Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Luca - Lc 6,39-42
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
Gesù utilizza delle immagini che sono chiare ed efficaci per guarire le nostre relazioni. Tutta l’attenzione e le energie che investiamo nell’osservare/giudicare gli altri dovremmo utilizzarle per noi stessi. Con forza Gesù ci ricorda: «Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
Spesso non riusciamo a “vedere bene” perché il nostro cuore è pieno di pregiudizi, di antipatie, di ignoranza nel senso latino del termine: “non conosciamo”. Già facciamo tanta fatica a capire cosa si muove e muove il nostro cuore ad agire; quante volte ci siamo ritrovati a fare o dire delle cose per le quali poi ci siamo detti: “non capisco ancora perché ho agito così…”. Il cuore dell’uomo è un abisso a tal punto che il profeta Geremia esclamerà: «Niente è più infido del cuore e difficilmente guarisce! Chi lo può conoscere?» (17,9).
Se dunque facciamo già tanta fatica a capire noi stessi come possiamo pretendere di giudicare il cuore e la vita degli altri? Questa non significa che non dobbiamo “leggere” e “criticare” ciò che avviene nella nostra storia umana. Ma se siamo chiamati a “giudicare” le azioni, i fatti che osserviamo, tuttavia non dobbiamo mai (!!!) presumere di conoscere le intenzioni che hanno portato una persona ad agire in un certo modo. Perché? Perché non conosciamo l’intenzione profonda che ha fatto da spinta ad agire. Ecco cos’è il peccato di giudizio! Ti faccio un esempio: se tu vedi che io rubo e dici: “padre Antonio è un ladro!”, questo non è un giudizio; lo diventa quando tu aggiungi: “ha rubato perché …”. Il perché una persona agisca in un certo modo non lo sapremo mai! A meno che la persona stessa non ce lo riveli.
E allora facciamo un bell’esame di coscienza per riconoscere tutte quelle volte che i nostri occhi, creati per ammirare la bellezza del creato, sono diventati invece punte acuminate, lame affilatissime che hanno “fatto a pezzi” le persone e le loro vite. Chiediamo a Gesù la forza per lavorare su di noi e non sugli altri per trasformare i nostri occhi in strumenti per “accogliere” e non per allontanare; per accorgerci dei bisogni e non per scrutare i difetti degli altri; per guardare insieme ai fratelli e sorelle in umanità verso la stessa direzione che è Dio – la carità e la giustizia – e non per guardarli come se noi fossimo i giudici che hanno la verità della vita degli altri in tasca.
In realtà, se frughiamo bene, “in tasca” abbiamo di sicuro solo il “biglietto di partenza per il Cielo” e nient’altro di certo. Per cui non sprechiamo il tempo breve della nostra vita in giudizi che fanno male, in pietre che tagliano e feriscono e “impoveriscono” noi e gli altri. Preoccupiamoci piuttosto di non sprecare neanche un solo istante di questa stupenda avventura che è la vita umana, di arricchire agli occhi di Dio amando e perdonando i fratelli perché l’unica moneta corrente nel Regno dei Cieli è la carità!
Caro Gesù,
sulla Terra ci diciamo
che il bene più prezioso
è la vista degli occhi.
Ma Tu ci fai capire
che ne esiste uno ancora più eccellente:
la vista… del cuore.
Sì, vuoi guarire il nostro cuore
dalla superficialità, dai giudizi taglienti,
dagli sguardi duri e privi di misericordia.
Vuoi ricordarci che
osservare i difetti degli altri
è molto più facile e semplice
che mettere mano alle tante,
necessarie correzioni
che dobbiamo fare su noi stessi.
Vuoi ricordarci che “puntare il dito”
è esercizio quanto meno sterile e pericoloso
perché mentre lo facciamo,
altre tre dita della stessa mano
sono puntate verso noi stessi.
Vuoi ricordarci che costruire “steccati”
e usare categorie selettive
non ci rende migliori degli altri,
soltanto ci isola in un mondo tutto nostro
che probabilmente è pieno
di cose sbagliate
come e più di quelle
che giudichiamo negli altri.
Aiutaci ad immergere ogni giorno
lo sguardo del nostro cuore
sulla Bellezza del Tuo Volto
ed impareremo che l’unica misura
che davvero conta ai Tuoi occhi
è la misericordia.
E fiumi di bellezza e di pace
riempiranno i nostri sguardi
ed impareremo che
“l’essenziale è invisibile agli occhi”
e che “non si vede bene che con il cuore”.
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!