Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Luca – 21,29-33
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».
Oggi Gesù ci consegna un criterio di discernimento importante per comprendere come Lui opera nella nostra storia. L’invito è quello di “osservare tutti gli alberi”. Che strano! Noi siamo in cerca di risposte sui grandi “perché” della nostra vita e Gesù ci prende per mano e ci esorta ad imparare dagli alberi!
La risposta è di una semplicità disarmante: se tutti gli alberi hanno i loro frutti, allora anche gli alberi intesi come le croci della nostra vita avranno i loro frutti! Non è mai sterile la croce accettata e vissuta in unione con Gesù! Infatti più volte nei Vangeli Gesù ha avuto a che fare con gli alberi. Iniziando dall’immagine del Battista che annuncia che già «la scure è posta alla radice degli alberi» (Matteo 3,10) perché portino più frutto. E allora l’albero della croce diventa per noi strumento privilegiato per la nostra conversione.
Un’altra immagine viene dal granellino di senape «che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami» (Luca 13,19): per cui possiamo dire che i nostri alberi/croci possono diventare riparo per gli altri e quindi le croci personali anziché farci ripiegare in noi stessi diventano occasioni che addirittura ci trasformano in ristoro per chi incontriamo.
Un altro albero che Gesù cita è il gelso: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe» (Luca 17,6). In questo caso l’albero/croce è strumento che accresce la nostra fede anziché farcela perdere come accade quando pensiamo che Dio voglia la nostra sofferenza! E poi come non pensare all’albero del sicomoro sul quale Gesù vede appollaiato Zaccheo, al quale dice «scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia» Luca 19,5-6).
Quindi i nostri alberi/croci sono luoghi nei quali ci raggiunge lo sguardo innamorato di Gesù che ci permette di essere pieni di gioia anche quando siamo nella sofferenza e nelle tribolazioni. Abbiamo forse dimenticato ciò che Gesù dice sul Monte delle Beatitudini: «Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati» (Matteo 5,4)?
E infine come non pensare agli alberi di ulivo del Getsemani che saranno testimoni dell’agonia di Gesù prima che inizi la Sua Passione e che raccoglieranno le Su lacrime, ma anche la Sua assoluta fiducia nel progetto del Padre e nella Sua volontà: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!» (Matteo 26,39). Per cui anche le nostre croci possono diventare momenti di vita nei quali fare esperienza dell’abbandono fiducioso nelle mani di Dio.
E infine, guardiamo l’ultimo albero: la Croce di Gesù! Albero stupendo che non offre più frutti di morte come accaduto ad Adamo ed Eva, ma il Frutto benedetto che dà la Vita a chiunque lo mangerà! Albero pieno di doni poiché da esso Gesù donerà il perdono di Dio, Sua Madre come Madre di tutti, la Sua stessa Vita. Conclusione: se vogliamo sapere quando verrà il Regno dei Cieli e quali sono i segni che lo annunciano dobbiamo guardare le nostre croci: essi sono il segno non della nostra sconfitta, ma l’inizio della vittoria perché non le portiamo da soli in quanto Gesù si è fatto nostro Cireneo, infaticabile Compagno di viaggio verso la vita eterna.
Caro Gesù,
è proprio vero
che le Tue Parole non passeranno:
perché sono Parole di Vita,
Parole che danno la Vita,
Parole che ci insegnano a vivere.
Grazie perché oggi ci inviti
a guardare tutti gli “alberi” della nostra esistenza,
ossia tutte le “croci”, quelle situazioni
che ci fanno soffrire e che percepiamo come limite.
Ci inviti a farlo perché ogni albero ha i suoi frutti.
E allora ci stai dicendo che anche le nostri croci
non sono solo fonte di dolore e di sofferenza,
ma posso essere ricche di frutti
e diventare sorgenti di pace e di doni per ognuno di noi.
Ad una condizione: che smettiamo di pensare
che di ogni nostra croce Tu sei il “mandante”,
e comprendiamo invece che in esse
Tu sei nostro fedele Compagno di cammino.
Il nostro amabilissimo Cireneo!
E allora anche le nostre croci
diventano alberi fecondi di frutti prelibati
perché Tu le porti insieme a noi,
perché Tu ci sali con noi.
E se guardiamo bene alla Tua Croce
smettiamo di averne paura
perché la troviamo piena di doni:
da Essa ci hai donato Tua Madre,
da Essa ci hai donato il Tuo perdono,
da Essa ci hai donato la Tua Vita!
Grazie Amore Crocifisso e Risorto.
A Te lode, onore e gloria
per tutti i secoli dei secoli.
Amen.
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!