5 minuti con Gesù

Commento al Vangelo del giorno a cura di P. Antonio Maria Carfì

26 Dicembre 2024 - Giovedì

26 Dicembre 2024 - Giovedì

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.
Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».

Oggi la Chiesa celebra la festa di Santo Stefano, il primo martire. Potrebbe sembrare inopportuna la scelta di spezzare subito il clima di festa e di tenerezza che in genere suscita la Natività di Betlemme con il racconto di un martirio (cfr. la prima Lettura di oggi: At 6,8-12;7,54-60). In realtà la Chiesa ci sta dicendo che l’Amore fatto Bambino che abbiamo appena celebrato non è un amore romantico come lo intendiamo noi; un amore che solletica le emozioni del cuore e che fa sembrare tutto bello. L’Amore che Dio manifesta a partire dalla Grotta di Betlemme è piuttosto un Amore drammatico che si donerà fino alla fine per la salvezza degli uomini.
Dunque forse potremmo dire che il primo martire in realtà non è santo Stefano, ma Gesù stesso! Senza dimenticare che la parola “martirio” deriva dal greco μάρτυς/mártus che significa “testimone”. Pertanto il martire è un testimone: Gesù è Testimone dell’Amore del Padre per l’umanità; e i martiri uccisi per la loro fede in Cristo sono a loro volta testimoni dell’Amore di Cristo. Che differenza abissale con i cosiddetti kamikaze, per definizione “membri di un gruppo militare o terroristico che compiono un attentato, sacrificando per motivi ideologici o religiosi la propria vita”. I kamikaze compiono azioni terroristiche uccidendo spesso molti innocenti! Il martire cristiano invece non uccide nessuno, ma si lascia uccidere pur di non rinunciare all’amore per Gesù.
Così ha fatto e insegnato Gesù ai Suoi discepoli di ogni tempo: Lui che è la Verità non ha ucciso i Suoi nemici perché la Verità – che è l’altra faccia dell’Amore – non si impone con la forza delle armi, ma con la forza dell’esempio. Ecco la Croce! Dunque la festa di oggi ci ricorda che l’essere amici di Gesù non è un “passe par-tout” per aggirare le difficoltà e le tribolazioni che conseguiranno alla nostra fedeltà al Vangelo. E infatti oggi Gesù annuncia le grandi difficoltà che incontrerà ogni battezzato che vuole essere fedele e coerente con la fede che professa. E sappiamo tutti che il martirio come evento/possibilità è tutt’altro che un retaggio del passato. Ancora oggi in molte parti del mondo molti nostri fratelli/sorelle cristiani vengono uccisi a motivo della loro fede. E non si tratta di super-eroi o di persone eccezionali: cristiani ordinari come noi, uomini, donne, bambini…
Gesù non ci ha ingannati promettendo facili successi e onori senza fine per i Suoi amici di ogni tempo. Piuttosto ci ha preparati a vivere e offrire la nostra testimonianza con la certezza che anche e soprattutto nei momenti di grande difficoltà e pericolo «è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi». Dunque la grazia che oggi dobbiamo chiedere è la perseveranza! La fedeltà alle piccole cose, ai nostri doveri quotidiani e a quella Parola che ieri abbiamo visto farsi Carne e che oggi contempliamo già bagnata dal sangue dei martiri. È questa Parola, questo Verbo fatto carne che è il senso e la direzione di tutto e che tutto sostiene col Suo Amore come ci fa comprendere l’Autore della Lettera agli Ebrei: «Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente».
Vi lascio con quella che considero un’autentica perla preziosissima. Il testamento spirituale di un Martire dei nostri giorni. Sto parlando di Shahbaz Bhatti, 43 anni, sposato e padre di figli, ministro per le minoranze religiose in Pakistan. Lottava per cambiare le spaventose condizioni di vita dei cristiani, una delle minoranze maggiormente perseguitate dalla maggioranza musulmana. È un testo un po’ lungo, ma ve lo consegno volentieri perché possiamo tutti farne oggetto di meditazione.
Il mio nome è Shahbaz Bhatti. Sono nato in una famiglia cattolica. […] Fin da bambino ero solito andare in chiesa e trovare profonda ispirazione negli insegnamenti, nel sacrificio, e nella crocifissione di Gesù. Fu l’amore di Gesù che mi indusse ad offrire i miei servizi alla Chiesa. Le spaventose condizioni in cui versavano i cristiani del Pakistan mi sconvolsero. Ricordo un venerdì di Pasqua quando avevo solo 13 anni: ascoltai un sermone sul sacrificio di Gesù per la nostra redenzione e per la salvezza del mondo. E pensai di corrispondere a quel suo amore donando amore ai nostri fratelli e sorelle, ponendomi al servizio dei cristiani, specialmente dei poveri, dei bisognosi e dei perseguitati che vivono in questo paese islamico. Mi sono state proposte alte cariche al governo e mi è stato chiesto di abbandonare la mia battaglia, ma io ho sempre rifiutato, persino a rischio della mia stessa vita. La mia risposta è sempre stata la stessa: «No, io voglio servire Gesù da uomo comune». Questa devozione mi rende felice. Non voglio popolarità, non voglio posizioni di potere. Voglio solo un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo. Tale desiderio è così forte in me che mi considererei privilegiato qualora – in questo mio battagliero sforzo di aiutare i bisognosi, i poveri, i cristiani perseguitati del Pakistan – Gesù volesse accettare il sacrificio della mia vita.
Voglio vivere per Cristo e per Lui voglio morire. Non provo alcuna paura in questo paese. Molte volte gli estremisti hanno tentato di uccidermi, imprigionarmi; mi hanno minacciato, perseguitato e hanno terrorizzato la mia famiglia. Io dico che, finché avrò vita, fino al mio ultimo respiro, continuerò a servire Gesù e questa povera, sofferente umanità, i cristiani, i bisognosi, i poveri. […] Voglio dirvi che trovo molta ispirazione nella Sacra Bibbia e nella vita di Gesù Cristo. Più leggo il Nuovo e il Vecchio Testamento, i versetti della Bibbia e la parola del Signore e più si rinsaldano la mia forza e la mia determinazione. Quando rifletto sul fatto che Gesù Cristo ha sacrificato tutto, che Dio ha mandato il Suo stesso Figlio per la nostra redenzione e la nostra salvezza, mi chiedo come possa io seguire il cammino del Calvario. Nostro Signore ha detto: «Vieni con me, prendi la tua croce e seguimi».
I passi che più amo della Bibbia recitano: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi». Così, quando vedo gente povera e bisognosa, penso che sotto le loro sembianze sia Gesù a venirmi incontro. Per cui cerco di essere d’aiuto, insieme ai miei colleghi, di portare assistenza ai bisognosi, agli affamati, agli assetati. Credo che i bisognosi, i poveri, gli orfani qualunque sia la loro religione vadano considerati innanzitutto come esseri umani. Penso che quelle persone siano parte del mio corpo in Cristo, che siano la parte perseguitata e bisognosa del corpo di Cristo. Se noi portiamo a termine questa missione, allora ci saremo guadagnati un posto ai piedi di Gesù ed io potrò guardarLo senza provare vergogna.
Shahbaz Bhatti sarà ucciso ad Islamabad in Pakistan il 2 marzo 2011 con trenta colpi di pistola. Ha perseverato, come raccomanda Gesù nel Vangelo odierno e per questo ha potuto guardarLo senza provare vergogna.

