[Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore.] C’era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Siamo all’interno del brano della Presentazione di Gesù Bambino al Tempio (cfr. Luca 2,21-38). Qualche versetto prima del brano di oggi era stata narrata l’accoglienza del Bambino da parte del vecchio Simeone che ne aveva riconosciuto la messianicità ed aveva visto in questa Nascita la salvezza non solo del popolo d’Israele, ma anche del mondo pagano. Infatti, appena preso in braccio il Bambino aveva esclamato: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele» (Luca 2,29-32). Nel linguaggio biblico le espressioni “genti”, “isole”, “nazioni” sono sempre riferite al mondo pagano. Dunque opportunamente l’episodio viene chiamato come la “seconda annunciazione a Maria”. Nella prima a Nazaret (cfr. Luca 1,26-38) l’Angelo aveva annunciato a proposito di Gesù che «il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine» (Luca 1,32-33). Nel brano completo della Presentazione al Tempio che include l’incontro col vecchio Simeone e Anna l’orizzonte della salvezza si allarga fino ad abbracciare anche il mondo pagano. Luca ci sta dicendo con poche parole che la misericordia divina è per tutti! Inoltre il Vangelo sottolinea che Maria e Giuseppe compivano tutto in osservanza alla Legge. Dunque, Gesù è entrato nella carne dell’Uomo Nazaret e ora “entra” nella Legge che non è venuto a sovvertire e che non rinnegherà mai! Più volte infatti gli abbiamo sentito dire: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento» (Matteo 5,17). Gesù dunque è venuto a restituire alla Legge il cuore pulsante che è l’Amore e che con il passare dei secoli si era raffreddato finendo per privilegiare solo l’osservanza esterna senza più curarsi dell’Amore di Dio e per Dio. Questo rimprovero aveva già trovato eco nei profeti dell’Antico Testamento, come ricorda lo stesso Gesù nel corso di una delle tante polemiche con gli scribi e i farisei: «Ed egli rispose loro: “Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”» (Marco 7,6). Quindi Gesù vuole rivoluzionare la Legge non nel senso di annullarla, ma riconducendola alla sua essenzialità che è l’Amore, mancando il quale ogni regola, comprese quelle religiose, perdono di senso e di valore. Ricordiamo a tal proposito quello che Gesù dirà al giovane dottore della Legge che Lo aveva interrogato su quale fosse il più grande comandamento: «Gesù rispose: “Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c'è altro comandamento più grande di questi”» (Marco 12,29-31). L’Amore si è fatto carne per insegnarci di nuovo ad amare Dio, amare noi stessi, amare gli altri! Nella verità! La protagonista di oggi è l’anziana profetessa Anna e nella sua storia c’è la storia di tutti noi. Anna significa “favore di Dio”; figlia di Fanuèle, nome che significa “volto di Dio”; della tribù di Aser, che significa “buona fortuna”. Allora riassumendo queste note biografiche otteniamo questo messaggio: Anna è una donna che ha avuto “per favore di Dio”, la “buona fortuna” di vedere il “volto di Dio” nel Bambinello. Proprio come noi in questi giorni natalizi. Vedova da molti anni è in realtà la figura tanto di Israele quanto di tutta l’umanità che vive la vedovanza per la perdita dello sposo e tuttavia continua a cercare Dio e la Sua pace nel tempio, nelle preghiere, nel coltivare un’attesa carica di speranza nonostante il dolore e il senso di vuoto che avvolge la sua vita. L’incontro con lo Sposo che ora è in mezzo agli uomini avviene proprio nell’“ora” in cui Simeone predice la croce. Anna ci testimonia che la “vedovanza”, la “vecchiaia” o tutte quelle situazioni che umanamente possono sembrare “sterili” o vicine al traguardo finale in realtà possono essere visitate ogni giorno dall’Amore e in questo Amore (ri)trovare il senso della nostra esistenza terrena ed eterna. È l’invito a non perdere mai la speranza! Mai!
Caro Gesù,
quanto abbiamo da imparare
dagli anziani!
Oggi la vecchia profetessa Anna ci racconta,
non senza qualche ruga
resa ancora più bella dal suo sorriso,
che non esistono “età” ideali
per incontrarTi.
La sua condizione di vedova,
anziana, senza figli
sembrerebbe essere l’icona ideale
delle nostre stanchezze,
dei nostri sforzi frustrati
di amarTi, di amare qualcuno,
di amare noi stessi.
Potremmo vedere nelle sue rughe
il riflesso delle nostre liturgie stanche,
noiose e annoiate
perché siamo diventati
freddi e frettolosi
e anche quando stiamo con Te,
manteniamo un occhio al Tabernacolo
e l’altro… all’orologio.
Ma Anna non ci consegna
solo il peso e le conseguenze
dei suoi anni. Tutt’altro!
È giovane nel cuore
perché Ti ha sempre cercato;
perché non ha mai smesso
di sperare in Te,
di fare di Te il centro della sua vita,
di fidarsi della Tue promesse.
Lascia dunque che la Luce del Tuo Volto
ammorbidisca le durezze
dei nostri cuori.
Aiutaci a ripartire sempre
dalle piccole cose,
come Anna è ripartita da un Bambino.
E scopriremo che ogni istante,
ogni frammento della nostra vita
è gravido di speranza e di gioia.
Perché Tu, Dio Bambino,
riparti sempre da principio.
E farai anche della nostra fine
il principio di una vita senza fine,
perché avrà raggiunto il suo Fine.
Che sei Tu!
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!