5 minuti con Gesù

Commento al Vangelo del giorno a cura di P. Antonio Maria Carfì

7 Febbraio 2025 - Venerdì

7 Febbraio 2025 - Venerdì

In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elìa». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!».
Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

Il Vangelo ci ha fatto rivivere il drammatico momento del martirio del Battista. Un re, Erode, inebetito dalle movenze sensuali della figlia di Erodiade, promette: «‘Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò’». E le giurò più volte: ‘Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno’». Mi risuonavano nel cuore stamattina le parole di un altro uomo potente, che dopo aver predisposto la festa per il ritorno del figliol prodigo a casa, sano e salvo, dice al fratello maggiore, recalcitrante e poco propenso alla misericordia: «Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato» (Luca 15,31-32). Erode è disposto a condividere anche metà del suo regno con una ragazza condizionata dall’odio della madre per Giovanni il Battista che osteggiava la sua relazione adulterina con il re. Dio, raffigurato nel padre misericordioso mette “tutto” ciò che ha e che è a disposizione dei figli che abbracciano la logica della misericordia e della fraternità universale. Erode è uno dei tanti potenti della Storia che si arrogano il diritto di vita e di morte sugli esseri umani, dei quali non è “il padrone”, ma “il fratello”. Ma il potere acceca ed indurisce il cuore. È proprio vero: il mondo potrà cambiare solo quando “l’amore per il potere” lascerà il posto “al potere dell’amore”. Ed è quest’ultimo un “potere” che ci è stato donato largamente e generosamente dalla bontà di Dio: «A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio» (Giovanni 1,12). A questo punto sarebbe facile identificarci tutti col Battista e condannare le scelte di Erode. Ma attenzione: commetteremmo un grande errore. Tutte le volte che la Scrittura propone l’antitesi tra due personaggi siamo tentati di scegliere quello meno problematico, quello più “simpatico”. Per esempio: il fariseo e il pubblicano (cfr. Luca 18,9-14); il figliol prodigo e il fratello maggiore (cfr. Luca 15,11-32); i due fratelli invitati ad andare a lavorare nella vigna (Matteo 21,28-32); i due ladroni al fianco di Gesù (cfr. Luca 23,39-43); Marta e Maria (Luca 10,38-42); ma già ai primordi della Creazione: Caino e Abele (cfr. Genesi 4,8-16). I maestri di vita spirituale ci dicono che la conversione del cuore inizia davvero quando riconosco che “entrambi” sono presenti nel mio cuore. Giusto per capirci: quando riconosco che in me c’è anche il fariseo e al fariseo che è in me faccio fare la preghiera del pubblicano: «O Dio, abbi pietà di me peccatore» (Luca 18,13). C’è dunque qualcosa di Erode in noi? Mi colpisce una cosa riportata dall’Evangelista Marco a proposito di Erode: «nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri». È affascinato dal Battista, ascolta “volentieri” la sua predicazione eppure… lo fa incarcerare perché denuncia il suo peccato! Quante volte anche io ho ascoltato volentieri e con entusiasmo la Parola di Gesù, ma poi non le ho permesso di scavare in profondità dentro di me, di recidere alla radice i tanti mali presenti nel mio cuore. Potremmo davvero impedire alla Parola di Gesù di svolgere quel ruolo terapeutico che essa possiede: «Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore» (Lettera agli Ebrei 4,12). Potremmo, come Erode, lasciarci “ubriacare” dalla vita, intorpidire le coscienze dalla lussuria, fare del “piacere” (non solo quello sessuale) l’idolo cui sacrificare anche i nostri valori più importanti. Potremmo come lui ubriacarci di consensi e far dipendere la nostra auto-stima da quello che pensano gli altri di noi, finendo per diventare schiavi “dell’occhio della gente”. Potremmo “perdere la testa” e mandare all’aria famiglie e sacrifici di anni e anni abbandonando il progetto di Dio per delle pericolosissime passioni che divampano all’improvviso. Potremmo derogare dalla non negoziabilità del valore della vita umana rendendoci favorevoli all’aborto, all’eutanasia. O permettendo a livello internazionale di bombardare indiscriminatamente i civili e gli innocenti, tanto, pensiamo, ci sono le “bombe intelligenti” … I “cretini” sono sempre quelli che muoiono! In conclusione, Erode non riconosce il Cristo Verità nella predicazione del Battista perché ne ha spento la voce che lo proclama! Riattiviamo le coscienze, lasciamoci illuminare dalla Parola di Gesù, facciamone la nostra bussola e fedelissima compagna di viaggio. Non limitiamoci ad “ascoltarla volentieri”: chiediamo la grazia di “farla”, di viverla fino in fondo; di farle svolgere il suo ruolo di maestra e medicina e luce interiore e Roccia sulla quale costruire l’edificio della nostra vita terrena (cfr. Matteo 7,24-27). Ci aiuterà la Vergine Maria, Madre della Parola, che continuerà a ripeterci sino alla fine dei tempi il Suo testamento spirituale dettato a Cana di Galilea: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (Giovanni 2,5). È l’unico modo per riempire di nuovo le giare della nostra vita che facilmente si svuotano di senso e di gioia.

Caro Gesù,
com’è facile
anche ai giorni nostri
“perdere la testa”
o “farla perdere agli altri”
con scelte sbagliate,
fondate solo sul piacere
e sulla convenienza.
Com’è facile
riempirci la bocca di parole
buone e sagge,
e discorsi convincenti
per poi contraddirli
nella vita di tutti i giorni
con le nostre azioni.
Com’è facile riempirci gli occhi
di immagini e fantasie
che nulla hanno a che fare
con la nostra vita reale.
Com’è facile, soprattutto
per noi “credenti”
ascoltarTi volentieri,
ma non vivere la Tua Parola
nella vita di tutti i giorni…
E perdiamo la testa…
Se la figlia di Erodiade quel giorno
anziché la testa, avesse chiesto
il cuore del Battista,
si sarebbero convertiti tutti!
Perché avrebbero visto
la bellezza della coerenza,
la forza del coraggio della testimonianza,
la passione per la Verità,
la decisione irremovibile
di percorrere la Via,
l’amore infinito per la Vita.
Quella Vita che è Amore puro,
per la quale è preferibile
“farsi tagliare la testa”
piuttosto che perdere per sempre
l’Amicizia di Dio!

Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!

Liturgia

Orari

Sante Messe Domenicali

8.30
10.30
18.00


Preghiera quotidiana

La Fraternità accoglie quanti desiderano unirsi
alla preghiera comunitaria

6.15 Lodi e Santa Messa (Lun, Mar, Mer)
6.30 Lodi e Santa Messa (Gio, Ven, Sab)
12.00 Ora media e Santo Rosario
16.30 Vespri, Adorazione eucaristica e Santo Rosario

Logo bianco Cittadella dell'Immacolata