5 minuti con Gesù

Commento al Vangelo del giorno a cura di P. Antonio Maria Carfì

23 Dicembre 2024 - Lunedì

23 Dicembre 2024 - Lunedì

In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

Il Vangelo di questa mattina ci consegna il racconto della nascita del Battista.
Qualche giorno fa avevamo ascoltato l’annuncio dell’Angelo Gabriele a Zaccaria, il sacerdote anziano che diventerà il padre del Battista, che aveva reagito con l’incredulità alla rivelazione angelica che la preghiera sua e della sua sposa, anche lei avanti negli anni, era stata esaudita e sarebbero diventati genitori. Ora è giunto il momento del parto e all’annuncio del nome suggerito dalla madre e confermato dal padre su una tavoletta, si aprono finalmente le labbra di Zaccaria che esplode in una benedizione verso Dio (che ascolteremo e commenteremo nel Vangelo della Messa di domani mattina).
Il nome “Giovanni” è “nuovo” ed è il segno di una storia “nuova” che Dio sta facendo con l’Umanità. Il “nome” infatti rimanda all’identità della persona e prima del peccato il nome “Adam” era lo specchio della relazione bella, intima ed armonica che l’Uomo aveva col suo Creatore. È il nome che deriva dalla relazione con Dio che ha permesso alla prima Coppia di diventare “persone” nel momento in cui il Padre Creatore ha donato loro il Verbo eterno; nel momento in cui, dopo avere creato ogni cosa per la felicità dell’Uomo, Dio comincia a “parlare” con Adamo ed Eva rivolgendo e donando loro il Logos, ossia il Verbo/Parola che a Natale diventerà l’Uomo/Gesù.
Tuttavia dopo il peccato originale il nome/identità di Adamo/Eva si inquina perché entrambi non si fidano più della Parola/Logos loro donata ed accolgono le menzogne del Maligno facendo dipendere la propria identità dalle paure e dai terrori che hanno invaso il loro cuore dopo aver scoperto di essere mortali! Infatti Adamo ed Eva tentano di nascondersi: «Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l'uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino» (Genesi 3,8). Ma in realtà più che nascondersi da Dio (impossibile fuggire al Suo sguardo: «Se salgo in cielo, là tu sei; se scendo negli inferi, eccoti» [Salmo 139,8]) è un tentativo patetico di nascondersi a sé stessi.
Ormai l’Uomo non comprende più in modo corretto il suo nome/vocazione di figlio di Dio, lo ha frainteso, lo “pronuncia” e lo declina agli altri in modo errato perché lo specchio nel quale cerca di vedere riflessa la propria identità è deformato dalla menzogna originale. In altri termini è come se cercassimo la nostra immagine (il nostro “nome”) in specchi offuscati, imbrattati, parzialmente rotti… Faccio spesso l’esempio di quegli specchi che si trovano nei Luna Park che, per far divertire i visitatori, deformano le immagini che vi si riflettono: allungate, obese, magrissime...
Ecco perché l’attribuzione del nome “Giovanni” non è solo il racconto di quello che accade in tutte le famiglie quando arriva una nuova creatura. Il suo nome, infatti, significa: “dono, grazia e amore di Dio”. È l’annuncio che sta per iniziare una “storia nuova” che ricomincia “dalla grazia, dal dono e dall’amore gratuito di Dio” che il primo Adamo aveva rifiutato e che il Nuovo Adamo/Cristo vivrà in pienezza per tutti noi! Giovanni sarà il Precursore, la “voce” nel deserto che annuncia la Parola che ora si è fatta Carne nel grembo di Maria. Una Parola finalmente accolta in pienezza dalla Vergine nazaretana senza più fraintendimenti né confusione né spazio per le parole del Maligno.
Giovanni è il Precursore, colui che apre la strada al Nome vero dell’Uomo che ora è riconciliato con Dio, come annuncia l’Apostolo Paolo: «Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: “Gesù Cristo è Signore!”, a gloria di Dio Padre» (Filippesi 2,9-11).

Caro Gesù,
grazie per il dono del Battista.
Sappiamo che è Tuo cugino,
ma sappiamo soprattutto
che è l’uomo che ricomincia
a danzare la vita,
già nel grembo di sua madre,
non appena ha sentito il saluto
della Tua Mamma
che Ti portava in grembo.
Sì, con Giovanni, l’umanità,
dal passo stanco e sfiduciato,
ritrova il gusto di accennare
i primi, timidi passi di danza.
In lui l’umanità dei secoli precedenti,
afona per mancanza di fede e di amore,
ritrova il gusto dell’annuncio
e della profezia.
La gioia di farsi voce della Parola.
La gioia di gridare la Verità
nei tanti deserti della vita
creati dall’indifferenza
e dall’egoismo umano,
abitati dai falsi dèi di ieri,
di oggi e di sempre.
E la Verità che Giovanni grida
è che Tu ci ami a tal punto
da far ricominciare la Storia d’Amore
tra Dio e l’Uomo, non da un santuario
o dal Tempio o da un luogo
“impervio” e irraggiungibile,
ma da una Mangiatoia
dove Ti prepari a diventare
l’Agnello che si offre
alla fame e sete di amore
di tutti noi.

Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!

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