Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Luca - Lc 19,1-10
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Stamattina vi confesso la mia difficoltà ad essere breve e restare nei “5 minuti” tanto il brano si presta a molteplici letture… ma ci proverò.
Ci siamo lasciati ieri con gli occhi del cieco che si riaprono “di nuovo” per vedere subito lo sguardo di Gesù e in Lui “in modo nuovo” tutte le cose. Anche oggi c’è in scena un gioco di sguardi. Ci sorprendiamo? Forse che l’amore non è anche un gioco di sguardi? Da una parte quello di Zaccheo, capo dei pubblicani, considerati la categoria più disprezzata in Israele a motivo del loro mestiere di esattori (iniqui) delle tasse.
Dall’altra c’è lo sguardo di Gesù, cercatore infaticabile degli ultimi, dei “peggiori”, dei disprezzati e giudicati da tutti. Ieri è stato il cieco ad “alzare lo sguardo”, oggi è Gesù a farlo indirizzandolo verso un piccolo uomo appollaiato su un albero e nascosto tra le foglie… Sì, come Adamo ed Eva che tentarono di “nascondere” la propria nudità/peccato dietro le foglie di fico ossia i tanti alibi dietro i quali spesso ci nascondiamo per giustificare le nostre miserie (cfr. Genesi 3,7).
L’atteggiamento di Zaccheo, guardingo e sulla difensiva, è in realtà un annuncio di speranza: nonostante i peccati, gli errori e gli orrori che possiamo commettere nella vita rimane sempre nel cuore dell’Uomo un’antica e struggente nostalgia di Dio, della Bellezza, della Verità, del Bene. Segno che non sarà mai l’abbondanza delle cose e dei beni materiali a riempire le voragini che abbiamo nel cuore, ma solo l’incontro con uno Sguardo che è quello di un Dio perdutamente innamorato di noi. In questo momento mi chiedo: quali sono stati gli “alberi” sui quali sono salito per “vedere” Gesù?
Ricordo quando da bambino mi portavano alle feste di paese e la folla di persone grandi mi impediva di vedere al di là delle loro… schiene. E allora qualche persona adulta mi faceva salire sulle sue spalle per guardare oltre il muro di folla… Chi sono questi alberi sui quali possiamo salire per guardare “oltre” il nostro peccato o la “folla” di dubbi che creano confusione in noi e ci impediscono di “vedere” Gesù? La Scrittura, i Padri della Chiesa, il Magistero, i Santi, l’innumerevole schiera di martiri, beati, testimoni credenti e credibili che abbiamo incontrato e che il Signore continua a mettere sul nostro cammino; probabilmente anche i nostri anziani, ultimi baluardi di una fede semplice che, ahimè, si sta spegnendo… Abbiamo una vera e propria “foresta” a nostra disposizione!
Zaccheo ora scende dall’albero: lo sguardo e la voce di Gesù lo attirano potentemente: «Zacchèo, scendi subito». Sì, scende Zaccheo dall’albero, deve scendere, dobbiamo scendere tutti perché è Gesù che vuole salire su altro albero, quello della Croce e lì il gioco di sguardi si invertirà: «E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me» (Giovanni 12,32). È finita la “schiavitù” degli alberi: non daranno più frutti avvelenati, non saranno più luoghi dove nascondere il desiderio di “vedere” Dio: la Croce ha riscattato tutti gli “alberi” della storia, anche quelli dai rami secchi, anche quelli che non davano più frutti (cfr. Luca 13,9), perché la Pasqua di Gesù ha immesso nuova linfa vitale in tralci divenuti inutili (cfr. Giovanni 15,1-2). È il tempo di cogliere il frutto benedetto dell’albero/grembo immacolato di Maria: Gesù! E Lui non invita Zaccheo solo a scendere dall’albero, quello che dice dopo deve farci tremare di emozione: «oggi devo fermarmi a casa tua». Gesù è l’Amore di Dio che vuol fare visita alle nostre case, alle nostre quotidianità a volte grigie e corrose dalla ripetitività.
