5 minuti con Gesù

Commento al Vangelo del giorno a cura di P. Antonio Maria Carfì

17 Ottobre 2024 - Giovedì

17 Ottobre 2024 - Giovedì

Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!

Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:

Dal Vangelo secondo Luca - Lc 11,47-54

In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite.
Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».
Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

Ho la sensazione che il pranzo cui era stato invitato Gesù è “calato storto” a molti commensali… Dall’osservazione fatta a Gesù dal fariseo perché non si era lavato le mani e le braccia secondo l’usanza dei giudei è nata una reazione veemente di Gesù che non contesta le consuetudini, ma rimprovera il fatto che la religiosità si concentri solo sugli aspetti esteriori, trascurando gravemente il centro di ogni relazione con Dio e con gli altri che è il cuore.
Già Isaia aveva dato voce al disappunto di Dio verso il popolo: «Questo popolo si avvicina a me solo con la sua bocca e mi onora con le sue labbra, mentre il suo cuore è lontano da me e la venerazione che ha verso di me è un imparaticcio di precetti umani» (Isaia 29,13). E abbiamo assistito in questi giorni ad un crescendo di rimproveri, come per far capire che l’ipocrisia, se non viene risolta nel cuore del “credente”, avrà un crescendo di gravità nelle mancanze.
Infatti Gesù aveva puntato il dito inizialmente sulla trascuranza dell’amore di Dio che porta inevitabilmente all’idolatria del proprio “io” (amare i primi posti nelle sinagoghe e i saluti di riverenza nelle piazze) e cha ha come conseguenza il diventare “sepolcri imbiancati” (cfr. il Vangelo di ieri). E tutto ciò non può che condurre alla mancanza di discernimento nel sapere cogliere e accogliere gli inviati di Dio: ieri i profeti, oggi i martiri come mons. Oscar Romero, p. Pino Puglisi e tanti, ma proprio tanti altri. E non solo quelli che hanno pagato col proprio sangue la fedeltà a Cristo; ci possono essere molti “perseguitati” anche tra noi quando non riconosciamo i doni e i carismi degli altri e attraverso il giudizio avvelenato dall’invidia tendiamo ad escludere le persone, ad emarginarle.
Questi atteggiamenti malati sfociano poi nell’usare la religione come un potere personale per dominare gli altri (pericolo dal quale neanche il cristianesimo è stato esente nel corso della storia… e forse anche oggi in alcuni suoi rappresentanti…) per cui veniamo avvisati dal rimprovero tagliente di Gesù: «Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».
È un monito per noi sacerdoti, teologi, consacrati, catechisti, operatori pastorali, impegnati a qualsiasi titolo in qualsiasi comunità cristiana: dobbiamo “servire Dio” e non “servirci di Dio”! Dobbiamo impegnarci ad accogliere le persone, aiutarle a comprendere meglio i misteri della fede. Dobbiamo fare della nostra vita una diaconia di amore come ha fatto Gesù: metterci ai piedi degli altri per “lavarli”, “asciugarli” e aiutarli a ritrovare la forza per scegliere la Via verso cui indirizzare i loro passi. L’invettiva di Gesù: «Guai a voi…» ci raggiunge non se siamo peccatori e fragili e deboli e cadiamo tante volte… No, no! Ci raggiunge se siamo ipocriti e col nostro comportamento non solo non godiamo dell’Amicizia di Gesù, ma addirittura, scandalizzando coloro che ci stanno accanto e allontanandoli dalla comunità a causa del nostro comportamento, impediamo loro di conoscere Gesù e fare esperienza di Lui attraverso la nostra testimonianza.
La conclusione del Vangelo di oggi è drammatica. L’ipocrisia era diventata talmente radicata ed incancrenita nel cuore di quei dottori della legge e scribi e farisei (i “professionisti” della religione: oggi potremmo dire: i preti, i consacrati, i teologi, i catechisti…) che anziché lasciarsi mettere in discussione dalle parole di Gesù cominciano a trattarLo con un’ostilità crescente che porterà successivamente alla Sua condanna a morte.
Pertanto l’invito per noi è quello di lavorare con serietà sul nostro cuore (non sul cuore degli altri…) per accogliere la Parola di Dio che come un bisturi recide ogni legame col male: «Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore» (Ebrei 4,12); e ci permette di raggiungere l’autenticità e la vera libertà dei discepoli di ogni tempo: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Giovanni 8,31-32).

Caro Gesù,
non lo so
se i commensali di quel pranzo
abbiano digerito bene…
E non so neanche
se digeriamo bene, noi, oggi,
le Tue parole…
La veemenza con cui rimproveri
ogni forma di ipocrisia ci spiazza
perché sappiamo di metterle anche noi
a volte le maschere.
Anche noi “vicini”
corriamo il rischio di “servirci di Te”,
anziché “servire Te”.
Per questo Ti ringraziamo
perché solo nella verità
possiamo incontrare Te.
E ci stupisce che la verità
che Tu cerchi in noi
non è la perfezione, la virtù,
la “quantità” di preghiere che facciamo…
No! Tu in realtà
cerchi la verità della nostra debolezza,
la verità dei nostri peccati,
la verità delle nostre miserie,
perché sei Felice di perdonarci,
di riversare su di noi
la Tua Misericordia.
Abbiamo capito (speriamo…)
che avere fede non consiste
nell’organizzare improbabili contabilità
di quello che facciamo per Te,
ma nella consapevolezza di quello
che Tu fai per noi.
E allora parla ancora ai nostri cuori,
parla sempre, grida, non stancarTi,
vinci le nostre sordità
e durezze di cuore.
E scopriremo che grazie ai Tuoi rimproveri
possiamo diventare creature nuove,
figli autentici e amici di Dio.

Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!

Liturgia

Orari

Sante Messe Domenicali

8.30
10.30
18.00


Preghiera quotidiana

La Fraternità accoglie quanti desiderano unirsi
alla preghiera comunitaria

6.15 Lodi e Santa Messa (Lun, Mar, Mer)
6.30 Lodi e Santa Messa (Gio, Ven, Sab)
12.00 Ora media e Santo Rosario
16.30 Vespri, Adorazione eucaristica e Santo Rosario

Logo bianco Cittadella dell'Immacolata