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Gioia e speranza

Gioia e speranza

Ora è tempo di gioia! La venuta del Signore “è sicura come l’aurora” (Os 6,3). Si avvicina la nascita di Colui che è la nostra gioia. Viene perché noi abbiamo la vita, e l’abbiamo in abbondanza (cfr. Gv 10,10). Viene per donarci la pienezza della sua gioia (cfr. Gv 17,13). Viene come Dio-con-noi. Amico, Consolatore, Compagno di viaggio. Viene come Fratello. Per condividere in tutto, escluso il peccato, la fragilità della nostra condizione umana. Viene come Sposo. Per unirci a Lui in un vincolo indissolubile d’amore. Gioia e speranza si intrecciano e si illuminano a vicenda in questi ultimi giorni di Avvento. Che alla Cittadella abbiamo vissuto intensamente. Soprattutto grazie al Ritiro d’Avvento. Che ha visto la partecipazione di numerosissimi pellegrini.

Gioia che nasce dalla conoscenza di Gesù. «Il mondo di oggi parla del Natale ma non sa chi è Gesù. Si parla di festa ma non si sa chi è il festeggiato». Con il suo tipico realismo, così ha esordito p. Santo Donato nell’omelia della Domenica “Gaudete”. Richiamando le coscienze dei fedeli a rimettere al centro Lui, «un Dio concreto che si fa storia, che incide nella nostra vita». E per sottolineare il tema della gioia, ha proposto un’immagine efficace: «Tante volte la nostra vita è come questo tempo di oggi: buio, tenebroso. Ma tu lo hai visto qualche volta il sole? Quel sole che tu conosci, di cui hai fatto esperienza tante volte, c’è sempre, al di là del temporale. Stai certo che il temporale passerà e tu vedrai il sole». E anche nei momenti di maggior difficoltà, «la vita cristiana diventa una vita vissuta in due: tu e Gesù. Con la dolce compagnia di Maria. E allora vedrai la gloria di Dio!».

Gioia che nasce da una vita che cambia. “Cosa dobbiamo fare?” (Lc 3,10). È la domanda che tanti rivolgono a Giovanni Battista, nell’attesa del Messia. Non si tratta di compiere imprese straordinarie. Ma di impegnarsi in piccoli gesti quotidiani. Che siano segno concreto di un cuore rinnovato dalla grazia. A partire dalla condivisione: “Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto” (Lc 3,11). Ce lo ha sottolineato p. Francesco, offrendo all’assemblea spunti concreti per un buon esame di coscienza: «Condividi con gli altri il tuo tempo, le tue energie, i tuoi talenti? O li usi in modo egoistico?».

Gioia che nasce dal far nascere Gesù. È questo il segno commovente e forte della benedizione dei Bambinelli. Che è ormai tradizione alla Cittadella. Non semplice momento sentimentale o folkloristico. Ma autentico atto di fede. Che attraverso la concretezza dell’immagine sacra, ci richiama ad un’accoglienza di Gesù nella nostra “carne”. Cioè nelle scelte, nelle relazioni. E in una vita spirituale più seria.

Gioia che nasce dallo stare insieme. Esperienza sempre nuova e bella quella dell’agape fraterna. Che in occasione del ritiro si è arricchita di una condivisione più profonda. Per conoscere meglio tanti altri fratelli e sorelle. E camminare uniti verso Betlemme.

Gioia che nasce dalla speranza. Una speranza che non delude (cfr. Rm 5,5). Ce lo ricorda il titolo della Bolla di indizione del Giubileo dell'Anno 2025: “Spes non confundit”. A questo documento, oltre che alla Scrittura e ai Padri della Chiesa, ha attinto con abbondanza p. Giuseppe Saraceno. Nella sua catechesi per il Ritiro d’Avvento: “Con Maria, pellegrini di speranza verso il Natale”. A partire dall’etimologia del termine “speranza”, con uno sguardo alla cultura greca per un fecondo confronto con la spiritualità biblica. E poi tante perle preziose, estratte dall’inesauribile tesoro della Tradizione ecclesiale. Che trovano una sintesi mirabile nel grande Agostino: “È solo la speranza che ci fa propriamente cristiani”. Per volgere infine lo sguardo a Maria, e con lei camminare verso il Natale: “La speranza trova nella Madre di Dio la più alta testimone. In lei vediamo come la speranza non sia fatuo ottimismo, ma dono di grazia nel realismo della vita… Non è un caso che la pietà popolare continui a invocare la Vergine Santa come Stella maris, un titolo espressivo della speranza certa che nelle burrascose vicende della vita la Madre di Dio viene in nostro aiuto, ci sorregge e ci invita ad avere fiducia e a continuare a sperare” (Papa Francesco, Spes non confundit, 24).

