Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Marco - Mc 10,1-12
In quel tempo, Gesù, partito da Cafàrnao, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare.
Stupenda teologia del matrimonio direttamente dalla bocca di Gesù! L’insegnamento di oggi ci fa comprendere quale sia l’effetto del Sacramento del Matrimonio sugli sposi: li fa diventare “una sola carne”. In questo passaggio Gesù cita il brano del Genesi: «Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne» (2,24) offrendoci un’indicazione di metodo importante: quando dobbiamo fare discernimento su situazioni controverse dobbiamo sempre tornare “al principio”, ossia cercare nel piano della Creazione quelle indicazioni che Dio ha lasciato perché l’uomo possa essere felice compiendo la volontà del Padre e realizzandosi secondo quelle inclinazioni che Dio stesso ha messo nel cuore umano. Certamente la vita di oggi è molto più complessa e difficile di quella di solo anche poche generazioni fa.
Caro Gesù, Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!
Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Nuove sfide vengono lanciate all’antropologia cristiana da parte di molte nuove culture, mode, stili di vita e di pensiero. Oggi l’umanità – che si è liberata di Dio nell’illusione diabolica di essere felice – si ritrova schiava di influencer, di urlatori nei talk show, di quei pochi che hanno in mano le chiavi del pensiero e della comunicazione. Sì, si sta instaurando la dittatura del cosiddetto pensiero digitale e virtuale.
Gesù invece ci riconduce ad un pensiero reale e ci invita a rileggere l’esperienza umana alla luce della Sua Parola: chi siamo? Figli di Dio! Perché siamo stati creati? Per amare ed essere amati! È questa la vera vocazione universale dell’Umanità: amare! E infatti siamo davvero infelici non se ci manca quella cosa piuttosto che quell’altra, ma quando ci manca l’amore!
Ecco perché Gesù prima di esprimersi sulla possibilità di “ripudiare la propria moglie” (espressione che oggi traduciamo con “divorziare”), che la Legge di Mosè permetteva, mette subito in guardia dalla causa per cui l’amore coniugale finisce: la durezza del cuore! Quella che i Padri chiamavano: la sclero-cardia! Ossia la sclerosi del cuore, letteralmente “l’indurimento del cuore”. Il nostro cuore è come un terreno che ha bisogno costantemente di essere curato. Ha bisogno di acqua (lo Spirito Santo), di semi buoni (la Parola di Dio), di un contadino desideroso di rendere questo terreno sempre più bello e fecondo e quindi disposto a fare sacrifici come zappare, potare, concimare, alzarsi presto al mattino (la nostra Volontà).
Le relazioni umane così belle e fondamentali come quelle coniugali non possono essere abbandonate alla gramigna terribile del “dare tutto per scontato”. Bisogna prendersi cura del coniuge, pre-occuparsi della sua gioia, chiedersi spesso se abbiamo imparato i suoi linguaggi dell’amore e se sappiamo dimostrarglielo secondo il suo modo di “parlare” i linguaggi dell’amore.
Senza questa cura costante, appassionata, arriverà inesorabilmente presto la “durezza del cuore”, ossia verrà meno la decisione di amare, di impegnarsi, di convertirsi ogni giorno per custodire e coltivare quel bellissimo giardino (il coniuge) che l’immenso amore provvidente di Dio ha pensato per te (cfr. Genesi 2,15).
Tu lo sai: siamo malati di amore!
Sai quanta gioia, ma anche quanta sofferenza
ci procuri questo bisogno essenziale della vita.
È fortissimo il nostro bisogno
di amare ed essere amati,
e al tempo stesso fragilissimo.
Sembra che oggi la parola “per sempre”
non abbia più diritto di cittadinanza
nelle nostre relazioni, sia quelle coniugali,
ma anche quelle amicali.
Ci “accendiamo” facilmente come fiammiferi
per spegnerci rapidamente
al primo refolo di vento contrario.
Tu però oggi ridoni speranza
ai nostri desideri di amare ed essere amati
e ci metti in guardia dal vero nemico dell’amore:
la durezza del cuore!
Gesù, Ti preghiamo:
innaffia costantemente i nostri cuori
con l’effusione dello Spirito Santo
perché non si induriscano più
con l’egoismo e l’orgoglio
e la mancanza di perdono.
Gesù, Ti preghiamo:
rieducaci all’amore, perché oggi ci dicono
che amare vuol dire solo possedere,
godere, divertirsi,
mentre alla scuola della Croce
impariamo che amare davvero
consiste invece “nel dare la vita”
e non “prenderla dall’altro”.
Vinci Gesù le nostre durezze di cuore!
E conosceremo stagioni
ricche di frutti di gioia vera,
di pace e di vita.
E le nostre famiglie
racconteranno al mondo
come Tu ami, da sempre
e per sempre.