Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Luca - Lc 11,1-4
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione».
Eccoci dinanzi all’unica preghiera che Gesù ci ha lasciato che è il compendio di tutta la Rivelazione. Gesù ci rivela chi è Dio: è il Padre! Finalmente ci è stato svelato il vero volto di Dio. Perché diciamoci la verità: la parola “Dio” è tra le più complesse e al tempo stesso ambigue che si possono utilizzare. Infatti in nome di “Dio” si possono compiere opere meravigliose, servizi di carità al prossimo che rimangono nella memoria dei popoli… Ma sempre in nome di “Dio” si possono compiere massacri e discriminazioni e guerre e creare campi profughi e di concentramento…
Gesù ci dice chi è veramente “Dio”: è il Padre. E subito questa parola esprime tutta la sua valenza terapeutica perché risponde alle domande esistenziali che l’Uomo si pone: “chi siamo?”: figli! “Da dove veniamo”: dall’Amore del Padre, è Lui la nostra origine! “Verso dove stiamo andando?”: verso la Vita eterna, quel “posto” che Gesù è venuto a prepararci (cfr. Giovanni 14,2-3); “che senso ha la vita, l’amore, il dolore, il soffrire?”: la Croce ci rivela il senso di ogni cosa, Dio è Amore ed è venuto a condividere per amore tutto ciò che noi, Suoi figli, viviamo!
Pregare rivolgendosi al “Padre” significa ritrovare quell’intimità e quel calore spirituale che riempie di verità il nostro rapporto con Lui e le nostre devozioni. Significa ancora prendere coscienza di quel legame con l’Origine di ogni cosa che ci permette di camminare anche al buio o di attraversare i deserti della vita perché sappiamo che non un “dio”, ma nostro Padre/Papà vigila su ogni cosa e ci accompagna in ogni sentiero. La parola “Padre” è l’antidoto contro quel senso di solitudine e di abbandono che a volte ci avvolge e sconvolge: il Padre non abbandona mai nessuno dei Suoi figli! Perché? Perché è semplicemente ed eternamene ed essenzialmente Amore! E il Suo Amore per noi non conosce defezioni, stanchezze, infedeltà.
Non abbiamo la possibilità di spiegare questa preghiera in tutto il suo contenuto, tuttavia mi fermo sull’ultima richiesta: «perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore». Questo nostro Padre ha una “fissazione”: il perdono come stile di vita! Quante volte? «Gesù gli rispose: “Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette”» (Matteo 18,22). Questa “fissazione” potete comprenderla soprattutto voi genitori che avete la pazienza di leggermi. Cosa desiderate più di ogni altra cosa per i vostri figli? Che si vogliano bene, che si aiutino nella vita, che si perdonino, che si siedano alla stessa tavola con il volto e il cuore sereni.
Mi sbaglio forse? Gesù insiste sul perdono a tal punto che lo include nelle sue ultime parole: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Luca 23,34). È fondamentale il perdono perché guarisce il nostro cuore prima ancora che la relazione ferita in quanto toglie il veleno corrosivo del rancore e della rabbia che spesso ci fa ammalare psicologicamente. Il perdono è principio di vita e ridona agilità ai nostri cammini tortuosi, come ci insegna il Padre della parabola del figlio prodigo (cfr. Luca 15,11-32): «questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato» (15,24).
Infine è una preghiera che ci inchioda alla nostra responsabilità: se dico “Padre nostro” sto implicitamente dicendo che tutti soni miei “fratelli”. Non esistono altre categorie nel Cuore di Dio: siamo tutti Suoi “figli” e per questo “fratelli” tra di noi. Le altre categorie: bello/brutto, mi piace/non mi piace, amico/nemico, utile/inutile… le abbiamo inventate noi.
Caro Gesù,
grazie,
perché ci consegni finalmente
l’identità misteriosa di Dio:
Lui è Padre e noi siamo figli!
Non siamo su questa Terra per caso,
abbiamo un’origine nel Cuore
di quel Dio che è Padre Tuo e nostro
e con Te e lo Spirito è Amore!
Grazie perché nel dire “Padre nostro”
si aprono i nostri occhi
e non vediamo più
una massa informe di uomini e donne,
ma un’immensa, unica Famiglia.
Grazie perché con questa preghiera
rimuovi tutte le categorie che noi
ci siamo inventati a causa
del nostro sguardo ammalato e miope
a causa del peccato:
simpatico/antipatico, utile/inutile,
ricco/povero, bello/brutto,
e ci riveli
che siamo un’immensa, unica Famiglia.
Grazie perché con la parola “Padre”
restituisci alle nostre preghiere
quell’intimità calorosa ed incoraggiante
che trasforma le nostre stanche devozioni
in veri slanci del cuore,
oltre le nostre tiepidezze,
oltre perfino i nostri peccati.
Grazie perché con la parola “Padre”
ci restituisci l’istinto del cuore
oltre i ragionamenti e i libri sulla preghiera,
oltre gli studi di teologia
e le fredde carte dei convegni “su Dio”
perché ci consegni quella parola
che insieme alla parola “mamma”
è la prima che impariamo venendo al mondo.
Insegnaci a pronunciarla
con la stessa fiducia e lo stesso amore
col quale l’hai pronunciata Tu.
E anche per ognuno di noi
il Padre dirà:
«Tu sei il Figlio mio, l'amato:
in te ho posto il mio compiacimento».
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!