Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Luca - Lc 11,27-28
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
Ascoltiamo nel Vangelo di oggi la voce di una donna anonima che, vedendo Gesù, rivolge indirettamente una lode alla sua Mamma, Maria. Certamente è una delle tracce scritturistiche più antiche del culto e della devozione alla Madre di Gesù. L’argomento è vastissimo e non posso esaurirlo in questa rubrica dei 5 minuti con Gesù. Proverò tuttavia ad offrire alcuni spunti di riflessione. La prima testimonianza la offre il racconto dell’Annunciazione (cfr. Luca 1,26-38) che vede impegnata la SS. Trinità nell’Incarnazione che avviene grazie al consenso di Maria. A tal riguardo. A tal riguardo vale la pena ricordare che la prima Ave Maria della storia è l’Arcangelo Gabriele a pregarla! Infatti l’inizio della preghiera così cara alla cristianità è il saluto che l’Arcangelo rivolge a Maria a Nazaret: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te» (Luca 1,28). Il Rallegrati è la traduzione letterale dal greco e che in latino abbiamo reso con la parola Ave. Pertanto è tutt’altro che una forzatura attribuire la prima Ave Maria a Dio stesso, giacché l’Angelo si fa portatore della volontà dell’Unitrino. Un altro passaggio importantissimo sarà rivelato dall’Evangelista Giovanni quando, descrivendo la scena della morte in croce di Gesù (cfr. Giovanni 19,25-27), ci trasmetterà il Testamento spirituale del Signore sul futuro della Madre e della Chiesa: «Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”. E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.» (Giovanni 19,26-27). Brano fondamentale per comprendere come la maternità spirituale di Maria sull’umanità (rappresentata da Giovanni) sia chiara volontà del Signore e non una invenzione tardiva della Chiesa. Infatti l’azione conclusiva del discepolo indica ai discepoli di ogni tempo cosa bisogna fare con Maria: «E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé», espressione che letteralmente andrebbe tradotta così: «L’accolse tra le proprie cose essenziali». Pertanto Gesù ci dice che Maria non è un “accessorio” della vita discepolare, ma ne costituisce uno dei pilastri fondamentali. Infine, gli Atti degli Apostoli, descrivendo la composizione della Comunità primitiva in attesa della Pentecoste (cfr. Atti 2,1-4), dopo aver indicato per nome ogni Apostolo, annuncia, in mezzo a loro, la presenza di Maria, unica donna ad essere indicata col proprio nome, evidenziandone così l’assoluta importanza: «Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi: vi erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo. Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la Madre di Gesù» (Atti 1,13-14). Dunque, nessun dubbio sull’importanza del ruolo che Dio stesso ha voluto che Maria avesse nella Storia della Salvezza. Nel Vangelo di oggi potrebbe forse per un attimo disorientarci la risposta di Gesù al riferimento fatto alla Madre: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!». In realtà anche Lui sta lodando Maria perché sta indicando a coloro che ne ammirano la bellezza riflessa nel Figlio quale sia il vero motivo dell’esemplarità della Madre: l’ascolto della Parola! Infatti chi più e chi meglio di Maria ha ascoltato e fatta propria la Parola di Dio? Ella l’ha talmente amata che ha rivestito della Sua santa umanità il Verbo concepito nel Suo grembo immacolato. Pertanto (con buona pace dei nostri fratelli protestanti…) Gesù anziché prendere le distanze dalla Madre la offre a noi come modello di ascolto e di disponibilità a fare incarnare ogni giorno la Parola nel vissuto quotidiano. Come ha fatto Lei: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (Luca 1,38).
Caro Gesù,
chissà quanto assomigliavi
alla Tua Mamma!
Il Tuo Volto, la Tua figura,
il Tuo modo di essere avrà avuto
il profumo del Cielo
e i colori di Maria di Nazaret,
per l’esperienza irripetibile
della Tua Incarnazione in Lei!
Eppure oggi ci dici
che anche noi
possiamo avere con Te
la stessa familiarità:
basta ascoltare la Tua Parola
come ha fatto Maria,
e farla crescere in noi,
come ha fatto la Tua Mamma,
e donarla al mondo,
come ha fatto Lei,
per essere beati.
E allora grazie Gesù
perché attraverso la figura di Tua Madre
indica a ciascuno di noi
la strada per essere felici;
non per cambiare il mondo,
ma per cambiare il nostro cuore
e vedere il mondo con occhi nuovi:
quelli Tuoi e di Maria.
Grazie perché se non è possibile vederTi
con gli occhi della carne,
è però sempre possibile sentire la Tua voce
attraverso l’ascolto della Parola.
E guardando alla Tua Mamma
come al modello perfetto dell’ascolto
anche noi pian piano Ti assomiglieremo
nell’amore verso il Padre Tuo e nostro
e nella carità tra di noi.
E non sarà difficile cogliere
oltre le nubi
il sorriso compiaciuto di Tua Madre.
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!

