a volte di non capire Gesù, il Suo modo di operare nella nostra storia e in quella delle persone che vivono accanto a noi. Ci succede quando facciamo fatica ad accettare la logica della Pasqua.
Noi vorremmo sempre essere sereni, senza preoccupazioni né problemi né contraddizioni né tribolazioni. E siccome siamo amici di Gesù, pretenderemmo che Lui ci spianasse il cammino e ci proteggesse da tutti i pericoli e affanni.
Quante volte abbiamo sentito dire a qualcuno (forse lo abbiamo detto anche noi…): “Ma come, vado a Messa e mi è successa questa cosa dolorosa?”, oppure: “Io prego tutti i giorni, questa sofferenza proprio non me la merito” … Come se l’amicizia di Gesù fosse una specie di ombrello che dovrebbe ripararci da tutte le ‘piogge’ della vita!
La verità è che anche per i credenti, il vivere questa vita richiede di costruire un equilibrio tra il Venerdì Santo (“un poco e non mi vedrete”) e la Domenica di Pasqua (“un poco ancora e mi vedrete”). Cambierà il modo di rapportarsi con Gesù: prima della Pasqua come vero Uomo e dopo la Pasqua nella Sua forma di Risorto. Egli si fa riconoscere dai segni che lascia: riscalda il cuore con la Parola e si fa intravedere nello ‘spezzare il pane’ ossia nell’Eucaristia, ma anche nella nostra quotidianità quando ‘spezziamo’ la nostra vita in tanti piccoli gesti di amore verso chi ci sta accanto.
È necessario allora ricordarci una cosa molto importante: l’Amore che Gesù ci dona non è un amore ‘romantico’, ‘emotivo’, ‘sentimentale’. È invece un Amore drammatico e al tempo stesso aperto alla gioia della Pasqua: “In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia”.
Il nostro amore per Gesù, per noi stessi e per il prossimo deve essere un amore temprato nella sofferenza e nel sacrificio, ma proprio per questo conosceremo quella gioia grande e profonda che è il frutto della Pasqua.
Tutta la nostra vita spirituale è un passaggio continuo dalla morte alla vita, dal buio alla luce, dal peccato alla conversione, dalla desolazione alla consolazione, dall’afflizione alla gioia. Se entriamo in queste alternanze con quell’equilibrio che nasce dalla fede/fiducia che tutta la nostra esistenza è nelle mani di Dio allora non cadremo nei burroni della disperazione né ci esalteremo in modo infantile. Comprenderemo invece che seguire Gesù significa portare le nostre croci ogni giorno, avendo Lui come Cireneo che ci aiuta, ci risolleva dalle cadute e porta il peso maggiore.
Ma significa anche – per Lui, con Lui e in Lui – sperimentare la potenza della Sua Vita proprio in quelle sofferenze e ‘morti’ morali prodotte dalle nostre croci personali. E questa Sua presenza in noi diventa la fonte di quella gioia che Lui ha promesso: “la vostra tristezza si cambierà in gioia”. Lo ha detto Lui! E lo farà!
Caro Gesù,
perdonaci se qualche volta anche noi
non Ti capiamo e mettiamo in dubbio
il Tuo Amore per noi.
Ci succede tutte le volte che dimentichiamo
che la fede non è un anestetico per i dolori della vita
né un riparo collaudato contro le tempeste.
La fede è un atto d’amore e di fiducia in Te,
Crocifisso e Risorto.
È un impegno a seguire Te,
laddove vuoi portarci Tu
e non dove vogliamo andare noi!
È accettare i chiaroscuri della vita,
camminare al buio sorretti solo dalla certezza
che Tu sei accanto a noi, anche se non Ti vediamo.
La fede è fiducia che le nostre croci terrene
non sono solo luogo di paura e di sgomento,
ma occasioni per fidarci di Te
che le trasformi in luoghi di luce
e di purificazione del cuore.
La fede che apre vie impensabili
è quella che ci porta a dire:
‘Signore, non capisco, ma mi fido di Te’.
E quando davvero arriviamo a dirlo col cuore,
Ti sentiamo dire anche a noi:
‘La vostra tristezza si cambierà in gioia!’.
E i deserti della vita rifioriranno
e profumeranno di nuove fragranze.
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!