5 minuti con Gesù

Commento al Vangelo del giorno a cura di P. Antonio Maria Carfì

20 Febbraio 2025 - Giovedì

20 Febbraio 2025 - Giovedì

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

“Chi sono io per te?”: è domanda da innamorati. E perché stupirsi che sia Gesù a porla quando la natura stessa di Dio è l’Amore!
Questa domanda rivolta agli Apostoli guardandoli dritti negli occhi e nel cuore – e oggi rivolta a ciascuno di noi – ci fa capire che o il nostro rapporto con Gesù si fonda sull’amore, sulla fiducia, sulla confidenza oppure corriamo il rischio di “credere di credere” ossia ci illudiamo di essere credenti.
E dal Vangelo di oggi appare subito chiaro quale sia il bivio dove la nostra fede corre il rischio di imboccare la strada sbagliata: la sofferenza. Quando infatti Gesù annuncia la Sua Passione, Pietro pensa di poter suggerire al Signore quale sia la strada migliore: evitarla!
Diciamoci la verità: la sofferenza, il dolore, le lacrime innocenti ci scandalizzano e ci fanno mettere in dubbio l’amore di Dio per noi e perfino la Sua esistenza. Preferiremmo un Dio che riveli la Sua onnipotenza, qui e adesso, debellando per sempre da questa terra la sofferenza e il dolore. Forse perché non abbiamo capito che con la Sua Pasqua il Signore non ci ha liberati “dalla” sofferenza, ma “attraverso” la sofferenza; non ci ha liberati “dalla” morte, ma “attraverso” la morte.
È scandalosamente bello questo Dio che entra dentro il nostro dolore e non ci lascia mai soli e lo trasforma, non togliendolo, ma donandoci una pace profonda. È incomprensibilmente vicino questo Dio che prende la nostra carne fragile e mortale per toglierla al dominio del Maligno e restituirla al Padre attraverso l’obbedienza filiale.
Un’ultima annotazione. Il rimprovero feroce che Gesù fa a Pietro (e a noi tutte le volte che vorremo scorciatoie facile per la nostra esistenza…): «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini», contiene in realtà un annuncio grandioso: abbiamo la possibilità di «pensare secondo Dio» piuttosto che «secondo gli uomini». È bellissima questa cosa: con la fede e con la confidenza quotidiana con la Parola di Dio posso imparare a pensare come pensa Lui, posso pian piano fare mio «il pensiero di Cristo» (1Cor 2,16). E allora l’Amore dell’Amante passerà attraverso gli amati (i discepoli di ogni tempo) e il mondo ricomincerà a sorridere e a sperare.

Caro Gesù,
Tu sei Amore!
E la Tua domanda:
«Ma voi, chi dite che io sia?»
ci fa tanta tenerezza perché
è la domanda dell’Innamorato!
Percepiamo l’importanza della domanda
e la responsabilità della risposta
che nessuno può dare al posto nostro.
Potremmo dirTi subito:
“Tu sei il Figlio di Dio”.
Ma sappiamo che non Ti interessa
ciò che esce dalle nostre labbra
o dalle memorie stantie
dei nostri catechismi…
Ti interessa quello che abbiamo nel cuore!
E oggi ci fai comprendere
che una via privilegiata
per conoscerTi è la via crucis,
la Tua… e le nostre.
Sì, perché l’Amore non “manda”
il dolore, lo condivide.
Perché non sei il Dio che fa piangere,
ma Colui che asciuga le nostre lacrime
rendendole “beate”
proprio perché “consolate”.
E allora Ti preghiamo con tutto il cuore:
liberaci dalle false immagini di Te,
dai nostri pensieri
contorti e confusi
che ci fanno avere paura di Te,
che nutrono la nostra diffidenza
che spesso si fa indifferenza…
Ricordaci che solo contemplando
la Tua Passione
potremo dire che
non solo “Tu sei il Cristo”,
ma il “Cristo che muore per noi”.
E sarà dentro la follia
di questo Amore finalmente
accolto e compreso
che maturerà la nostra risposta:
non solo con le labbra,
ma con il cuore
e la testimonianza della nostra vita.

Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!

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