Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!
Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:
Dal Vangelo secondo Luca – 14,12-14
In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva invitato:
«Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Partiamo dal presupposto che lo scopo della nostra vita spirituale altro non è se non quello della nostra “divinizzazione”, parola apparentemente difficile, ma che in realtà esprime l’idea del progetto che Dio ha per noi: renderci partecipi della Sua stesa vita! Sottolineo la parola “partecipi” a scanso di equivoci: non ci è chiesto di “imitare” Gesù, sarebbe impossibile per noi; ma di “partecipare” alla Sua vita, al Suo amore, alla Sua forza, al Suo perdono… In altri termini si tratta di poter arrivare a dire anche noi ciò che l’Apostolo Paolo scriveva ai Galati: «Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me.
E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato sé stesso per me». “Cristo vive in me” può dirlo ogni battezzato. Ecco perché più volte Gesù ci ricorda la possibilità che ci è data di agire “come” Dio, ossia permettere a Dio di agire in noi e attraverso di noi.
Qualche esempio per essere più chiari: nella preghiera del Padre nostro, Gesù ci invita a chiedere la remissione dei nostri “debiti” “come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”; quindi siamo invitati anche noi a perdonare proprio come fa Dio! Gesù ci dice chiaramente: «amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l'altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica» (Luca 6,27-29): esattamente come ha fatto Lui con noi!
Ed anche le esortazioni di stamattina rientrano in questa logica: scegliere sempre i poveri come punto di partenza, includendo nella parola “poveri” ogni forma di povertà: materiale, morale, spirituale, fisica. Il “povero” in senso evangelico non è solo lo svantaggiato di turno, il perdente della e nella storia. È invece un vero e proprio “locus thelogicus”, cioè qualcuno che mi rivela la presenza di Dio! Perché Dio parte sempre da loro! Senza dimenticare che saranno proprio i poveri a giudicarci davanti a Dio quando Gesù ci dirà che il bene fatto (o non fatto) agli affamati, assetati, nudi, stranieri, malati, carcerati è stato un bene fatto (o non fatto) a Lui personalmente.
Ecco allora che Gesù guarisce i cuori dal fare le cose per interesse, nella speranza di ricevere un contraccambio. Ci libera dall’ansia di fare le cose per cercare alleanze, convenienze, scambi di favore. Logiche tipicamente pagane e che ci privano di quella libertà interiore che il Signore vuole donarci. Sì, ripartiamo dagli ultimi, che non sono necessariamente le persone lontane e disagiate che vivono sotto i ponti…
Questa attenzione deve iniziare da casa nostra, dai vicini di condominio, dai parenti, dagli amici, per allargarsi a cerchi concentrici fino a raggiungere ed abbracciare tutta l’umanità con la quale vengo ogni giorno a contatto per qualsiasi motivo. Ricordiamoci ogni giorno che «gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Matteo 10,8).
Caro Gesù,
quanto è bella la libertà del cuore,
è una condizione impagabile
e che ci dona un profondo senso di pienezza.
In realtà siamo spesso affannati
dall’istinto di “prendere” il più possibile dalla vita,
dal riempirci le tasche e il cuore
per paura che la morte sia il game over
di tutte le nostre aspettative e desideri!
E così ci preoccupiamo di accumulare,
ammassare, possedere cose e persone
trasformando le nostre case e i nostri cuori
in tante inespugnabili, blindatissime casseforti.
Ma le casseforti sono di freddo acciaio
mentre i nostri cuori sono fatti di carne…
Ecco perché la Tua Parola è medicina,
perché riporta ogni cosa al principio,
all’origine di tutto che è il Dono gratuito
che Tu e il Padre avete fatto a noi:
il dono della nostra vita!
E se tutto ha avuto inizio da un gesto gratuito,
allora tutto deve svilupparsi su questa linea
se vogliamo essere veri e coerenti.
Così il Tuo: “gratuitamente avete ricevuto,
gratuitamente donate”
diventa la bussola infallibile per le nostre scelte,
la medicina che ci guarisce dalla malattia del possesso
e del “mio” come principio di dominio.
Facci comprendere Gesù
di quali cose grandi siamo capaci
se facciamo scorrere la gratuità
nelle vene del nostro cuore.
Perché finalmente ogni nostra parola, discorso,
perfino ogni nostra preghiera
partirà sempre dalla parola: “Grazie”.
E tutto diventerà dono!
Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!