Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Matteo - 18,15-20 -
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
Nel Vangelo di oggi c’è in giuoco una cosa molto importante: la correzione fraterna! Quanto di più importante e al tempo stesso difficile da fare, non solo in una comunità parrocchiale, ma anche in una famiglia o in un gruppo di amici o in un ambiente di lavoro. È importante perché si tratta di “guadagnare” il fratello. È difficile perché subentrano tante dinamiche che ruotano sempre intorno all’orgoglio: “Chi sei tu per correggermi?”, “Tu sei peggio di me!”, “Pensa ai fatti tuoi” … e così via! Prima di correggere un fratello però devo sempre chiedermi: perché lo faccio? Perché davvero desidero “guadagnarlo”, cioè riportarlo nella verità, nella comunione piena con gli altri? Oppure lo correggo per umiliarlo, per approfittare del suo stato di difficoltà per riversargli addosso le mie frustrazioni, la mia antipatia, la mia vendetta per quando è stato lui a correggere me!
Una cosa è certa: se nel tuo cuore senti di non amare veramente quel fratello/sorella è meglio non fare nessuna correzione fraterna, finirebbe in un “bagno di sangue” di accuse reciproche, di recriminazioni, di rancori solo sopiti e mai guariti. Diventa invece terapeutica e necessaria se si svolge in un contesto in cui si respira un’accoglienza incondizionata, dove l’altro si sente voluto bene nonostante le sue fragilità e povertà, non si sente giudicato se sbaglia, piuttosto di sente assolto se è colpevole, ricercato se si è smarrito nel cammino. Ognuno di noi è disposto ad accogliere una correzione solo se prima si è sentito incondizionatamente amato. Come fa il Signore con noi! Altrimenti si rischia il muro-contro-muro che porta a fratture ancora più grandi. Il peccato infatti provoca già delle fratture: fra noi e Dio, fra noi e noi stessi, fra noi e gli altri e fra noi e il creato.
La correzione fatta bene e con amore invece allontana il male e riconduce colui che subisce la correzione alla comunione piena. Dunque l’obiettivo della correzione non è condannare, ma “guadagnare il fratello” che ha sbagliato. E gli elementi che la rendono uno strumento efficace sono indicati dall’Evangelista Matteo in alcuni passaggi: deve essere fatta in spirito di riconciliazione (cfr. Matteo 5,23 ss.), di perdono (cfr. Matteo 6,14 ss.), di non giudizio (cfr. Matteo 7,1-5), di tolleranza (cfr. Matteo 13,24 ss.) e di cura per chi sbaglia (cfr. Matteo 18,10-14). La comunione ritrovata grazie alla correzione fraterna fatta e accolta bene mette in condizione la comunità di chiedere con cuore unanime ed ottenere.
Su questo ultimo punto tuttavia occorre fare chiarezza. La comunione tra i membri della comunità che è segno della comunione con Dio non garantisce che tutte le preghiere saranno esaudite: siccome siamo in comunione, preghiamo tutti insieme di vincere all’enalotto per risolvere tutti i nostri problemi economici (che poi non sarebbe male…). Il contesto del Vangelo ci fa capire cosa chiedere al Padre con la certezza di ottenerlo: vivere sulla terra il Suo stesso potere di amare che non vede l’ora di condividerlo con noi, di essere misericordiosi come Lui, di “guadagnare” quanti più fratelli e di perdonare tutti! In definitiva, ciò che il Padre ci concederà sempre è il dono di vivere da figli Suoi e fratelli tra di noi.
Caro Gesù,
è facile per noi rinfacciare agli altri
quello che non ci piace di loro e poco importa
se a causa della nostra irruenza
o del nostro sentirci sempre “a posto”
roviniamo le amicizie, incriniamo gli affetti, chiudiamo i cuori.
Perdonaci soprattutto quando usiamo la Tua Parola
come una spada affilatissima e tagliamo cuori e coscienze
credendo di fare il bene, il bene della Tua Chiesa,
mentre spesso sfoghiamo solo le nostre frustrazioni
e nascondiamo i nostri rancori ed antipatie
dietro rimproveri fatti solo per umiliare.
Insegnaci la vera correzione fraterna,
quella fatta per amore e per amare e amarci come vuoi Tu!
Quella fatta per “guadagnare” gli altri a Te
perché se a Te li riportiamo
Tu ce li restituirai come veri fratelli.
Quella che crea una relazione bella tra di noi e con Te
così autentica e profonda che ci permetterà di trasformare
parole come “fratelli” e “comunione”, da slogan ecclesiali privi di contenuto,
ad esperienze belle di vita quotidiana,
che sarà vissuta nella gioia di avere “guadagnato”
in amore e fraternità.
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!