In quel tempo, Gesù disse alle folle:
«A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”.
È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”.
Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie».
La domanda di Gesù: «A chi posso paragonare questa generazione?» raggiunge, dopo duemila anni, anche la “nostra” generazione alla quale si può applicare l’immagine richiamata da Gesù, ossia quella di “bambini” che giocano con altri bambini senza essere mai veramente contenti! Non è forse vero che un senso di inquietudine e di perenne insoddisfazione accompagna spesso le nostre giornate? È del nostro tempo l’analisi fatta da psicologi che affermano come tanta nostra gioventù (e non solo… anche tanti adulti…) è affetta dalla “sindrome di Peter Pan”, espressione coniata dallo psicologo Dan Kiley nel libro “Gli uomini che hanno paura di crescere”. In estrema sintesi possiamo definirla come una modalità di funzionamento psichico della persona, caratterizzata da una serie di comportamenti che indicano difficoltà ad assumersi le responsabilità tipiche dell'età adulta. Le persone nelle quali si riscontra questa modalità di funzionamento, pur essendo adulti anagraficamente, assumono comportamenti che un osservatore esterno potrebbe giudicare infantili, i quali sono correlati a mancanza di maturità emotiva. Qualcun altro, come il sociologo ebreo Zygmunt Bauman, ha definito la nostra epoca come quella del “tempo liquido”, dell’“amore liquido”, della “paura liquida” dove la “liquidità” fa riferimento all’inconsistenza delle nostre basi psicologiche, affettive, relazionali. Una caratteristica di questa “liquidità” a livello relazionale è data dall’esigenza di vivere esperienze emotive sempre più forti, brevi nel tempo e senza assunzione di responsabilità per cui i legami affettivi sono assolutamente inesistenti. Si sbaglia Bauman? Basta osservare il comportamento affettivo dei nostri adolescenti (solo loro?) per comprendere come tutto questo sia assolutamente e drammaticamente vero. E l’analisi si estende impietosamente anche al mondo degli adulti. Il “piacere” è diventato il “dio” al quale sacrificare vita e sentimenti e fragilità umane e sempre più spesso famiglie ed affetti e legami con persone che si erano ciecamente fidate e affidate ai loro partners. E pazienza se poi sempre più giovani e giovanissimi denunciano di essere oppressi da pensieri suicidari o affermano, anche se sono solo al fiorire della loro esistenza, che la vita “fa schifo”, che “non ha senso” … La società di oggi si comporta (o meglio, è “abilmente” guidata a comportarsi da chi ha le chiavi del potere della comunicazione) come una massa di bambini che pensano che tutto sia un gioco, immersi ed inebetiti dal “virtuale” dove tutti possiamo nasconderci (a volte anche a noi stessi) dietro faccine spesso in contraddizione rispetto a quello che proviamo davvero, salvo poi essere presi a schiaffoni dalla vita che ci sveglia a suon di bombe e di guerre e di bambini che affogano a mare insieme ai loro familiari e ai loro sogni… Un villaggio globale dove in molti si “spogliano” pubblicamente mettendo in piazza anche i loro sentimenti più intimi, dandoli in realtà in pasto ad un pubblico che in realtà è assolutamente indifferente o fintamente partecipe dei nostri stati d’animo. Non lo facciamo più col confessore in Chiesa, tanto è inutile!!! Però lo facciamo con perfetti sconosciuti ai quali non importa nulla della nostra vita… Vi sembra che io abbia esagerato in questa analisi/descrizione della nostra generazione? Temo di no. Anzi, temo di aver detto troppo poco! Siamo irrimediabilmente perduti? Assolutamente no! Il Pastore buono e bello viene anche oggi a cercarci nei burroni delle nostre società e dei nostri pensieri contorti (cfr. Matteo 18,12-14); conosce le nostre stanchezze ed oppressioni e per questo ci invita ad andare con fiducia da Lui per trovare ristoro (cfr. Matteo 11,28-30); vuol guarirci dalle nostre paralisi (cfr. Luca 5,17-26); continua a prendersi cura di noi perché ci ama (cfr. Giovanni 3,16). E la via per ritrovare il cammino di un’umanità vera e ancora solidale con tutti è quello di osservare le opere di Dio. Così infatti dice Gesù: «Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». Dobbiamo tornare a scuola da Gesù che ci invita ad essere miti e umili di cuore (cfr. Matteo 11,28-30) per intercettare i passi di Dio nella nostra storia e nella Storia dell’Umanità. E se dovessimo fare fatica a leggere ed interpretare questi segni ecco che Gesù ne ha lasciato uno particolarmente forte: la Sua Croce che non è il solo il segno del dolore e della sofferenza e della vittoria di sorella morte… No! È il Segno dell’Amore che vince, in ogni stagione, dentro ogni generazione e vince dando la vita. Sì, c’è ancora vita sulla terra e sempre ci sarà fintanto che ci sarà un Crocifisso che guarda gli uomini con infinita compassione e tenerezza. Questa è l’opera di Dio, sapiente ed invincibile nonostante tutto sembra congiuri contro di Lui, contro la fede, la speranza, la carità: il Suo Amore indefettibile e sempre fedele ad ognuno di noi. Ri-conoscere questa sapienza diventa per noi fonte di gioia e di speranza, non “virtuali”, ma reali, come reale è la Sua Presenza nell’Eucaristia fino alla fine dei tempi.
Caro Gesù,
come sempre leggi nei nostri
cuori in profondità,
perché li conosci,
perché ci ami.
Ed oggi metti a nudo
le nostre insoddisfazioni,
il nostro non essere
“mai contenti” nonostante
abbiamo tutto… e tutti
a portata di mano.
Forse perché ancora,
come bambini,
giochiamo con la vita nostra
e degli altri.
Giochiamo, pericolosamente,
con i sentimenti nostri
e degli altri.
E spesso, proprio
come bambini imprudenti,
ci facciamo male,
facciamo del male…
Aiutaci ad essere sapienti!
Non a “sapere tante cose”,
per questo basterebbe anche
… Wikipedia!
Aiutaci a “sapere” col cuore,
a tornare a gustare i sapori della vita
con le papille gustative
della verità e della carità,
della gioia e della semplicità.
Aiutaci a non essere più
adulti-bambini che hanno paura
delle responsabilità,
e giocano pericolosamente
con la vita propria e degli altri;
ma adulti-piccoli,
di quella piccolezza alla quale
appartiene il Regno dei Cieli.
E conosceremo nuovi giorni
di pace e autentica umanità.
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!