Limpido, luminoso, dolcissimo lo sguardo dell’Immacolata. I suoi occhi riflettono il Cielo. E ci parlano di Paradiso. Oceano di pace è il suo Cuore. Casa aperta ad ogni suo figlio, che attraverso il suo abbraccio è ricondotto all’abbraccio del Padre. Sotto questo sguardo tenerissimo abbiamo fatto un passaggio importante. Da giugno, mese dei Sacri Cuori, a luglio, mese del Preziosissimo Sangue. Con un’impressionante densità di preghiera, accoglienza, festa, evangelizzazione. La Sua piccola Cittadella, più viva che mai, si è fatta specchio del Suo incomparabile amore materno. Per tanti pellegrini assetati del vero Amore.
Un’esplosione di ardente amore ha coronato il mese di giugno. Con la solenne festa votiva. Appuntamento estivo annuale, per celebrare l’Immacolata con grande afflusso di pellegrini. Che quest’anno hanno raggiunto i 750 circa. Ad aprire la giornata, le note del concerto “Dal tuo Cuore, la pace”. Realizzato dai Fratelli e dalle Sorelle con la collaborazione di alcuni amici laici. Un’occasione unica per implorare il dono della pace da Colei che della pace è Regina. Ma anche per ricordarci che è dal nostro cuore che deve sgorgare la pace. Quella vera, che nasce da una profonda riconciliazione con Dio, con gli altri e con noi stessi.
Poi, la solenne concelebrazione. In cui p. Francesco Iermito ha commentato alcuni elementi iconografici tipici dell’Immacolata. Le mani aperte, il ventre gravido, il serpente e la luna sotto i piedi. Un modo semplice ed efficace per evangelizzare attraverso le immagini. La via pulchritudinis tanto caldeggiata s. Paolo VI. Per riscoprire, attraverso la bellezza dell’arte, la bellezza della nostra fede. Infine, la processione per i viali della Cittadella. Aperta da un variopinto corteo di stendardi. Quelli delle numerose associazioni provenienti dalle principali diocesi della Calabria e della Sicilia. Abbiamo camminato al ritmo regolare e sereno del rosario, intervallato da canti, meditazioni e invocazioni al Cuore Immacolato di Maria. Non folklore, ma momento di vera e propria “sinodalità”: un camminare insieme che esprime il bisogno di “fare comunità” attorno alla Madre di Dio.
E insieme ci siamo ritrovati anche mercoledì 3 luglio. In occasione di una provvidenziale coincidenza liturgica. La festa di s. Tommaso apostolo e il Primo Mercoledì del mese, dedicato a s. Giuseppe. Due figure accomunate da una grande virtù: la fede. Infatti ricordiamo s. Tommaso per la sua incredulità – ha spiegato p. Francesco Vivona – dimenticando il grande atto di fede che l’ha seguita: “Mio Signore e mio Dio!” (Gv 20,28). E poi il dolce rimprovero di Gesù: “Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!" (Gv 20,29). Una beatitudine vissuta proprio s. Giuseppe. Perché lui non ha visto nulla della predicazione, dei miracoli, della glorificazione di Gesù. Eppure ha creduto, con fede incrollabile. Dopo la Messa, una piccola processione ci ha portati davanti al monumento del Santo. E una coppia che ha celebrato il 25° anniversario di matrimonio ha offerto un omaggio floreale. A lui, patrono delle famiglie, modello luminoso di sposo e padre.
Il giorno seguente, ancora un momento di festa! Con i nostri amici disabili, accompagnati da genitori e volontari. Nella fresca cappella esterna, che sorge sotto due grandi tigli, abbiamo celebrato l’Eucarestia. In cui p. Giuseppe Calogero ci ha ricordato che siamo davvero belli, tutti, agli occhi di Dio. E che Lui non guarda alle cose che guardiamo noi: “L'uomo vede l'apparenza, ma il Signore vede il cuore” (1Sam 16,7). Ecco perché i figli prediletti di Maria, spesso scartati dalla nostra società efficientista, sono proprio le perle più preziose agli occhi del Signore. Perché col loro cuore puro, con la loro preghiera semplice, con la loro sofferenza quotidiana, purificano invisibilmente l’aria spesso malsana del mondo.
E dopo la Messa, abbiamo scatenato la gioia! Con giochi a premi, canti e balli. Per concludere con una gustosa merenda. Abbiamo respirato l’aria pulita di queste anime innocenti. Ci siamo messi gioiosamente al loro servizio. Abbiamo offerto un sorriso, una carezza, e tanto ascolto ai genitori, provati dalle fatiche quotidiane. Ricevendo molto più di quanto abbiamo provato ad offrire.
A concludere questa intensa settimana, il Primo Venerdì del mese. Per respirare a pieni polmoni il profumo del Cuore Eucaristico di Gesù. Che con la sua dolcissima presenza ancora una volta ci ha sussurrato: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro” (Mt 11,28). Sì, abbiamo riposato sul Suo Cuore, come s. Giovanni (cfr. Gv 13,24). E abbiamo gustato la sua insondabile misericordia. Una misericordia che, come ci ha ricordato p. Francesco – riprendendo un concetto caro al Papa – ci precede sempre. “Dio non aspetta la nostra conversione per donarci il suo perdono. Ma è proprio il suo perdono che ci spinge ad un’autentica conversione”. Bella anche la coincidenza della data. Il 5 luglio, memoria di s. Stefano da Nicea, primo vescovo reggino, ordinato da s. Paolo. E primo grande evangelizzatore del nostro territorio. Ma anche memoria della consacrazione della Cittadella, nel 2010. Che idealmente continua, con la sua ricca opera di evangelizzazione, gli sforzi apostolici del santo vescovo. Offrendo un prezioso contributo alla vita della nostra Chiesa locale.
E la nuova settimana, com’è iniziata? All’insegna della condivisione. Con l’agape fraterna nel fresco della sera. Animata come sempre da giochi, karaoke e balli di gruppo. Per riscoprire la bellezza di stare insieme e divertirsi in modo sano. Un modo “diverso” di vivere la distensione estiva: tra le mura di un convento! Che si aprono alla fraternità e all’accoglienza di tanti pellegrini. Numerosi sono stati anche i fedeli che hanno partecipato alla celebrazione domenicale. In cui siamo stati messi in guardia dal pericolo del pregiudizio. Di cui è stato vittima lo stesso Gesù (cfr. Mc 6,1-6). Che bello invece abbandonarsi alla fiducia, all’amore, alle “sorprese” di un Dio che scardina sempre le nostre aspettative umane. Per aprirci orizzonti insperati. Di luce, di speranza. Di Cielo!