Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala corse e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Ieri, il primo giorno dopo il Natale la Chiesa ci ha fatto rivivere il martirio di Stefano. Oggi, secondo giorno dopo il Natale, ci racconta della visita affannata ad un Sepolcro, luogo di per sé che parla solo di morte. Domani celebreremo la Festa dei Santi Innocenti ricordando il sacrificio dei bambini uccisi da Erode.
Potrebbe sorgere una domanda: ma la Chiesa fa di tutto per interrompere la “magia” del Natale? Già, questo è il problema: per molti cristiani, il Natale è una “magia” ossia un momento particolare che solletica la nostra emotività e ci aiuta a costruirci un’atmosfera “diversa” dal solito e da gustare senza fastidi e “brutte” notizie, almeno per qualche giorno: gli alberi addobbati, i presepi, i parenti che tornano da lontano, le mangiate spensierate (dal dietologo ci torniamo dopo le feste…), le giocate con gli amici… Niente dovrebbe turbare questa atmosfera! E invece la Chiesa, che è madre sapiente, ci prendere “a sberle” per svegliarci dalle nostre sonnolenze spirituali e lo fa a suon di Vangeli che ci ricordano che quel Bambinello è venuto sulla Terra per morire! Morire per noi!
Ecco allora la scena di questa mattina: un sepolcro come tanti che dovrebbe essere abitato dalla morte e che invece sorprende chi vi accorre perché è misteriosamente vuoto! Diciamo subito che per i Padri della Chiesa c’è uno stretto parallelismo tra la culla di Betlemme e il Santo Sepolcro. Infatti nelle icone soprattutto dell’area orientale la Natività è rappresentata con Gesù Bambino che si trova collocato dentro una culla che in realtà è una piccola bara. E gli osservatori attenti e conoscitori delle icone notano facilmente che le fasce che lo avvolgono non sono quelle dei bambini, ma quelle con le quali venivano avvolti i corpi dei defunti.
Un altro parallelismo: i pastori che accorsero alla Grotta di Betlemme oggi li rivediamo in Pietro, Giovanni e la Maddalena. Anche loro corrono: e se i pastori trovarono il Bambino che porta la Vita vera nel mondo, gli Apostoli e la Maddalena non trovano un Corpo, ma un Sepolcro vuoto: segno che la Vita ha vinto la morte! Ora non c’è più bisogno del Corpo visibile di Gesù: la Vita ha vinto la Morte, la Luce ha diradato per sempre le Tenebre, la Grazia ha trionfato sul peccato…
E le due scene ci consegnano l’amore di chi cerca Gesù e che parte da pastori che erano la categoria più disprezzata nella scala sociale di quel tempo e da discepoli e discepole che amavano il Signore con tutte le fragilità e i dubbi che li accompagnavano. Eppure corrono da Gesù! Esattamente quello che dovremmo fare anche noi oggi: correre da Gesù, cercare in Lui il senso della nostra esistenza, essere certi che l’Amore si è fatto nell’Emmanuel “Dio-con-noi”, che cammina con noi e in noi. In fondo le due scene: Natività e Santo Sepolcro ci narrano che gli estremi della nostra esistenza terrena, nascita e morte, sono state vissute da Dio per noi, perché tutto avesse un senso e una direzione: il Cielo!
Questa dunque dovrebbe essere la vita spirituale dei discepoli di ogni tempo: una corsa ideale attraverso la preghiera dalla Grotta di Betlemme ai piedi della Croce e da lì subito al Santo Sepolcro. E se questo cammino è “faticoso” ecco che possiamo fermarci alla Locanda che è la Chiesa dove nutrirci della Parola e dell’Eucaristia per riprendere poi subito il cammino nella vita di tutti i giorni. E se i presepi che abbiamo approntato in questo periodo ci mostrano tutta una vita in movimento, in realtà ci accorgiamo che tutto converge verso la Grotta. Così deve essere la nostra vita: tutto un correre e un affannarci per le cose materiali necessarie ed indispensabili, ma con la bussola del cuore orientata costantemente e puntualmente verso il nord della vita che è Gesù, il Suo Amore, la Parola fatta Carne, il Corpo fatto Eucaristia, il Suo Corpo mistico che è la Chiesa.
Coraggio allora: mettiamoci anche noi alla ricerca di Gesù tra le pieghe e le piaghe della nostra quotidianità, sicuri che Lui ci sta già cercando!
Caro Gesù,
ci sorprende trovare
nel tempo del Natale
i Vangeli della Pasqua…
Mentre faremmo bene
a considerarli le due facce
dello stesso Mistero:
Dio-con-noi
che muore-per-noi!
Ci ricordiamo ciò
che avevamo provato allora:
avremmo tanto voluto
che la Settimana Santa
avesse avuto per Te
un epilogo diverso,
che avesse riservato, a Te e a noi,
un finale a sorpresa, un lieto fine inatteso.
Forse perché non avevamo capito
che il lieto fine c’è stato davvero,
ma non lo vedevamo ancora
perché probabilmente gli occhi
si erano fermati sulla Croce,
l’orologio della fede
si era bloccato al Venerdì Santo.
Invece quel Santo Sepolcro
di Gerusalemme è vuoto!
Quei lenzuoli che si erano illusi
di trattenere per sempre il Tuo Corpo
erano messi lì da parte,
ben sistemati.
Sì, perché Tu,
da gran Signore quale sei,
hai voluto lasciare tutto in ordine
prima di spezzare per sempre
le catene della morte.
Perché nulla può trattenere l’Amore!
Aiutaci a credere in Te!
Aiutaci a credere nell’Amore!
E la vita diventata così difficile
e la stessa morte non ci faranno più paura!
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!