Bianca, grande, materna. Braccia aperte che accolgono. Sguardo dolcissimo che accarezza ogni figlio. Immagine viva di Colei sotto il cui manto ci rifugiamo. Istintivamente, come bimbi nel rassicurante abbraccio materno. Così abbiamo iniziato il mese di maggio a Lei dedicato. Contemplando Lei. Attraverso la splendida statua che ha arricchito la bellezza della Cittadella. E ci siamo posti, con filiale fiducia, sotto la Sua protezione.
“Un giorno con Maria”. Un modo diverso di vivere il primo maggio. Per vivere la pausa lavorativa facendo riposare non solo il corpo, ma anche l’anima. Sin dal mattino numerosissime persone si sono radunate alla Cappella della Divina Misericordia. Per pregare insieme il Rosario. E per lasciarsi illuminare da Lei: “Maria, Stella della nuova evangelizzazione”. Questo il tema della ricca e profonda catechesi di p. Antonio Maria Carfì, Vicario generale e Mariologo del nostro Istituto.
Attingendo dal vastissimo patrimonio della Scrittura, della Tradizione e del Magistero, p. Antonio ci ha fatti tuffare nel mistero della Vergine Santa. A partire da una domanda: «Perché Dio sceglie proprio Maria per manifestarsi al mondo, attraverso le apparizioni?». Innanzitutto perché Maria è la Serva del Signore. In secondo luogo, perché è vera nostra Madre: «Quella di Maria è una vera maternità, che nasce da un Cuore pieno di Dio. Un Dio che è Amore». Infine, Maria è icona dell’immensa compassione divina. «Il nostro è un Dio sensibile! Che soffre profondamente per il dolore dei suoi figli». Il richiamo accorato di Maria si fa quindi eco di questa premura divina per noi. La conclusione è stata una fervente preghiera alla Regina della Pace, in questo momento così delicato per la storia dell’umanità.
E alla pace ha fatto riferimento anche p. Santo Donato. Che salutando i numerosi pellegrini ha presentato la Cittadella come “profezia del futuro”: «Mentre il mondo parla di guerre, di devastazione, di confusione, noi vogliamo vivere ciò che la Madonna disse a Fatima: “Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà”. Noi crediamo in un futuro di pace, e la Cittadella vuole essere questa profezia dei tempi belli che verranno». Ha poi ricordato che la Cittadella ha un corpo e un’anima: «Il corpo sono gli undici ettari di terreno, con i vari angoli di preghiera e le strutture che ancora dovranno sorgere. L’anima siamo noi, Piccoli Fratelli e Sorelle dell’Immacolata. Con la nostra vita tutta consacrata a Dio nella preghiera, nel lavoro e nella comunione fraterna».
Una comunione vissuta anche con i pellegrini, nell’allegra condivisone del pranzo e dei giochi. Tra scenette, canzoni e balli, le squadre si sono affrontate sotto lo sguardo di una “temibile” giuria. Che ha decretato la vittoria unanime di… tutti! Ognuno per una diversa specialità: unità, gioia o accoglienza. Grandi e piccoli, provenienti dalle zone più diverse, si sono ritrovati a collaborare, mettendo in comune creatività e talenti. Una preziosa “scuola di fraternità” per una società in cui regnano individualismo e solitudine.
A coronamento della giornata, la solenne concelebrazione eucaristica. Presieduta da p. Santo Donato, che ha offerto la splendida immagine della liturgia come “arcobaleno” che unisce Cielo e terra. Una liturgia arricchita dalla presenza di molte religiose: dalle Suore del Volto Santo alle Piccole Figlie di San Giuseppe, tra cui suor Teresa Wamaguru, Delegata USMI diocesana. Nell’omelia, p. Pasquale Triulcio ha presentato Maria come colei che custodiva le cose di Dio nel suo cuore, come in un meraviglioso giardino (cfr. Lc 2,19). I canti gioiosi hanno reso ancora più bella e viva la preghiera unanime, condivisa da numerosissimi fedeli.
Infine, il piccolo pellegrinaggio alla nuova statua dell’Immacolata. Posta all’ingresso della futura chiesa, che sorgerà nella zona del meraviglioso affaccio sul mare. Elevata su un’originale colonna in pietra, per formare un complesso monumentale di circa dieci metri, questa Madonnina sembrava avvolgere dall’alto l’intero gruppo di pellegrini radunati ai suoi piedi. Vera “Fortezza inespugnabile” e “Torre della santa città di Davide”, come la chiamano le Litanie Lauretane. Bianca, sullo sfondo di un cielo bianco: faro di purezza e candore in un mondo infangato dal male. Così l’abbiamo contemplata, mai sazi della sua bellezza. Per poi ricevere la benedizione, impartita insieme da tutti i sacerdoti della Fraternità.
Dal cuore della Madre al Cuore del Figlio. Il primo venerdì di maggio è stato santificato dalla celebrazione del S. Cuore di Gesù. Con la Messa, seguita dall’adorazione e dalla benedizione eucaristica. Momento di vera rigenerazione dell’anima. Che dal Cuore del suo Salvatore ha attinto linfa vitale per riprendere il cammino. Aumentando in noi le riserve di amore.
Un amore che è stato al centro della Liturgia domenicale (cfr. Gv 15,9-17). «Amore: una parola oggi equivoca», ha osservato p. Santo Donato, «che il mondo ha rubato alla cultura cristiana, e di cui dobbiamo riappropriarci». Ma cos’è l’amore? «L’amore vero è gratuità. È come una fiamma ardente di fuoco. E questo fuoco è l’amore di Dio. Allora accogli, ama questo amore! Pèrditi in questo amore! Solo così avrai amore per te stesso e per gli altri. Anche per i tuoi nemici». Perché, come amava ripetere san Massimiliano Kolbe, «solo l’amore crea!».
Graditissima la presenza di don Pietro Puglisi e don Saverio Menniti, della parrocchia San Nicola di Squillace (CZ), che hanno accompagnato un numeroso gruppo di fedeli. Anche il Gruppo del Rinnovamento nello Spirito Santo (parrocchia San Giorgio extra, RC) ha scelto di trascorrere una giornata di ritiro alla Cittadella. Dopo la celebrazione serale, p. Francesco ha guidato un piccolo pellegrinaggio fino alla grotta di Lourdes. Dove i tre novizi della Fraternità hanno deposto una rosa ai piedi della Madonna. Affidando a Lei il loro cammino di discernimento, in vista della professione dei voti.
Altri gruppi hanno allietato la Cittadella in questi giorni. Il Gruppo del Rosario (RC) e i Giovanissimi della parrocchia Maria SS. Di Porto Salvo di Cannitello (Villa s. Giovanni), che hanno trascorso momenti forti di catechesi, preghiera e condivisione, in un clima di semplicità e accoglienza. Continuiamo a vivere il mese di maggio tenendo alta la fiamma della fede e dell’amore. Affidiamo a Lei, vera Madre nostra, la gioia e la fatica del cammino. Certi che sotto la Sua protezione non avremo nulla da temere.