5 minuti con Gesù

Commento al Vangelo del giorno a cura di P. Antonio Maria Carfì

10 Dicembre 2024 - Martedì

10 Dicembre 2024 - Martedì

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita?
In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite.
Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».

La domanda provocatoria di Gesù mette a nudo la povertà dei nostri ragionamenti umani, soprattutto quando tentiamo di inscatolare la nostra vita dentro schemi e calcoli e misure che alla fine ci lasciano sempre un senso di inquietudine e di mani e cuore vuoti. Questa è domanda: «Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita?».
Già… chi di noi agirebbe così? O forse non cominceremmo a pensare: “Peggio per lei che si è persa, non posso lasciarne novantanove sui monti, perché novantanove è più importante di uno”. Noi ci siamo abituati sempre di più a ragionare con la calcolatrice in mano, ad organizzare le nostre vite in base a budget e target e “mi conviene/non mi conviene”, “cosa ci guadagno/cosa ci perdo”… E se questi ragionamenti possono anche essere condivisibili quando si tratta di organizzare la nostra vita economica, diventano però distruttivi quando li utilizziamo per la parte affettiva delle nostre relazioni.
Il Vangelo di oggi ci fa capire ancora una volta chi è Gesù e chi siamo noi per Lui. Lui è l’Amore fatto Carne, diventato Pastore e la relazione tra Lui e le “pecorelle” è una relazione fondata sul Suo Amore personale non solo per il “gregge”, ma per ogni singola “pecorella” che infatti si precipita a cercare quando dovesse perdersi. È stupendo pensare questo: la pecorella per ogni pastore è la sua vita, ossia la sussistenza del pastore dipende dalla salute del gregge.
E allora stamattina possiamo dirlo, confortati dalla testimonianza del Vangelo e confermati dall’autorità della Parola di Dio: ognuno di noi siamo la “vita” del Pastore Buono e Bello che è Gesù! Ecco perché il Venerdì Santo perderà la vita per noi! Siamo talmente importanti per Lui che ha voluto “perdersi” nel burrone della Morte per tirare fuori tutte le pecorelle imprigionate dalla forza del peccato e ricondurle ai pascoli della Vita.
Se qualche volta dovessimo chiederci qual è il valore della nostra vita, della vita umana, oggi così sminuita e banalizzata e ridicolizzata, ognuno di noi può rispondere con fermezza: “Io valgo il Sangue del Figlio di Dio!”.

Caro Gesù,
dicono che a scuola
Tu avessi qualche problema:
con le moltiplicazioni matematiche,
perché con 5 pani e 2 pesci
sfamavi 5000 persone;
perché nonostante il prof.
provasse a convincerTi del contrario
per Te 1 sarà sempre uguale a 99…
Non parliamo poi
di quello che succedeva
nel laboratorio di chimica
quando l’acqua…
diventava sempre vino!
Aiutaci a comprendere, per favore,
che se non accogliamo
la Tua follia di Amore
non guariremo mai
dalle nostre pazzie umane.
Aiutaci a comprendere, per favore,
che “la volontà di Dio”
non è un progetto
pesante e complicato da svolgere
nel modo più perfetto possibile.
È invece una volontà di salvezza e di pace:
quella di non “perdere” nessuno di noi
che nel fatto di “perderci” ogni giorno
siamo, in questo sì, esperti.
Grazie perché oggi
Ti rendi particolarmente comprensibile
perché se tante Tue immagini
a volte ci rimangono difficili da capire,
quella del Pastore buono e bello,
innamorato delle Sue pecorelle
giunge dritta al nostro cuore,
e lo riscalda con quell’abbraccio,
quello della Tua Misericordia
che ridona vita e senso
a tutto ciò che per noi
sembrava irrimediabilmente perduto.

Buona giornata a tutti… in braccio al Pastore Buono e Bello! La Mamma Celeste, la Casta Agnella, ci benedica e sorrida sempre!

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