Caro Gesù,
non è che le cose
ce le mandi a dire…
Sei sempre diretto
e ci dici sempre la verità,
perché Tu sei la Verità!
Sicuramente non potevi fare il politico,
le Tue erano predicazioni,
la Parola di Vita per gli uomini
e non comizi per arringare le folle
con false promesse.
Non ci hai promesso successi facili
e sconti particolari
sulle difficoltà della vita.
Anzi… hai parlato apertamente
di come essere Tuoi amici
renda a volte difficoltosa la vita
e di come le nostre scelte
fatte per amore Tuo
e con la bussola del Vangelo
spesso ci portino a navigare
contro corrente…
e non senza fatiche e imbarcate d’acqua.
E allora sentiamo il bisogno
di chiederTi il dono della perseveranza:
la capacità che viene dallo Spirito
di essere coerenti, ogni giorno,
nelle piccole cose;
la forza di fondare tutto sul Tuo Amore
che proprio in questi giorni
vediamo fatto Bambino,
a portata di mano
nei nostri Presepi.
Aiutaci ad accoglierTi senza paura,
semmai sostenuti
dall’unico timore santo
che è quello di perderTi,
di perdere la Tua Amicizia.
E ci scopriremo capaci
di piccoli/grandi gesti
che annunceranno al mondo
che siamo Tuoi amici!
E proveremo una gioia
che il mondo non conosce.

Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!

Liturgia

Orari

Sante Messe Domenicali

8.30
10.30
18.00


Preghiera quotidiana

La Fraternità accoglie quanti desiderano unirsi
alla preghiera comunitaria

6.15 Lodi e Santa Messa (Lun, Mar, Mer)
6.30 Lodi e Santa Messa (Gio, Ven, Sab)
12.00 Ora media e Santo Rosario
16.30 Vespri, Adorazione eucaristica e Santo Rosario

Logo bianco Cittadella dell'Immacolata