Gioia che nasce dallo stare con chi ci ama. Dopo un affettuoso saluto alla Madonnina di Fatima, reso più breve dal maltempo, ci siamo fermati davanti a Gesù Eucarestia. E le tante parole ascoltate hanno lasciato spazio al silenzio. Per farsi dialogo d’amore, semplice e diretto, con Lui. E ripetergli insieme, con profonda gratitudine: “Grande è la mia gioia Signore, perché Tu mi ami!”. E concludere così l’intensa giornata di ritiro.

Gioia che nasce dalla condivisione. “Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri” (Rm 12,15-16). È quello che abbiamo fatto lunedì 16 dicembre. Stringendoci attorno alla nostra sor. Manuela Calarco. Che ha conseguito la Laurea Specialistica presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Reggio Calabria. Con un originalissimo “viaggio” tra teologia, arte e letteratura. Per “dipingere” il volto di Maria nell’Annunciazione. Calandosi nel profondo del suo cuore verginale. E scrutando gli stati d’animo da lei vissuti in quel momento supremo, che cambiava per sempre la storia dell’umanità.

Gioia che nasce dal sentirsi accolti. È quello che tantissime persone sperimentano ormai da anni alla Cittadella dell’Immacolata. Che attira perché è strumento del tenerissimo amore della Madre. Anche nell’ultimo periodo, vari gruppi di pellegrini hanno vissuto questa gioia. Vivendo momenti di preghiera, formazione, condivisione e allegria. Dalla parrocchia S. Ferdinando Re, accompagnata da don Domenico Rizzi, al Cenacolo di preghiera di Natuzza Evolo di Melia (RC), con una speciale testimonianza della nipote Fortunata. Ancora, il gruppo “Fiumi d’acqua viva” della parrocchia “S. Ippolito martire” (Gioia Tauro). E poi tanti giovani: il gruppo Scout di Villa s. Giovanni 2 (Squadriglia Rondini). I cresimandi della parrocchia “Maria S. delle grazie” di Sinopoli. E i ragazzi della parrocchia “Maria SS. di Porto Salvo” (Cannitello), venuti ad attendere Gesù sulle orme dei pastori di Betlemme. Per concludere con il gruppo di Rinnovamento nello Spirito Santo di Bagnara, che si è preparato al Natale con la lode gioiosa. E contemplando Gesù come Sposo che viene a rinnovarci con il suo amore (cfr. Sof 3,17), attraverso la dolcissima mediazione di Maria.

Gioia che nasce dall’amore. L’amore di un Dio che si fa vicino. In un “meraviglioso scambio”: abbracciare la nostra umanità per donarci la sua divinità. E allora gioia e speranza siano le stelle che ci guidano fino alla grande stella di Betlemme (cfr. Mt 2,9). Viviamo i giorni santi della Novena di Natale con il cuore traboccante di gioia. Una gioia che nasce dalla speranza della Sua venuta: “Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino!” (Fil 4,4).

Orari

Sante Messe Domenicali

8.30
10.30
18.00


Preghiera quotidiana

La Fraternità accoglie quanti desiderano unirsi
alla preghiera comunitaria

6.15 Lodi e Santa Messa (Lun, Mar, Mer)
6.30 Lodi e Santa Messa (Gio, Ven, Sab)
12.00 Ora media e Santo Rosario
16.30 Vespri, Adorazione eucaristica e Santo Rosario

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