Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Luca - Lc 19,45-48
In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.
Siamo dinanzi all’unico episodio dei Vangeli che mostra un Gesù “arrabbiato”… e di brutto! Da dove nasce questo furore, questa ira irrefrenabile? C’è una sola risposta: dall’Amore!
Già l’Antico Testamento aveva raccontato la gelosia di Dio: «Tu non devi prostrarti ad altro dio, perché il Signore si chiama Geloso: egli è un Dio geloso» (Esodo 34,14). Niente a che vedere ovviamente con le nostre gelosie umane. La Sua gelosia nasce nel vedere l’Uomo, vertice della Creazione (cfr. Salmo 😎, unica creatura a Sua “immagine somigliante” (cfr. Genesi 1,27), creato come figlio e amministratore di tutto l’universo (cfr. Gen 2,16), l’unico essere che può rivolgersi a Lui chiamandolo Padre (cfr. Matteo 6,9) … ebbene, questo Uomo libero, consapevole e amante finisce per diventare schiavo degli idoli che sono sempre gli stessi: egolatria, denaro, lussuria, potere, orgoglio. Questo Uomo creato per l’eternità e che invece finisce per essere un cadavere maleodorante, pasto dei vermi (cfr. Giovanni 11,39).
Ecco perché la Chiesa ogni Mercoledì delle Ceneri ricorda ad ogni battezzato, in modo austero, che «polvere tu sei e in polvere ritornerai!» (Genesi 3,19). Il furore di Gesù nasce dal vedere che il Tempio di Gerusalemme costruito per essere testimonianza di fede e amore verso Dio è diventato una spelonca di ladri.
Il riferimento immediato è dato dalla presenza di commercianti e cambiavalute che accoglievano i pellegrini provenienti da altri paesi e con monete diverse da quelle di Gerusalemme e quindi considerate pagane e impure e pertanto dovevano essere “cambiate”. Il riferimento è dato certamente dagli imbrogli dei commercianti di quegli animali che dovevano essere sacrificati e che truccavano le bilance. Ma in realtà c’è di più, molto di più. Il rapporto con Dio Amore non può essere frutto di commercio. Non possiamo “comprare” l’Amore con qualche sacrificio, è come trattare Dio da “prostituta”!
La gelosia divina viene causata da una visione totalmente distorta ed inquinata del rapporto con Lui. Per comprendere meglio ciò che sto dicendo lascio la parola al profeta Isaia: «Perché mi offrite i vostri sacrifici senza numero? - dice il Signore. Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di pingui vitelli. Il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco. Quando venite a presentarvi a me, chi richiede a voi questo: che veniate a calpestare i miei atri? Smettete di presentare offerte inutili; l'incenso per me è un abominio, i noviluni, i sabati e le assemblee sacre: non posso sopportare delitto e solennità. Io detesto i vostri noviluni e le vostre feste; per me sono un peso, sono stanco di sopportarli. Quando stendete le mani, io distolgo gli occhi da voi. Anche se moltiplicaste le preghiere, io non ascolterei: le vostre mani grondano sangue. Lavatevi, purificatevi, allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l'oppresso, rendete giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova» (Isaia 1,11-18).
Il rischio di ogni religione è sempre quello di organizzare sacrifici sostitutivi nel senso di offrire tante cose a Dio, mentre l’unica cosa che a Lui interessa è il nostro cuore! Sentite Gesù: «Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Matteo 9,13). Una cosa che anche noi cristiani facciamo fatica a comprendere è l’assoluta gratuità dell’Amore di Dio per noi e che è riversato liberamente e abbondantemente nei nostri cuori come insegna l’Apostolo Paolo: «La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Romani 5,5).
Il cristianesimo è il superamento di ogni religione perché non è l’Uomo che sacrifica qualcosa a Dio, ma è Dio che sacrifica il Figlio per noi: «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Giovanni 3,16). È il Padre che ha fatto del Figlio «l'Agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!» (Giovanni 1,29). Quello che Gesù desidera è che la nostra vita sia solo un grande “grazie” da quando veniamo al mondo a quando lasceremo il mondo per entrare con Lui nella vita eterna.
Invece anche noi spesso siamo convinti che dobbiamo digiunare, fare mortificazioni, rinunce e sacrifici per ottenere la benevolenza di Dio. Ebbene: quando lo pensiamo facciamo anche noi del nostro cuore una «spelonca di ladri». E spelonca lo diventa anche quando pensiamo di poter trattare Dio “contro” qualcuno: come è possibile fare guerre “in nome di Dio?”; come è possibile discriminare qualcuno “in nome di Dio”?; come è possibile dire di amare Dio e poi odiare, vendicarsi, emarginare?
E allora chiediamo a Gesù di aiutarci a fare pulizia nei nostri cuori per renderli ciò per cui sono stati creati: luoghi di amore, di amicizia, di accoglienza dell’Altro e degli altri.
Caro Gesù,
il Tuo gesto così forte
oggi non è rivolto a chi non crede.
No: oggi Ti rivolgi proprio a noi,
i “credenti” che spesso
ci “serviamo di Dio”,
anziché “servire Lui”.
Ciò che proprio non puoi sopportare
è quando pensiamo
che il rapporto con Te
si giochi e si concluda
con qualche digiuno e preghiera,
anche dei sacrifici,
all’interno di qualche liturgia,
tra profumi di incensi e canti ben fatti,
mentre Tu, insieme a questo,
vuoi ben altro.
Sì, perché non abbiamo capito
che Tu hai fatto del nostro cuore
il Tuo tempio, la Tua casa
per rendere quotidiana e concreta
la nostra adesione a Te e alle Tue Parole.
Ti ingelosisci, perché
ci hai rivelato
che siamo “figli” di Dio
e invece finiamo
per chiamare “padri” i nostri idoli;
siamo “liberi”
e finiamo per renderci “schiavi”
delle nostre stesse povertà e miserie;
siamo noi ora il Tempio dello Spirito Santo
e ci facciamo abitare
da malignità, invidie, giudizi impietosi.
Ti preghiamo, Gesù:
butta all’aria anche dentro di noi
tutto ciò che ci rende infelici
e non lo sappiamo;
tutto ciò che ci impedisce di gustare
la Tua dolce amicizia e presenza;
tutto ciò che strozza in gola
la nostra gratitudine
per lasciare spazio ad accuse e rimpianti.
E sentiremo la fresca brezza dello Spirito
suscitare nuove melodie
sulle note della misericordia
e della gratitudine.
È questo ciò che vuoi trovare
nel Tuo tempio che siamo noi.
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!