È una rivoluzione: non ci chiede di “andare da Lui”, è Lui che viene da noi… e ci chiama per “nome”: Zaccheo, Antonio, Maria, Teresa, Francesco… È un Dio appassionato delle nostre “abitazioni”, che ci cerca, che si fa strada fra le nostre perplessità e che annuncia una cosa grande: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza». Tutte le volte che lo lasciamo entrare offrendoGli la nostra libertà, un po’ di tempo, la preghiera, la carità fra di noi (il cibo che più gradisce) “ci salva”. Cosa vuol dire? Salvare è più che guarire: la guarigione riguarda la sfera fisica, la salvezza coinvolge l’integralità dell’Uomo e si manifesta come pace, gioia, consapevolezza di essere amati e quindi spinti ad amare come ama Lui, certezza che tutto rientra in un grande disegno di amore, anche la sofferenza e perfino la morte… La salvezza è sentirsi in pace con sé stessi, perché Dio mi salva “soprattutto” da me stesso, dalla tentazione di fare bilanci della vita sempre in negativo, dal pericolo di “non vedere” la Sua misericordia e la Sua Provvidenza anche in mezzo ai fallimenti…
Attenti vi prego all’Oggi! Ossia proprio questa mattina, nelle tue faccende, nei problemi in famiglia o al lavoro, nelle tue preoccupazioni e smarrimenti, nella condivisione delle tue piccole/grandi gioie, piccole/grandi soddisfazioni: Oggi, Gesù vuole entrare a casa tua! Un’ultima osservazione, perdonatemi… L’incontro con Gesù porta sempre un cambiamento nella nostra vita! Zaccheo, da ladro, diventa un benefattore e non si tratta solo di fare elemosine. La sua gioia nasce dal condividere con altri ciò che ha perché la felicità più bella è quella che si può avere in comune con altri, altrimenti porta solo all’egoismo, a vivere magari in “palazzi d’oro”, ma da soli… E i metalli, anche i più preziosi, rimangono “freddi” e non riscaldano il cuore di nessuno… Basterebbe pensare che in punto di morte, anche i più avari, non si fanno portare sul letto i titoli bancari o le mazzette di banconote, ma vogliono accanto a sé le persone più care…
Ci lasciamo con l’ultima frase di Gesù, perla che deve accompagnare la mia giornata, filo di sutura delicato che deve rimarginare le ferite dell’anima e le paure anche di Dio: «Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». Mi sento proprio smarrito? La mia situazione oggettivamente dolorosa mi fa sentire irrimediabilmente isolato? La consapevolezza degli errori e dei peccati mi vorrebbe chiudere nell’angolo (angus in latino, da qui la parola angoscia) e farmi sentire perso? Ora so che Lui mi sta cercando e se sposto un pochino le fronde delle foglie/pensieri negativi e guardo oltre vedrò sicuramente lo sguardo di Gesù che mi ripeterà con tenerezza: «scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua»!
Caro Gesù,
Tu mi incuriosisci,
ma spesso mi tengo
“prudentemente” a distanza,
forse perché ho paura
che se Ti concedo troppa confidenza
chissà cosa mai verrai a chiedermi…
E così mi nascondo tra le foglie e le folle
delle paure, delle delusioni,
ma anche di tanti sogni e speranze…
Ma in fondo
lo sai che Ti cerco,
anche quando non lo ammetto
neanche a me stesso.
E all’improvviso mi accorgo
di uno Sguardo, il Tuo,
che si fa strada nel buio
e tra la folla rumorosa dei miei pensieri
e mi attraversa
come una lama di Luce calda
e mi fa sentire
amato e accolto da Te
senza giudizio, senza accuse,
senza rimproveri o recriminazioni.
Il Tuo Sguardo di Dio innamorato
delle mie povertà
che mi fa sentire l’urgenza
che Ti brucia il Cuore
di entrare a casa mia,
di far cambiare l’aria viziata
da pensieri orfani di speranza,
per rifare i “letti” ormai abituati
alle stanchezze
e alla voglia di mollare…
e anche se trovi il frigo vuoto,
so che preparerai Tu la mia cena,
offrendomi come sempre
il Tuo Corpo arso d’Amore.
E allora mi coglie una voglia nuova
di donare agli altri ciò che Tu dai a me.
Perché con il Tuo Sguardo
entra in casa mia il desiderio di fare festa,
comunione con gli altri,
condivisione, senza più calcoli,
dell’unico Amore che salva:
il Tuo!
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!