5 minuti con Gesù

Commento al Vangelo del giorno a cura di P. Antonio Maria Carfì

18 Luglio 2024 - Giovedì

18 Luglio 2024 - Giovedì

Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!

Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:

Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 11,28-30

In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Se Gesù avesse detto: “Venite a me, voi tutti santi… voi tutti perfetti… voi tutti che pregate incessantemente e bene e non avete mai un momento di difficoltà e nessun dubbio di fede… voi che avete capito tutto dell’Amore di Dio e del mistero dell’Incarnazione e della Pasqua…”!
Diciamoci la verità: chi di noi avrebbe potuto rispondere alla chiamata del Signore? Chi si sente di far parte di queste categorie? Io sicuramente no! Il Vangelo di oggi ci rivela la tenerezza e la compassione di Dio per questa umanità che si illude di essere forte mentre in realtà è attraversata da una fragilità senza precedenti nella storia dell’Uomo; di un’umanità che pensa di poter realizzare sé stessa liberandosi di Dio ed invece si ritrova oppressa da antiche e nuove schiavitù. Gesù manifesta il Cuore di un Dio che si prende cura delle nostre povertà, delle ferite della vita, date e ricevute.
È interessante notare che non promette di togliere le cause delle stanchezze e delle oppressioni, ma di farci trovare ristoro in tutte le situazioni penose che siamo chiamati a vivere. Solo così si realizza la beatitudine della consolazione nel pianto: «Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati» (Matteo 5,4), dove appunto la fonte della beatitudine non è il fatto di piangere, ma la consolazione che viene da Dio nei momenti di dolore.
Dio non impedisce di piangere, ma nelle tribolazioni ci viene sempre incontro e l’esperienza della Sua presenza nella nostra vita diventa fonte di consolazione e di pace, anche se rimaniamo dentro le sofferenze. Non è venuto a toglierci la croce, ma ad aiutarci ed insegnarci a portarla come veri figli di Dio. D’altra parte Lui stesso ci ricordava qualche giorno fa: «Chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me» (Matteo 10,38).
Sì, c’è una differenza abissale tra le croci che vengono dalla vita, quelle che ci costruiamo noi con scelte sbagliate, frutto di peccati personali e le croci che Dio stesso permette per i Suoi disegni imperscrutabili, ma sempre pieni di amore e di salvezza per ognuno di noi. E come medicina per tutte le nostre ribellioni ci consegna questa commovente esortazione¬: «Imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita».
La fonte inesauribile di ristoro per la nostra esistenza è quella di vivere con umiltà e mitezza, attingendo questi due tesori dalla misericordia gratuita di Dio! “Umiltà e mitezza” sono le due qualità fondamentali del Figlio di Dio che ci chiama a vivere tutti come veri “figli” dell’unico Padre che è nei Cieli. Il “ristoro” inteso come pace del cuore, serenità, gioia profonda è frutto di esistenze spese con cuori umili, disponibili, miti, come il Cuore di Gesù che si dona a noi con una misura incalcolabile, frutto della Sua misericordia senza limiti.

Caro Gesù,
è bello sapere
che Tu ci liberi e guarisci
dalle ansie da prestazione religiosa,
dalla paura di non essere mai “abbastanza” per Te,
di sfuggire al Tuo sguardo
perché siamo pieni di stanchezze e paure
e oppressioni del cuore e della mente.
Tu invece ami chiamare proprio coloro
che attraversano i deserti della vita,
e si sentono caricati dagli uomini
di pesi insopportabili.
Ami cercare tutti quelli che
sono sbattuti dalle tempeste
e mischiano il sapore salato del mare
con quello altrettanto pungente delle lacrime.
Come una calamita potente, Tu,
Uomo dei dolori che ben conosce il patire,
attiri a Te quella massa desolata di persone
che hanno smesso di credere perfino in sé stesse.
E hanno smesso di sperare,
almeno fino a quando
Qualcuno non gli ha detto:
“Vieni a me, uomo stanco di non trovare il senso,
uomo piegato e piagato dalle prove della vita,
uomo che hai scelto di affogare la tua disperazione
nelle dipendenze da tutto e da tutti…
Impara da Me che sono mite e umile di Cuore”.
E all’improvviso abbiamo riprovato la gioia vera,
che Tu Amico degli uomini doni a tutti,
senza calcoli e senza misura,
facendoTi ogni giorno Cireneo
dei nostri pesi e delle nostre croci.

Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!

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