5 minuti con Gesù

Commento al Vangelo del giorno a cura di P. Antonio Maria Carfì

22 Ottobre 2024 - Martedì

22 Ottobre 2024 - Martedì

Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!

Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:

Dal Vangelo secondo Luca - Lc 12,35-38

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».

Il Vangelo di ieri si concludeva con l’esortazione a vivere la vita nella consapevolezza che il tempo terreno non è nella nostra disponibilità. Credo risuoni ancora molto forte nelle nostre coscienze il monito di Gesù al ricco egoista: «Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?».
Oggi Gesù dice come dobbiamo attendere il Suo ritorno. La parabola parla di servi che attendono il padrone. Ma attenzione: il padrone sta tornando dalle nozze, quindi chi è adesso? È lo Sposo! Che se troverà i Suoi che lo attendono vigilanti passerà Lui stesso a servirli! È indescrivibile la forza di questa Parola che rivela come il nostro servizio al Signore non è quello degli schiavi, ma degli amici dello Sposo, degli invitati alle nozze.
È il mondo che fa di tutto per renderci schiavi: del tempo, delle abitudini sociali, dei mezzi di comunicazione. Cominciamo forse finalmente a prenderne coscienza: siamo ormai dentro la dittatura del pensiero digitale; altro che libertà… Gesù invece di rende liberi, sovranamente liberi, invincibilmente liberi (cfr. Giovanni 8,31-32) perché ci restituisce la nostra identità di amici dello Sposo, di figli amati, di invitati speciali alle nozze dell’Agnello.
Anche la Vergine Maria ha dichiarato la sua disponibilità assoluto al servizio: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (Luca 1,38), ma presto si sentirà dire: «Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi» (Giovanni 15,15).
Dunque il rapporto col Signore non è quello dei servi/schiavi col padrone, ma degli amici/invitati alle nozze con lo Sposo! E se c’è uno Sposo c’è l’amore, la festa, la comunione con gli invitati. E se la nostra vita è un’attesa dello Sposo vorrà dire che tutta la nostra esistenza, anche quella che spendiamo nei piccolissimi, banali gesti quotidiani, è protesa verso l’Amore!
Ancora: questo Sposo è davvero “strano”: è Lui che diventa Servo per amore nostro. In genere uno sposo organizza una bella lista di doni per riceverli. Qui siamo dinanzi ad uno Sposo che i doni li fa: si era già “abbassato” per amore nostro nel mistero del Natale; è lo Sposo che si è messo ai nostri piedi per lavarli (cfr. Giovanni 13,1-11); è lo Sposo che è salito sulla Croce per diventare il Cireneo dell’Umanità fino alla fine dei tempi (cfr. Giovanni 19,23); è lo Sposo così innamorato di noi che ci lascia il Suo Corpo nell’Eucaristia per amarLo nel tempo terreno (cfr. Luca 22,19). Anche dalla Croce continua a farci doni inestimabili: Sua Madre (cfr. Giovanni 19,25-27), il Suo Spirito (cfr. Giovanni 25,30), la Sua Vita (Giovanni 20,17).
E così oggi scopriamo che esseri “servi del Signore” significa diventare coloro che sono serviti dallo Sposo: uno scambio scandaloso per il mondo ed incomprensibile. Come incomprensibile ed immeritato sarà sempre l’Amore di Dio per l’Uomo; l’Amore dello Sposo per la Sua Sposa.

Caro Gesù,
dobbiamo ammettere
che tutta la nostra vita
trascorre nell’aspettare
qualcuno o qualcosa.
E il bello è
che a volte neanche noi
sappiamo davvero cosa vogliamo.
Il nostro tempo terreno
è abitato spesso dall’ansia
di attendere che accada qualcosa,
ma quante volte
questa attesa ci ha poi delusi,
ci ha lasciati, forse dopo un po’,
col cuore vuoto
e ha creato spazi, voragini
per altre attese…
Oggi apri
gli occhi del nostro cuore
e a noi, spesso in crisi di identità,
riveli chi siamo e cosa davvero aspettiamo:
non un “padrone”
(ne abbiamo già tanti nella vita…),
ma lo Sposo!
Sì, Tu sei lo Sposo che attendiamo
e noi gli Invitati al banchetto dell’Agnello.
Perché se ci guardiamo bene dentro
ci accorgiamo che l’unica cosa
capace di riempire di gioia le nostre attese
è solo l’Amore!
L’Amore che si dona gratuitamente,
che ama per primo,
che perdona sempre,
che ci comprende senza spiegazioni,
che si fa Compagno di viaggio
e cibo per la nostra fame di senso,
che muore per guarire e far risorgere
i nostri amori malati.
E lo stupore si fa grande e grato
quando ci accorgiamo
che Tu, lo Sposo,
in realtà sei già “con noi”,
Emmanuele perdutamente innamorato
che dà senso alle nostre attese
nel tempo e per l’eternità.

Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!

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