Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Luca - Lc 11,42-46
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!».
Il Vangelo odierno è la prosecuzione del brano di ieri: siamo ancora a tavola con Gesù e i farisei e i dottori della Legge. E l’esortazione fatta ieri da Gesù sull’importanza di curare l’interiorità prima che l’esteriorità diventa oggi un rimprovero forte e a tratti anche molto aspro: «Guai a voi…», grida Gesù rivolto ai “professionisti” della religione.
È chiaro che non è una minaccia, ma il grido di Colui che ama e avverte gli amati che una fede senza cambiamento interiore è solo ipocrisia! Infatti Gesù mette in evidenza quegli atteggiamenti tutti esteriori (amare i primi posti nelle sinagoghe, le riverenze degli altri …) che se non vengono corretti e purificati porteranno le persone “religiose” a diventare… sepolcri imbiancati! Condizione terribile! Sembrare all’esterno persone buone, pie, credenti, mentre il cuore è abitato dalla morte! Ecco da quale pericolo ci mette in guardia Gesù oggi. Sì, perché mette in guardia anche noi. Il rimprovero infatti è rivolto a coloro che frequentano, che pregano, che si sentono “vicini” al Signore.
Se leggiamo con attenzione i Vangeli ci accorgiamo che Gesù non ha mai minacciato i peccatori, i pagani, i “lontani” verso i quali invece ha sempre dimostrato una grande disponibilità e misericordia: si veda per esempio l’incontro con Zaccheo (cfr. Luca 19,1-10), con l’adultera pronta per essere lapidata (cfr. Giovanni 8,1-11). Senza dimenticare che il primo “santo” canonizzato direttamente da Gesù e che con Lui entrerà subito in Paradiso è un ladrone (cfr. Luca 23,40-43). Addirittura Gesù avviserà i capi dei sacerdoti e gli anziani del tempio (e anche noi oggi): «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio» (Matteo 21,31).
La religione, o meglio la fede in Dio deve fondarsi sull’esperienza della Sua misericordia gratuita, immeritata e infinita! Non sull’osservanza solo esteriore dei Comandamenti, come quella degli schiavi, mentre nel cuore nutriamo tanta ribellione e insofferenza. Non siamo “schiavi”, ma figli! Dobbiamo allora partire dall’Amore che Lui ha per noi e su questo Amore costruire la nostra preghiera e tutta la nostra vita, le scelte, i progetti, le relazioni. Un rapporto autentico con il Signore inizia quando riconosciamo “il fariseo” che si nasconde in ognuno di noi e a questo “fariseo” facciamo gridare la preghiera del cuore del pubblicano: «O Dio, abbi pietà di me peccatore» (Luca 18,13).
E attenzione all’ultimo monito: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!». Sì, stiamo molto attenti anche noi che “crediamo di credere” e di conoscere la Parola di Dio e gli insegnamenti di Gesù e li usiamo… per giudicare e criticare gli altri! Lavoriamo alacremente sul nostro cuore, non su quello degli altri perché il mondo non ha bisogno di censori e criticoni, di “maestri” e giudici implacabili di tutto e di tutti. Il mondo piuttosto ha bisogno di testimoni, credenti e credibili perché creduti. E ricordiamo che la parola “testimone” in greco ha il corrispondente nel termine mártyras, che rimanda al “martirio”. Il testimone è colui che mette in gioco la propria vita (e non quella degli altri…) per mostrare al mondo che Dio è Amore.
Caro Gesù,
oggi davvero
non le mandi a dire,
ma ci scuoti con forza,
la forza della Tua Parola
che è come una spada
che vuole recidere
tutti i legami col male.
E il male che oggi vuoi guarire
non è tanto il peccato che nasce
dalle nostre debolezze e fragilità.
È un male sottile,
a volte invisibile, silenzioso e devastante,
che si annida pericolosamente
proprio in noi che diciamo
di essere credenti: l’ipocrisia!
Proprio non la sopporti:
sei misericordioso con i ladri,
le prostitute, i lazzaroni della vita,
ma con gli ipocriti, no!
Proprio con ce la puoi fare!
Perché lo siamo
tutte le volte che diciamo di amarTi
e poi odiamo gli altri;
tutte le volte
che denunciamo senza appello
il male degli altri,
mentre siamo abilissimi a nascondere
il nostro che è ancora peggiore;
tutte le volte che gridiamo a qualcuno:
“devi convertirti!”,
mentre noi siamo abilissimi
a danzare sui nostri compromessi di coscienza.
No, non sarà mai il peccato
a tenerci lontani da Te,
ma l’ipocrisia!
Oggi grida il Tuo Cuore
di Fratello e Amico degli uomini
che vuol farci uscire
dai nostri sepolcri imbiancati
per essere portatori di Vita e non di morte.
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!