Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Luca - Lc 19,41-44
In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo:
«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi.
Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».
Gesù è decisamente in cammino verso Gerusalemme. È consapevole che sta andando incontro alla Sua Passione e si ferma sul monte degli Ulivi, vicino al Getsemani, di fronte alla Città santa. Nei pressi di questo luogo che ha raccolto le lacrime di Gesù, i bizantini costruirono intorno al VII secolo una piccola chiesa chiamata del “Dominus Flevit” (in latino “pianto”), ricostruita negli anni ’50 del secolo scorso e nella quale per tanti anni ho avuto la grazia di poter pregare.
Quella di oggi è un’icona struggente: Dio piange per la non accoglienza da parte degli uomini! È il dramma di ogni epoca: Dio Amore bussa alla porta del cuore degli uomini e moltissimi di essi non usano (o forse è il caso di dire “non usiamo” …?), la maniglia della fede per aprire la porta del cuore: «Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Apocalisse 3,20). La Sua missione sta per concludersi con quello che agli occhi degli uomini sembra un fallimento totale: la morte di Gesù! Mentre sappiamo che è il momento in cui Lui sta per fare nuove tutte le cose: «E Colui che sedeva sul trono disse: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”. E soggiunse: “Scrivi, perché queste parole sono certe e vere”» (Apocalisse 21,5).
E, diciamoci la verità, la profezia sulla distruzione di Gerusalemme (che avverrà da parte dei Romani nel ’70 d.C.) oggi ci appare in tutta la sua cruda realtà visto ciò che sta accadendo in questi ultimi mesi in Terra Santa: «Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte». Una Terra Santa ancora insanguinata dal sacrificio di migliaia di innocenti, immolati sull’altare del “dio odio”, del “dio violenza e vendetta”; nomi così diversi da quelli che Gesù ci ha rivelato del Padre suo e nostro: «Dio è Amore» (1Giovanni 4,16) che non chiede sacrifici, ma che offre Sé stesso sull’altare della Croce per amore nostro.
Ma ora, da Gerusalemme, passiamo all’altra “città santa” che è il nostro cuore. Quali sono i motivi per cui giunge la desolazione e la “distruzione” nelle nostre vite? Perché perdiamo la pace? Quello che il Signore dice per Gerusalemme vale anche per noi: perché non riconosciamo i passaggi di Gesù, Principe della Pace, nelle nostre esistenze. Troppe volte anche noi cristiani inquadriamo ciò che ci accade dentro categorie pagane come “fortuna/sfortuna”, “destino”, “coincidenze”. Troppe volte cerchiamo risposte in ragionamenti umani, feriti mortalmente dal razionalismo ossia la pretesa di dover spiegare tutto e se qualcosa non riesco a spiegarla allora… non esiste, non può essere vera!
E allora stamattina chiediamo ancora una volta a Gesù di ricordarci cosa porta alla pace, perché il dimenticarlo o non conoscerlo è sempre causa di sofferenze e buio nell’anima. Le indicazioni offerte dai Vangeli sono molteplici, iniziando dal Testamento di Maria a Cana: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (Giovanni 2,5). La fonte della pace, della gioia vera anche nelle tribolazioni, della forza di rialzarsi anche dopo cadute rovinose è sempre e solo Gesù, la Sua Misericordia, la Sua Parola.
Pertanto vi offro alcune perle da accogliere per costruire esistenze pacificate; magari ancora con i segni della sofferenza, le cui ferite però stanno diventando feritoie dalle quali non passa più il sangue, ma le prime luci della Pasqua in noi:
- «Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita» (Matteo 11,29);
- «Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l'altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da' a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro» (Luca 6,27-31);
- «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi» (Giovanni 15,12).
E quando la rabbia per le ingiustizie subite dovesse annebbiare i nostri pensieri:
- «Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati […]. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli» (Matteo 5,6.9-10).
Ci visita Gesù ogni giorno, non solo con la Sua Parola, ma anche con le persone che incontriamo; visita così concreta che un giorno ci dirà:
- «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Matteo 25,40).
È questa la grazia che dobbiamo chiedere oggi: la sensibilità spirituale per cogliere i passaggi di Dio nella nostra quotidianità; per mantenere uno sguardo stupito e grato sulla nostra storia, per sentirci dire un giorno che in tutto quello che abbiamo vissuto Lui è sempre stato con noi e che i momenti peggiori, più bui e tristi che abbiamo affrontato e che maggiormente ci hanno fatto pensare di essere stati abbandonati da Dio, sono stati proprio quelli in cui ci ha portati in braccio, come ci racconta una poesia che conosciamo tutti:
Questa notte ho fatto un sogno,
ho sognato che camminavo sulla sabbia
accompagnato dal Signore,
e sullo schermo della notte erano proiettati
tutti i giorni della mia vita.
Ho guardato indietro e ho visto che
per ogni giorno della mia vita,
apparivano orme sulla sabbia:
una mia e una del Signore.
Così sono andato avanti, finché
tutti i miei giorni si esaurirono.
Allora mi fermai guardando indietro,
notando che in certi posti
c'era solo un'orma…
Questi posti coincidevano con i giorni
più difficili della mia vita;
i giorni di maggior angustia,
maggiore paura e maggior dolore…
Ho domandato allora:
"Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me
in tutti i giorni della mia vita,
ed io ho accettato di vivere con te,
ma perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti
peggiori della mia vita?"
Ed il Signore rispose:
"Figlio mio, Io ti amo e ti dissi che sarei stato
con te durante tutta il tuo cammino
e che non ti avrei lasciato solo
neppure un attimo,
e non ti ho lasciato…
i giorni in cui tu hai visto solo un'orma
sulla sabbia,
sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio".
Caro Gesù,
Tu piangi… e piangi anche per me…
Chi sei davvero Tu,
Dio che piangi per Amore?
E forse, almeno in questo,
riusciamo a capirTi
perché talora
sperimeniamo anche noi
cosa voglia dire
amare senza essere riamati…
Ma il Tuo dolore va ancora oltre:
non piangi solo perché
siamo indifferenti verso di Te,
ma perché questo
porta sofferenza a noi,
portandoci a vivere
esistenze senza senso,
ripiegate in noi stessi,
senza speranza, avvelenandoci
con “amori” facili,
senza impegni e responsabilità,
illudendoci di riempire il cuore
con cose che invece il cuore
lo svuotano di verità e di bellezza.
Per questo, da buon Amico
tante volte vieni a visitarci,
per donarci tutto ciò che cerchiamo,
ma non ce ne accorgiamo,
accanendoci a cercare gioia e pace,
felicità e pienezza
fuori di Te.
E finiamo per ritrovarci
con le mani e il cuore vuoti.
Insegnaci a cogliere
i segni delle Tue visite
nell’oggi delle nostre quotidianità;
a saper scoprire le orme dei Tuoi passaggi,
invisibili agli occhi della ragione
e che solo la sete di amore
può aiutarci a decifrare e seguire.
Soprattutto Gesù, fa’ che il nostro cuore
diventi un fazzoletto di carne
desideroso di asciugare le Tue lacrime
offrendoTi una vita,
sì, povera e fragile,
ma desiderosa di accoglierTi
nella Parola e nei fratelli.
E il nostro cuore perennemente inquieto
conoscerà finalmente
giorni di pace.
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!