5 minuti con Gesù

Commento al Vangelo del giorno a cura di P. Antonio Maria Carfì

14 Ottobre 2024 - Lunedì

14 Ottobre 2024 - Lunedì

Carissimi Amici, buongiorno a tutti! Dio è Amore!

Mettiamoci in ascolto della Parola di Gesù:

Dal Vangelo secondo Luca - Lc 11,29-32

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

Il Vangelo di oggi inizia con questa affermazione di Gesù: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona».
Di quale generazione sta parlando Gesù? Ci piacerebbe pensare che si stia riferendo alla generazione del Suo tempo. In realtà, dicendo “questa”, sta parlando a ciascuno di noi. Perché anche noi “credenti” sollecitiamo spesso il Cielo chiedendo dei “segni” che possano confermare la nostra fede. Non dovremmo farlo? Le parole di Gesù ci fanno capire che è sbagliato perché in realtà siamo già pieni di “segni” che Dio dissemina lungo il nostro cammino, personale e comunitario. Pertanto non dobbiamo tanto chiedere ulteriori segni. Semmai dobbiamo chiedere la sapienza del cuore per interpretare i segni che Dio continuamente ci dona.
Ecco di cosa abbiamo realmente bisogno: del discernimento! Di quella capacità di leggere il presente alla luce della Parola di Dio per scrutare i Suoi passaggi nella nostra storia e nella storia degli uomini. Dio infatti ci parla continuamente, oltre che con la Scrittura, anche con i fatti che accadono, attraverso le persone che incontriamo. Perfino col dolore il Signore parla alla nostra vita. È tutt’altro che un Dio “muto”: parla, eccome se parla! Siamo noi sordi ai Suoi richiami; siamo noi che facciamo la selezione degli avvenimenti per cui da una parte mettiamo le cose belle che accadono e le attribuiamo a Dio (e chissà se Lo ringraziamo…) e dall’altra invece tendiamo a rimuovere gli eventi negativi, mentre invece spesso Lui ci parla anche attraverso le sconfitte, le porte chiuse, le nostre stesse cadute. Dio non è un Onnipotenza divina, fredda e indifferente alle nostre situazioni: è un Padre che ci ha tanto amato da dare il Figlio Unigenito, da consegnarLo al mondo perché dalla Sua morte venisse a noi la Vita vera (cfr. Giovanni 3,16). Ecco perché siamo già pieni di segni.
Vogliamo “vederli”? Cominciamo col volgere lo sguardo alla Grotta di Betlemme dove Dio si è fatto Bambino, segno del Suo desiderio di essere come noi e con noi!
Fissiamo poi lo sguardo sull’Ultima Cena dove troviamo il segno di un Dio che lava i piedi degli uomini!
Alziamo poi lo sguardo verso il Calvario dove abbiamo il segno dei segni: la Croce che racconterà fino alla fine dei tempi come ci ama questo Dio!
E prolunghiamo lo sguardo alla Pentecoste, segno che il Signore non abbandonerà mai l’Umanità effondendo su di essa lo Spirito che è Amore perché possiamo essere accompagnati verso la Patria celeste.
Siamo già dunque pieni di segni! E che segni! E come non considerare l’Eucarestia, sacramento dell’Amore al quale possiamo accedere liberamente ogni giorno se lo desideriamo. È il segno del perdono e della misericordia di Dio che passa attraverso le mani e le parole dei Suoi sacerdoti.
Ecco allora cosa dovrebbe essere la vita cristiana di tutti i giorni: un viaggio del cuore, attraverso la preghiera, per rivisitare la Grotta di Betlemme per immergerci nell’Amore che si fa Bambino e di lì portarci al Calvario per contemplare l’Amore che muore per noi. E in questo viaggio bello, anche se a volte “faticoso”, fermarci alla Locanda della Chiesa per ristorarci delle fatiche del cammino mangiando e bevendo il Corpo e il Sangue di Gesù.
Non di segni abbiamo bisogno, Amici carissimi, ma di sapienza evangelica per capire come siamo già immersi nell’Amore di Dio, nella Sua Misericordia, nella Sua Amicizia, nella Sua Bellezza senza tempo. Se ce ne accorgeremo non avremo più bisogno di segni perché noi stessi diventeremo un segno per il mondo, un segno credente e credibile – perché creduto – che davvero Dio sarà con noi fino alla fine dei tempi (cfr. Matteo 28,20).

Caro Gesù,
la nostra fede
spesso è incerta;
gli eventi contrari della vita
ci fanno temere che
o non ci sei o se ci sei non ci ami!
E perciò Ti chiediamo dei segni…
Il dubbio ci tormenta,
la paura di essere soli in questo mondo
così aggressivo e violento
ci paralizza e rende sordi e ciechi
alla Tua Presenza.
Ecco perché ci hai già lasciato
dei segni indelebili del Tuo Amore:
Ti sei fatto Bambino, l’Emmanuele
che apre gli occhi sul mondo
nella Santa Notte di Betlemme,
segno dell’Amore che si fa come noi
per essere con noi per sempre;
sei stato il Giovane Profeta nazaretano
che chiama Beati i poveri e coloro che piangono,
segno e annuncio
di una felicità possibile per tutti;
sei stato il Dio/Crocifisso
segno di una Croce
che non è più solo luogo di sofferenza e di morte,
perché l’hai trasformata
in fonte di perdono e di Vita eterna;
hai lasciato vuoto il Sepolcro,
segno che la nostra vita
non va verso “la fine”,
ma verso “il Fine” di ogni cosa
che sei Tu!
E a Tommaso che chiedeva segni
hai mostrato le ferite della Passione,
il nuovo alfabeto dell’Amore.
No, non di segni abbiamo bisogno,
ma di sapienza e discernimento
per leggere con gli occhi del cuore
la Storia che hai già scritto per tutti
e in ogni riga scoprire
la Tua dichiarazione di amore folle per noi!

Buona giornata a tutti! La Mamma Celeste ci benedica e sorrida sempre!

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