Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Marco - Mc 12,13-17
In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso.
Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?».
Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono.
Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio».
E rimasero ammirati di lui.
La questione è semplice: se Gesù avesse risposto che non è giusto dare il tributo a Cesare lo avrebbero accusato presso i Romani di essere un pericoloso rivoluzionario. La riposta contraria invece lo avrebbe reso nemico del popolo che si attendeva un Messia ‘politico’, liberatore dal dominio degli oppressori. Ma Gesù, prendendo spunto dal fatto che le monete del tempo portavano impressa l’immagine dell’imperatore del tempo, risponde dandoci una grande lezione: “Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio”.
Il vero problema è restituire all’uomo la sua vera immagine, ossia bisogna ridare a Dio ciò che è di Dio! Come la moneta porta l’immagine di Cesare e appartiene a Cesare, così l’uomo è immagine di Dio e appartiene a Dio! La ‘tassa’ da pagare a Dio è solo quella dell’amore: a Lui e al prossimo! E questo comandamento viene ora reso possibile perché Gesù, il Figlio di Dio, prendendo su di Sé la nostra natura umana ci ha restituito l’appartenenza alla paternità di Dio, nella rinnovata dignità di figli.
Anche noi corriamo il rischio di smarrire la nostra vera immagine quando ci illudiamo di poterci costruire la nostra identità specchiandoci solo nelle cose materiali. Queste sono anche importanti (“date a Cesare…”), ma non fondamentali! Ciò che è fondamentale è ritrovare il rapporto con Dio che, come specchio purissimo, ci restituisce la nostra vera immagine, di figli amati sino alla follia della Croce.
Il Vangelo ci lascia come ultima annotazione l’ammirazione dei provocatori di Gesù di fronte alla Sua risposta. Chiediamo al Signore il dono dello stupore, la semplicità del cuore per non abituarci mai alla Sua Parola e permetterle di rinnovare alla luce dell’Amore il nostro modo di pensare e di vivere.
Caro Gesù,
Ti ringraziamo perché ci indichi incessantemente
la fonte del nostro esistere,
l’origine da cui proveniamo: l’Amore.
Ti diciamo grazie
perché ci inviti
a specchiarci nel Tuo Cuore,
dove non vediamo solo la nostra immagine riflessa,
ma la nostra insieme alla Tua.
E così guarisci i nostri narcisismi
o il poco amore che abbiamo per noi stessi.
Sì, perché immersi in Te
ci stupiamo di tanta bellezza, Tua,
ma anche nostra,
perché dopo l’Incarnazione e la Pasqua, Ti assomigliamo.
Grazie Gesù,
perché non disprezzi le cose materiali,
ma ci insegni a dare ad ogni cosa il giusto valore,
perché la nostra vita sia immersa
nelle cose della terra senza dimenticare mai più
la nostra identità di figli di Dio.
E così, di ogni cosa creata che ci doni,
non ci sentiremo padroni assoluti,
ma amministratori,
felici di poterTi dire grazie
per tutto ciò che la Tua Provvidenza
ci dona ogni giorno.
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!