Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Luca - Lc 6,20-26
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
Oggi ascoltiamo la versione del Vangelo delle Beatitudini raccontata dall’evangelista Luca che si differenzia da quella di Matteo (cfr. Mt 5,1-12) soprattutto per la presenza di quattro “Guai” quasi gridati da Gesù e la cui eco giunge fino a noi per svegliare, se necessario, le nostre coscienze.
Certo la parola “guai” nel nostro linguaggio comune assume il significato di una “minaccia”; chi la pronuncia sta avvisando l’interlocutore che sta andando incontro ad un pericolo. Ma in bocca a Gesù assume un altro senso. È il grido dell’Amore di Dio che teme per i propri figli. È come il grido di una mamma che, volendo evitare al figlio un possibile pericolo, lo “minaccia” con questa parola: “Guai a te se frequenti persone cattive”; “Guai a te se fai uso di droghe”; “Guai a te se non vivi in modo onesto tradendo i valori della famiglia” … Chissà quante volte voi genitori avete gridato questa parola con amore infinito per i vostri figli! Ma perché Gesù grida il Suo “Guai a voi”? A chi lo rivolge? Ovviamente la ricchezza o l’abbondanza o l’allegria o “farsi un buon nome” non sono di per sé un male da cui fuggire.
Tuttavia Gesù ci avverte che queste situazioni possono generare un atteggiamento estremamente dannoso per noi e per gli altri: l’indifferenza. Il problema non in sé la ricchezza o il vivere una vita agiata, lo ricorda anche il Salmista: «Alla ricchezza, anche se abbonda, non attaccate il cuore» (Salmo 62,11). Il problema nasce quando l’abbondanza di beni ci fa diventare egoisti, avidi, indifferenti a coloro che ci vivono accanto. Non dimentichiamoci del Vangelo del giudizio finale che sarà incentrato sulla carità: «In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me» (Matteo 25,40).
Per questo Gesù grida oggi il Suo “Guai”! È un invito a vigilare costantemente su sé stessi, a non addormentarsi sul proprio “stare bene”, ad essere attenti ai bisogni degli altri, sensibili anche a quelle richieste di aiuto che non vengono formulate e che solo sensibilità profonde ed evangeliche riescono non solo ad intercettare, ma anche a prevenire. In gioco c’è la “beatitudine” intesa non solo come riconoscimento escatologico del nostro agire nel bene e per il bene; ma intesa anche come pace e gioia che accompagna i nostri giorni terreni.
Caro Gesù,
è proprio vero
che chi ci ama davvero
ci rimprovera
per aiutarci a capire il male che facciamo
e prevenire il male che potremmo fare.
La parola “Guai” in bocca a Te
è il grido dell’Amore che ha a cuore gli amati;
è il grido di chi sa che solo
nel dimenticare sé stessi
è possibile trovare
la via per la “beatitudine”,
ossia per la pace nel cuore,
quel senso di gioia profonda
che accompagna la vita
di chi vive per amore,
di chi vive per amare.
Il Tuo è il grido di chi vuole scuoterci
da quelle scelte nelle quali
gli altri non sono più
fratelli con cui camminare
verso l’Eternità.
Continua a gridare, Gesù,
vinci le nostre sordità,
le nostre stanche abitudini religiose.
Il Tuo “Guai” ascoltato oggi
faccia vibrare le porte delle nostre coscienze
come il vento di una nuova Pentecoste,
perché Ti obbediamo,
non per paura del “castigo”,
ma per il timore di perdere la Tua Amicizia,
che è l’unica forza che
“ci toglie dai guai” di una vita senza senso,
per restituirci la gioia di essere
testimoni, credenti e credibili, dell’Amore.
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!