5 minuti con Gesù

Commento al Vangelo del giorno a cura di P. Antonio Maria Carfì

27 Aprile 2024 - Sabato

27 Aprile 2024 - Sabato

Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!

Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:

Dal Vangelo secondo Giovanni - Gv 14,7-14

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

Nel Cenacolo, prima della Passione, Gesù continua a rivelare ai Suoi Apostoli il rapporto col Padre. I discepoli di ogni tempo – anche noi nel terzo millennio – desideriamo prove e dimostrazioni, non tanto dell’esistenza di Dio (la crediamo fermamente tutti!!), ma della Sua reale presenza nella nostra vita.
Gli apostoli, dopo aver visto Gesù, vogliono vedere il Padre. La risposta del Signore è illuminante anche per noi: tra Lui e il Padre c’è un’unità indissolubile! Ed un unico desiderio comune li spinge ad agire in nostro favore: salvarci e ricondurci alla condizione originaria di figli, grati per tutti i doni ricevuti, a cominciare dalla vita!
Per questo il Verbo eterno, il Figlio del Padre si è fatto carne in Maria di Nazaret: per assumere in Sé l’Umanità e restituirle la condizione di figliolanza, perduta col peccato originale. Gesù vivrà tutta la Sua vita terrena manifestando ciò che gli sta più a cuore: la volontà del Padre, dalla quale la prima umanità si è distaccata introducendo nel DNA umano il codice della disobbedienza e del male. E spenderà gran parte del Suo tempo terreno nell’annunciarci che siamo tutti figli del Padre Suo che è nei Cieli.
Dio è nostro Padre! Questa unione profondissima tra il Padre e il Figlio è per noi di grande incoraggiamento perché non è solo qualcosa che riguarda il loro rapporto, ma coinvolge anche noi. Infatti il Figlio ha assunto la nostra umanità ed ha portato ognuno di noi dentro la Sua comunione col Padre. Le conseguenze sono straordinarie oltre che concrete: “In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò”.
Noi siamo veramente nella carne e nel Cuore del Figlio di Dio, per cui, se ‘crediamo’ in Lui – ossia se Lo amiamo e accogliamo in noi la Sua Parola – faremo cose grandi anche noi. E qual è la cosa più grande che possiamo fare? Amare! Amare sempre e per primi! Amare perfino i nemici! Fare del bene a chi ci odia! Pregare per chi ci fa soffrire! Queste sono le cose ‘grandiose’ che possiamo fare grazie alla nostra unione col Figlio per mezzo della fede.
Ma c’è ancora un’altra cosa straordinaria, frutto di questa unione: saremo esauditi in tutto ciò che chiederemo nel ‘Nome’ del Figlio. Cosa vuol dire realmente? Spesso abbiamo fatto preghiere accorate, anche per cose molto importanti e non siamo stati esauditi secondo i nostri desideri…
Pregare nel Nome del Figlio, significa entrare nell’atteggiamento obbedienziale di Gesù. A volte il Signore ci fa attendere nell’esaudirci perché vuole che approfondiamo ancora di più il nostro desiderio, per vedere se è conforme alla volontà del Padre.
Pregare nel Nome di Gesù significa fare come ha fatto Lui nel Getsemani: chiedere qualunque cosa al Padre, ma terminare ogni preghiera avendo il coraggio di dire: “Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!”.
Pregare nel Nome di Gesù significa diventare appassionati e appassionanti cercatori della volontà di Dio: e qual è questa volontà? Lui vuole “che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità” (cfr. 1Timoteo 2,4).
Pregare nel Nome di Gesù vuol dire allora entrare anche noi in questo disegno come co-protagonisti, riuscendo a cogliere, grazie alla fede, in quella montagna di preghiere rimaste apparentemente inesaudite, la volontà di salvezza del Padre. Come è accaduto a Gesù che non è stato esaudito nella preghiera di essere liberato dalla Passione ed ha bevuto quel calice amarissimo fino all’ultima goccia. Ma dietro quell’apparente fallimento si nascondeva la salvezza di tutta l’Umanità!

Caro Gesù,
stamattina Ti diciamo grazie
per averci rivelato l’unione profonda
fra Te e il Padre,
i cui effetti raggiungono anche noi!
Tu lo sai che la cultura di queste ultime generazioni
ha fatto di tutto per convincerci
che siamo orfani su questa terra
perché non abbiamo alcun Padre nei Cieli.
E Tu invece ce ne hai mostrato il Volto
la cui fisionomia è facilmente riconoscibile:
perché laddove vediamo misericordia e compassione,
lì c’è il riflesso del Suo sguardo;
e dove scorgiamo i segni della carità
e dell’attenzione agli ultimi,
lì c’è il Suo sorriso e il battito del Suo Cuore.
Grazie Gesù, perché con la Tua Incarnazione
ci hai introdotti nella stessa unione
che Tu hai col Padre Tuo.
Insegnaci a chiedere ogni cosa ‘nel Tuo Nome’
perché ciò che presentiamo nella preghiera
il Padre lo veda inciso nel Tuo Cuore.
E a Te non potrà mai negare nulla.

Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!

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