Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Marco – Mc 6,1-6
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
Un duplice stupore negativo accompagna il Vangelo di oggi. Il primo è dei nazaretani, compaesani di Gesù che si scandalizzano della Sua sapienza e dei prodigi che gli hanno visto compiere. Perché? La “normalità” di Gesù, la Sua quotidianità simile a quella degli abitanti di Nazaret, fatta di lavoro, di vita in famiglia e di preghiera nella sinagoga, diventa motivo di critica e di pregiudizio: come può questo uomo in tutto simile a noi essere il Figlio di Dio? Citano la Sua parentela per vantare la pretesa di conoscerLo.
Già, questo è il punto: la “pretesa” di sapere tutto di Lui. Attenzione, questa pretesa è in agguato anche per noi Suoi discepoli del Terzo Millennio. Siamo sicuri di conoscerLo? Di avere compreso il Suo messaggio? Di viverlo come Lui vorrebbe? A volte scandalizza anche noi la “normalità” di Dio il quale sembra non intervenire nelle tragedie umane o nelle nostre tribolazioni personali. Sembra essere silenzioso e assente questo Dio che Gesù ci ha detto essere nostro Padre.
Ci scandalizziamo dinanzi alle guerre, alla sofferenza dei bambini e degli innocenti. Gesù ci sembra un Dio troppo normale e lento rispetto alla velocità di cambiamento della nostra epoca, rispetto ai drammi non risolti e ai nodi mai sciolti della Storia e delle nostre storie personali. Invece la “normalità” di Gesù vero Uomo è fondamentale per accogliere e vivere fino in fondo le nostre vite “banali” piene di gesti ripetitivi e, per l’appunto, “normali”. È il ritorno gioioso a questa normalità che ci guarirà dall’ansia di novità, di emozioni sempre più forti e gratificanti. Sarà proprio la nostra quotidianità vissuta con gratitudine a sottrarci alle pericolosissime illusioni del “mondo virtuale” che ci stanno costruendo addosso e a liberarci dalla dittatura del pensiero unico digitale.
La seconda sorpresa negativa è di Gesù che si meraviglia dell’incredulità proprio di coloro che avanzavano la pretesa di conoscerLo. E Gesù sottolinea non senza amarezza che questa incredulità Gli impedisce di compiere molti miracoli come in altre località. Vale la pensa spendere ancora un minuto su quest'ultimo aspetto. Nel Vangelo di ieri (Marco 5,21-43: la guarigione dell’emorroissa e la rianimazione della figlia di Giàiro) più volte Gesù lodava la fede dei protagonisti sottolineando come essa abbia avuto un ruolo importante nelle guarigioni operate da Lui. E sarà bene ricordarci che avere fede significa “fidarsi” e “affidarsi” a Dio con tutto sé stessi.
Ancora più grave appare l’incredulità di oggi, dopo duemila anni di santità e di santi, di martiri, di testimoni credenti e credibili dell’Amore. Eppure ancora oggi tanti cristiani appaiono freddi e disincantati rispetto a Cristo e alla Sua Passione di Amore per l’umanità. Questa nota rimarcata da Gesù ci fa comprendere tuttavia una cosa bellissima: se la mancanza di fede Lo rattrista, l’espressione della fede Lo rallegra!
Chiediamo allora al Signore di accrescere la nostra fede per poterLo stupire in positivo, mostrandoGli con la nostra vita che non solo crediamo in Lui, ma che anche ci fidiamo e ci affidiamo a Lui ogni momento perché ormai lo abbiamo sperimentato più volte: senza di Lui non possiamo fare nulla! (cfr. Giovanni 15,5).
Caro Gesù,
oggi ci costringi ad interrogarci:
abbiamo davvero la fede?
Perdonaci se ci diciamo “credenti”,
però poi nella vita di tutti i giorni
non siamo molto “credibili”.
Sarebbe anche facile per noi
recitare il Credo a memoria
o anche sciorinare preghiere litaniche
con le quali si muovono
più le labbra che il cuore…
Potremmo anche raccontarTi
di tutte le processioni che abbiamo fatto,
ammettendo però che spesso
più che “seguire” la Statua della Madonna
abbiamo “inseguito” i pettegolezzi dell’ultima ora
con i compari o le comari accanto…
Lo sai Gesù, spesso nei nostri paesini (e non solo…)
funziona proprio così.
L’incredulità che Ti ha causato tanta amarezza
abita e condiziona il nostro modo di pensare?
Ti preghiamo, Gesù: aumenta la nostra fede!
Fa’ che essa sia espressione dell’impegno del cuore,
della nostra adesione
al Tuo Amore e alla Tua Parola,
che sia ferita sempre aperta
che ci spinge alla ricerca della Tua volontà.
E con tanti piccoli, quotidiani atti di fede
Ti strapperemo un sorriso, Ti daremo la gioia
di mostrare concretamente che ci fidiamo di Te!
E nuovi inaspettati orizzonti
si apriranno agli occhi del nostro cuore.
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!