Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Luca – 12,49-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
In questi ultimi giorni siamo colpiti dalle immagini terribili che provengono dalla Terra Santa. Immagini di guerra e di distruzione, di fuochi che incendiano le case e i villaggi, che seminano morte e odio. Quanta differenza c’è con il fuoco di cui parla oggi Gesù e con le divisioni annunciate dalla Sua Parola. Il fuoco di cui parla Gesù è la carità.
È l’Amore che non uccide il nemico, ma che dona la vita perché anche il nemico possa scoprirsi amato e perdonato: «Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano» (Luca 6,27). È l’Amore che brucia tutto ciò che è negativo in noi perché possa emergere il positivo, il bello, il buono dal cuore di ogni uomo di buona volontà: «La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d'orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (1Corinzi 13,4-7).
È l’Amore che non distrugge la nostra vita, ma che la fa ardere senza consumarla, come il roveto ardente della teofania di Mosè nel deserto: «L'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco dal mezzo di un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva per il fuoco, ma quel roveto non si consumava» (Esodo 3,2). È l’Amore che perdona e fa nuove tutte le cose: «Se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove» (2Cor 5,17). È l’Amore che arde nel Cuore della Santissima Trinità e che Gesù non solo è venuto a portare sulla terra perché ci fosse rivelato e potessimo conoscerlo, ma anche a condividerlo con noi, a parteciparlo ad ognuno di noi!
Gesù conosce molto bene il gelo che avvolge il cuore degli uomini, o peggio, la tiepidezza che annacqua l’annuncio di molti cristiani. A tal riguardo suonano come monito perenne le parole dell’Apocalisse: «Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca» (3,16). È il fuoco del Suo Amore che una volta sperimentato chiede necessariamente ad ogni battezzato di fare delle scelte precise. Così bisogna leggere le parole di oggi relative al fatto che Gesù non è venuto a portare pace, ma divisione. Infatti è venuto a togliere la falsa pace del cuore che ci costruiamo con i compromessi di coscienza, con il voltare lo sguardo del cuore da un’altra parte dinanzi al male: «Perché si uccide anche stando alla finestra» (L. Ciotti), muti davanti al grido dei poveri e di madre terra, mentre soffiano i veleni degli odi, si chiudono approdi, si alzano muri, avanza la corruzione. Non si può restarsene inerti a contemplare lo spettacolo della vita che ci scorre a fianco, senza alzarsi a lottare contro la morte, ogni forma di morte. Altrimenti il male si fa sempre più arrogante e legittimato. Quella pace che è solo assenza momentanea di conflitti e non presa di coscienza della Presenza di Gesù in noi.
Essere cristiani non significa essere perfetti ed infallibili, quanto piuttosto cercatori infaticabili di coerenza, di scelte di campo precise, testimoni credenti e credibili di verità e valori non negoziabili come la vita, la pace, la giustizia, la solidarietà verso i poveri. Per accendere questo fuoco Gesù dovrà subire un “battesimo”. È il riferimento alla Sua Pasqua! Dovrà essere immerso nelle acque della morte (questo vuol dire il verbo greco baptizō/immergere) per accendere quel fuoco di amore che nulla potrà mai più spegnere, realizzando nella Sua Persona quel bellissimo annuncio del Cantico dei Cantici: «Le grandi acque non possono spegnere l'amore né i fiumi travolgerlo» (8,7). Sì, la morte non solo non ha “spento” il fuoco dell’Amore di Cristo per noi, ma è stata strumento nelle mani del Padre perché questo Amore potesse raggiungere ed infiammare i cuori degli uomini di ogni tempo. Anche il mio e il tuo, oggi!
Caro Gesù,
Tu sai che il mondo “liquido” di oggi
ci sta abituando a vivere di fuochi fatui,
ossia di fiammate di passioni
che si accendono e si spengono con grande facilità.
Sai quanto questa cultura
riesca ad essere devastante
quando ci convince che si può vivere di sesso,
ma senza amore.
Che si può “dire” di amare qualcuno,
senza essere disposti a dare la vita per lui.
Così i sensi si infiammano, sì,
ma il cuore si spegne.
E mentre aspiriamo alle vampate degli amanti,
ci accorgiamo che nel nostro cuore
scende il gelo, il buio, il vuoto.
L’amore, quello vero costruisce comunione,
mentre invece cresce in noi e intorno a noi
la solitudine, abitata solo dalle nostre paure,
dalle fragilità affettive ed effettive.
E allora oggi sentiamo l’urgenza
di gridarTi il nostro bisogno di Amore,
il desiderio profondo di sentirci bruciare il cuore
da sentimenti veri, da passioni ardenti
che siano figlie e frutto della Tua Passione per noi,
di quel Roveto ardente che è la Tua Croce.
Vogliamo vivere vite “accese”
di un Fuoco che illumina, ma non acceca,
di un Fuoco che riscalda, ma non brucia,
di un Fuoco che sciolga per sempre
quel senso di gelo e di inutilità
che a volte avvolge le nostre vite.
Quel Fuoco sei Tu, Gesù!
Sei Tu quell’Amore che le grandi acque
delle fragilità e dei peccati
non possono spegnere,
né i fiumi delle crisi travolgere.
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!