Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Luca - Lc 21,1-4
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».
Quel Gesù che aveva aperto gli occhi al cieco (cfr. Luca 18,35-43) e che aveva alzato lo sguardo per cercare gli occhi smarriti di Zaccheo appollaiato sull’albero (cfr. Luca 19,1-10) oggi ancora una volta “alza gli occhi” per osservare ciò che fanno gli uomini, sia ricchi che poveri. Ma non è uno sguardo che scruta per mettere in evidenza gli errori e gli sbagli e i peccati. No! È uno sguardo intenso che ancora una volta esprime tutto l’Amore che Dio ha per noi e che ci consegna un insegnamento fondamentale per la nostra vita che potremmo sintetizzare così: non conta allo sguardo del Suo Cuore “cosa” o “quanto” facciamo, ma “come” lo facciamo!
Diciamoci la verità: il fariseismo è sempre in agguato nelle nostre vite spirituali. Cosa intendiamo per “fariseismo”? Quell’atteggiamento tipico delle persone credenti o religiose che pensano di dovere fare delle cose per essere graditi a Dio: preghiere, elemosine, digiuni, mortificazioni, rinunce… Come se tutte queste cose ci guadagnassero il Suo Amore, la Sua simpatia… Gesù vuol farci capire invece che il Suo Amore e la Sua Misericordia sono assolutamente gratuite. La preghiera o qualsiasi altra attività spirituale deve essere fondata sul Suo Amore e non serve ad “ottenere” il Suo Amore, come se Dio stesse nelle sedi celesti con la calcolatrice in mano per tenere la contabilità delle nostre elemosine o preghiere; oppure organizzasse le Sue bilance per pesare i nostri atti di carità…
È inconcepibile, eppure tanti cristiani lo pensano! Dio è Amore e Lui ci ama sempre per primo: «In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati» (1Giovanni 4,10). La vita spirituale deve iniziare da questa consapevolezza: Dio mi ama, non per ciò che “faccio”, ma per ciò che “sono”: figlio amato da sempre e per sempre, anche se povro e fragile! E qualche volta dovessi dubitarne devo fare una cosa semplicissima: dovrò io “alzare lo sguardo” verso il Crocifisso e ripetermi con assoluta certezza: “mi hai amato così tanto da morire per me!”.
E per rassicurarci che tutto ciò è vero ci invita a guardare con stupore la figura del buon ladrone (cfr. Luca 23,39-43): il primo Santo canonizzato direttamente da Gesù! Ma che Dio strano è questo Gesù: quando è venuto sulla Terra, Lui, il Re dei Re, è stato accolto da un corteo di… pastori (che insieme ai pubblicani occupavano la posizione più bassa ed infima nella scala sociale dei giudei). E quando è partito da questo mondo per tornare al Padre si è fatto accompagnare… da un ladrone! Dio dei poveri, Amante degli ultimi, l’Innamorato dei piccoli e dei piccoli gesti carichi però di fede, speranza e amore.
Come quelli della vedova povera del Vangelo di oggi: «Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere». Gesù non ha calcolato la preziosità delle monete dei ricchi, anche se tante, piene però della freddezza che accompagna gesti e doni quando sono ammantati di superfluità. Il Cuore di Gesù si innamora della “povertà” della donna, della «sua miseria»: se potessimo capirlo una buona volta! Gesù non vuole le mie ricchezze, ma la mia miseria! Non cerca grandi cose, ma piccoli gesti, rinunce, preghiere rivestite di amore e fiducia nei Suoi confronti. Nient’altro! E quando si incontrano la nostra miseria e la Misericordia di Dio accadono sempre miracoli.
Questa donna povera ed invisibile agli occhi dei ricchi e dei grandi social del mondo, ma perfettamente presente agli occhi di Dio oggi è la nostra maestra. Infatti Gesù dirà di lei: «Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere». Ha gettato “tutto”: sì, cari Amici, l’amore, quello vero, quello che segna storie umane e il misterioso intreccio tra l’Umano e il Divino ha bisogno di totalità. Non si può amare “a metà”, “a percentuali”, “ad intermittenza” come le lucine degli alberi di Natale che stiamo per preparare. O l’amore è tutto o non è niente. Ce lo ricorda anche l’Apostolo Paolo nel suo stupendo Inno alla carità: «Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (1Corinzi 13,7).
Caro Gesù,
oggi ci fa da maestra
“madonna povertà”
sotto le spoglie di una povera vedova.
Lo sai che il nostro modo di pensare
ormai è deformato
dall’apparenza, dall’immagine,
dalla quantità di like
che strappiamo con post e video
sempre più spettacolari e violenti,
perché ci fa paura l’ordinarietà.
Sta diventando sempre più importante
ciò che appare grande e rumoroso
e prezioso agli “occhi del mondo”,
occhi in realtà malati di miopia
perché incapaci di guardare lontano
oltre le apparenze
o di presbiopia perché incapaci
di guardare le piccole cose
che ci circondano,
cariche di bellezza e amore.
E Tu come sempre
ci sorprendi e ci fai capire
che non sarà mai il “superfluo”
a riempire cuori e vite,
ma solo l’essenziale, il poco
dato e fatto con amore.
Aiutaci a gettare nel Tesoro del Tempio
che è il Tuo Cuore,
tutto ciò che siamo,
finalmente rinfrancati dal fatto
che non ci chiedi
cose grandi ed impossibili,
ma solo la nostra povertà.
Perché Tu sei il Dio dei poveri,
Amante degli ultimi,
l’Innamorato dei piccoli e dei piccoli gesti
carichi però di fede, speranza e amore.
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!