5 minuti con Gesù

Commento al Vangelo del giorno a cura di P. Antonio Maria Carfì

12 Novembre 2024 - Martedì

12 Novembre 2024 - Martedì

Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!

Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:

Dal Vangelo secondo Luca - Lc 17,7-10

In quel tempo, Gesù disse:
«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Questa mattina Gesù parla di un “padrone” e di alcuni “servi”. E come sempre lo fa ribaltando completamente le prospettive umane racchiuse in queste due parole.
La parola “padrone” evoca immediatamente scenari di potere, dominio, forza, ricchezza; mentre la parola “servo” nell’accezione comune rimanda ad una vita di subalternità, di “schiene piegate”, di povertà, di “cappelli in mano” davanti ai padroni. Gesù invece offre una prospettiva nuova che va accolta alla luce della Pasqua perché se nel “mondo” il padrone si fa servire, nella logica di Dio e nel Suo Regno che inizia già su questa Terra, è Lui che si abbassa verso di noi. Infatti dalla mangiatoia di Betlemme, Lui che è Dio, guarda tutti dal “basso verso l’alto” (mentre noi invece a volte guardiamo gli altri… “dall’alto in basso”...) in una condizione di assoluta povertà e dipendenza. È Lui che si pone al servizio dell’Uomo e la lavanda dei piedi durante l’Ultima Cena ne è un’icona assolutamente viva ed espressiva (cfr. Giovanni 13,1-20).
Pensate alla sequenza dei verbi usati nel brano di oggi che Gesù usa per indicare il ruolo dei servi: «Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi» e che sono vissuti da Lui in prima persona nell’Ultima Cena: «Si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto» (Giovanni 13,4-5). Ancora: è Lui che si rende protagonista di una metamorfosi commovente quando da Pastore buono e bello (cfr. Giovanni 10,1-21) diventa l’Agnello di Dio (cfr. Giovanni 1,29) che toglie il peccato e la fame di amore che c’è nel cuore di ogni Uomo. È sempre Lui che prepara da mangiare per noi, come accadde agli Apostoli dopo la Pasqua quando trovarono Gesù Risorto sulla spiaggia che li attendeva dopo una notte di fatica inutile: «Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane», già preparato dal Signore per loro (Giovanni 21,7).
Ci fa ancora paura la prospettiva di essere servi? E allora ascoltiamo cosa dice Gesù di Sé stesso: «Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Marco 10,45). Siamo sicuri che sia sempre meglio stare dalla parte dei potenti e dei padroni che angariano i loro sudditi? Andiamo a scuola dalla Vergine Maria a Nazaret: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (Luca 1,38).
Alla luce di queste citazioni della Scrittura possiamo allora comprendere l’ultimo detto di Gesù di oggi: «Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”». La traduzione non è corretta poiché letteralmente bisognerebbe tradurre così: “Siamo servi che non si attendono nulla in cambio”. Non “inutili”, ma che fanno ciò che fanno per amore e non per la ricompensa! E infatti se Gesù che è Dio ed è Amore si è messo al servizio dell’Umanità la nostra ricompensa è essere al servizio dell’Amore! E questo lo possiamo fare indipendentemente dalla chiamata particolare che abbiamo ricevuto: da sacerdoti, da sposi, da studenti, da figli, da operai e dirigenti, anziani, in salute e ammalati...
Solo “servire l’Amore” ci rende autenticamente felici! Anche perché è la condizione che non ratifica la distanza tra il padrone e il servo come accade nel mondo. Infatti Gesù annuncia una cosa stupenda: «Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi» (Giovanni 15,15). Mettersi “al servizio” dell’Amore ci fa diventare “amici” dell’Amore! Quando lo scrivo e lo predico sento sempre il cuore emozionarsi ed esultare nel considerare come l’Amore di Dio sia tutt’altro che platonico per noi. È un Amore concreto, sensibile, quotidiano che quasi “mendica” la nostra amicizia: «Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Apocalisse 3,20). E ancora una volta a noi, colti di sorpresa da questa visita e spesso con la dispensa del cuore vuota, è Lui che porta il “cibo per la cena” perché è l’Agnello di Dio, carne divina tenerissima che prolunga la Sua presenza fino alla fine del mondo (cfr. Matteo 28,20) nell’Eucaristia.

Caro Gesù,
conosci perfettamente
il bisogno di sentirmi utile
e di ricevere gratificazioni
da ciò che faccio.
Lo sai, è umano,
ma nasce spesso dai tanti vuoti
che ho nel cuore,
soprattutto quando
l’autostima è bassa
e così finisco per “fare il bene”
solo per sentirmi gratificato
e tappare qualche buco dell’anima.
Oggi mi insegni e consegni
l’arte della gratuità.
La felicità di fare le cose
solo per la gioia di essere Tuo amico
poiché Tu stesso hai detto:
«Non vi chiamo più servi,
ma vi ho chiamato amici,
perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio
l’ho fatto conoscere a voi».
Solo per la gioia
di spendere il mio tempo
nell’unica cosa
che mi rende davvero felice:
amare sempre,
nella gioia e nel dolore,
nel buio e nei deserti,
amare come ami Tu.
Voglio farlo perché Ti vedo
Servo Piccolo nella Grotta di Betlemme;
Servo inginocchiato ai piedi dell’Uomo
che lavi con le Tue lacrime;
Servo sofferente, elevato sulla Croce
per rendere gli uomini liberi di vivere
come veri figli di Dio;
Servo infaticabile che come Risorto
accompagni ogni Uomo verso l’Eternità.
Sì, Gesù, donami la grazia
di non essere nient’altro che un “servo”
che nulla si attende
perché la vera ricompensa
è la Tua Amicizia.

Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!

Liturgia

Orari

Sante Messe Domenicali

8.30
10.30
18.00


Preghiera quotidiana

La Fraternità accoglie quanti desiderano unirsi
alla preghiera comunitaria

6.15 Lodi e Santa Messa (Lun, Mar, Mer)
6.30 Lodi e Santa Messa (Gio, Ven, Sab)
12.00 Ora media e Santo Rosario
16.30 Vespri, Adorazione eucaristica e Santo Rosario

Logo bianco Cittadella dell'Immacolata