Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Luca - Lc 6,12-19
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e Giuda Iscariota, che divenne il traditore.
Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti.
La Chiesa oggi festeggia i Santi Apostoli Simone e Giuda e per questo interrompiamo la lettura del capitolo 13 di Luca (che riprenderemo domani) e facciamo un passo indietro tornando alla chiamata degli Apostoli. Da questo brano succhiamo, come piccole api, tanto buon nettare riservato anche a noi.
Prima cosa: Gesù chiama per nome! Gesù conosce i nomi di coloro che chiama, sempre tenendo presente che il verbo “conoscere” nel contesto biblico significa “amare”. Allora potremmo giocare un po’ con le parole e dire così: “Gesù chi-ama”! Gesù ama coloro che chiama e per questo li chiama! Ma Dio è Amore e ama tutti per cui possiamo già dirci una cosa importante: la “chiamata” non è solo per le vocazioni a speciale consacrazione come il sacerdozio o la vita consacrata; la chiamata è per tutti perché l’Umanità intera è chiamata a conoscere e partecipare di questo Amore divino.
Difatti notiamo una cosa interessante: Gesù conosce già i nomi di ogni discepolo e dietro ogni nome ci sono storie personali, situazioni differenti, aspettative diverse… Tuttavia a tutti dà il titolo di Apostoli che significa letteralmente “inviati”. E allora vuol dire che siamo tutti inviati ad annunciare questo Amore ognuno con la propria storia/vocazione personale. Tutti i battezzati sono apostoli! E se non tutti sono chiamati a predicare la Parola di Dio o a fare i catechisti, tuttavia tutti dobbiamo sentirci chiamati ad essere testimoni credenti e credibili dell’Amore di Dio.
In che modo? Prendendo coscienza di quale sia la chiamata riservata a tutti: essere sale e lievito per il mondo. Dirà infatti Gesù: «Voi siete il sale della terra» (Matteo 5,13); «Il regno dei cieli è simile al lievito» (Matteo 13,33). Sia il sale che il lievito scompaiono nell’“acqua” e nella “pasta” del mondo, facendo lievitare il mondo verso “l’alto” ossia verso Dio e dando sapore/sapienza alle realtà terrene che siamo tutti chiamati a vivere come dono di Dio.
In questo modo permetteremo all’Amore di Dio di abbracciare il mondo perché da Gesù giunge una forza guaritrice che vuol raggiungere tutti gli esseri umani: «Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che guariva tutti». Questa “forza” nel tempo della Chiesa promana certamente dai Sacramenti, ma anche da ognuno di noi poiché per questo siamo stati “chi-amati”: per annunciare al mondo che Dio è Amore! E questo non perché l’abbiamo letto sui libri, ma perché lo abbiamo sperimentato concretamente nella nostra vita!
Nonostante il progresso abbia permesso un miglioramento enorme della qualità della vita umana, è anche vero che l’Uomo continua ad essere malato. Sì, siamo malati di amore! Oggi più che mai abbiamo bisogno di tornare a scuola dell’Amore, di sederci sui “banchi” del Vangelo, ai piedi della Croce per re-imparare l’arte di amare, il modo nuovo con cui siamo “chi-amati” a guardare alla vita e ai fratelli che ci circondano; il modo “nuovo” con cui possiamo guardare addirittura al dolore che tanto ci spaventa.
Abbiamo bisogno di donare al mondo ciò che noi gratuitamente ed immeritatamente abbiamo ricevuto: l’incontro con Gesù tra le pieghe e le piaghe della nostra esistenza. E ci accorgeremo pian piano che l’Amore di Dio passa e raggiunge il mondo anche attraverso di noi. E quando parlo di “mondo” non mi riferisco alla missio ad gentes, l’annuncio fino ai confini delle terre più lontane. Intendo invece il “mondo” in cui vivo, la mia famiglia, gli amici, i colleghi di lavoro, perfino gli sconosciuti che la Provvidenza ci fa incontrare a volte proprio per darci l’occasione di annunciare la bellezza, la profondità, l’ampiezza e la radicalità dell’Amore di Dio che vuol incarnarsi anche oggi nella vita di tutti per diventare il fondamento indistruttibile di una nuova civiltà dell’Amore.
Caro Gesù,
ci dà i brividi
sapere che Tu conosci i nostri nomi;
che solo Tu li pronunci
con un Amore che viene dall’eternità
e che avvolge di senso
e di tenerezza questi fragili
giorni terreni.
Grazie perché in quella
Tua preghiera al Padre
hai pensato anche ai nostri nomi,
ci hai “visti”, “conosciuti”
amati e chiamati
già in quel momento, in quella notte.
E ciò significa
che non la “fortuna” o il “destino”
governa la nostra esistenza.
Non sono le stelle o gli oroscopi
a dirci chi siamo!
No! Tutto si fonda
sul Tuo dialogo innamorato col Padre,
nel quale continui a pronunciare
i nostri nomi con infinito Amore,
anche oggi nelle sedi eterne.
E allora Ti preghiamo
con tutto il cuore:
aiutaci a prenderne coscienza!
Aiuta noi,
umanità del Terzo Millennio
– anche noi malati di amore –
a scoprirci amati da Te,
da sempre e per sempre.
E tutto ciò che faremo,
che diremo e progetteremo
profumerà di Te,
avrà il sapore dell’Amore
e lo slancio verso l’Alto del cuore.
E così il “mondo” scoprirà
che Tu davvero sei il Risorto,
il Vivente che continua ad amare
attraverso il cuore,
fragile ma innamorato di Te,
dei Tuoi apostoli.
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!