Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Matteo - Mt 6,7-15
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Nel Prologo di Giovanni leggiamo così: «Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato» (1,18). La cosa stupenda che ha fatto Gesù non è stata soltanto venire sulla terra per dirci che Dio esiste, ma che Dio è nostro Padre! Ossia che veniamo da Lui, siamo frutto di un Suo pensiero di Amore per noi.
Quando Gesù sarà battezzato al Giordano si udrà una voce dal Cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento» (Marco 1,11). Pertanto ora sappiamo che il Cielo non è vuoto o abitato solo dalle nuvole o dalle nostre paure: vi abita una Paternità amante dalla quale proviene ogni cosa! Ecco perché l’unica preghiera insegnata da Gesù ai Suoi discepoli è il Padre nostro. La preghiera più completa, il compendio dei Vangeli.
Preghiera terapeutica oltretutto perché risponde alle domande di senso di ogni uomo: “Chi siamo?” Figli di Dio! “Da dove veniamo?”: dal Cuore del Padre che ci ama! “Cosa ci facciamo sulla terra?”: siamo stati creati per amare e seminare amore ovunque andiamo e viviamo! “Verso dove stiamo andando?”: siamo in viaggio verso l’Eternità che non è solo una distensione infinita del tempo, ma è il Cuore della Trinità, la Fornace ardente di Amore dove vivremo per sempre e dove ritroveremo i nostri cari nella comunione dei Santi!
È la preghiera per eccellenza perché contiene due verità: la prima l’abbiamo già sottolineata, Dio è nostro Padre. La seconda è legata all’aggettivo “nostro”, Padre “nostro” e non Padre “mio”. Nel momento in cui Gesù ci consegna questa preghiera ci sta dicendo che non solo Dio è nostro Padre, ma che noi siamo tutti fratelli! Non è un “estraneo” questo Dio, a tal punto che San Paolo scriverà: «Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio» (Efesini 2,20).
Ogni essere umano avverte il bisogno di pregare, di rivolgersi ad un’entità superiore, spesso percepita come lontana e indifferente rispetto a quello che accade sulla terra. Cristo ci fa fare un passo avanti e ci dice che Dio è Padre e la Sua vita è talmente tanto coinvolta con noi che «ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Giovanni 3,16).
Un’ultima annotazione a mio avviso importante. Tutte le domande del Padre nostro sono incondizionate: sia santificato il Tuo nome (come, quando e quanto vuoi Tu), venga il Tuo Regno (come e quando vuoi Tu)… L'unica domanda il cui effetto è condizionato è quella che riguarda il perdono: «Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Questa aspettativa da parte di Dio Padre spesso ci trova impreparati e riottosi, facciamo tanta fatica a perdonare. Eppure se ci riflettiamo con calma ci rendiamo conto che è la richiesta che più delle altre ci “divinizza”, ci rende simili a Dio! Perché Lui perdona e a noi chiede di fare lo stesso. Questo perché il perdono è un atto del cuore che ha delle conseguenze straordinarie.
Lo apprendiamo dalla parabola del “figlio prodigo” (cfr. Luca 15,11-32) dove viene detto chiaramente quali sono le conseguenze del perdono: «Questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa» (15,24). Perdonare vuol dire addirittura far tornare in vita ossia “risuscitare” relazioni morte e permettere a chi aveva smarrito la direzione giusta di tornare sui suoi passi. È quello che Dio fa con noi ed è quello che il Padre ci chiede di fare tra di noi! Per essere seminatori di vita e bussole per coloro che si smarriscono. Il frutto è saporito: «E cominciarono a far festa». È la festa della pace e della gioia ritrovata in relazioni avviate alla morte.
È difficile? No, di più, è difficilissimo! Diventa più facile se facciamo memoria costante di quanto e come siamo stati perdonati per fare di questa esperienza la base per donare il perdono a chi ci ha ferito. E se l’altro non ne vuole sapere? Allora ci prenderemo l’impegno di pregare per lui, forti dell’esortazione del Signore: «amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli» (Matteo 5,44-45).
Caro Gesù,
il problema dei credenti
è sempre lo stesso: in chi crediamo?
Spesso tanti pensano che sì,
“qualcosa o qualcuno ci sarà
al di là delle stelle”,
ma tutto resta indefinito
e la divinità è percepita
come lontana e indifferente,
fredda e inconoscibile.
Tu invece ci lasci senza fiato!
Perché ci riveli che Dio
è il Padre Tuo e nostro!
Dio è Padre! Di più:
nella Tua lingua è “Abbà/Papà”,
restituendo al nostro modo di invocarLo
gli accenti essenziali
di una intimità calda e personale,
familiare e colma di tenerezza.
Dunque non una forza soprannaturale ci sovrasta,
piuttosto ci avvolge e abbraccia
una Paternità amante!
Della Quale Tu sei il Volto misericordioso per noi!
Grazie Gesù perché restituisci alla nostra fede
e alla nostra preghiera
il balbettio istintivo dei neonati,
il linguaggio semplice dei bambini
la confidenza dei figli innamorati
di Chi ha dato loro la vita.
E ci riveli che il primo frutto
di questa Paternità amante
è la fraternità tra di noi.
Non ci resta che riconoscere tutti
come nostri fratelli in umanità,
tutti figli dello stesso Padre.
E la nostra vita diventerà
una bellissima, calorosa, feconda preghiera!
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!